Bentrovati a tutti gli amici di MusicOff, questo è il primo di quella che spero sarà una lunga serie di miei articoli per la rubrica JazzOn, non mi sento di certo all’altezza di scrivere autoelevandomi alla carica di Maestro, ma credo che internet sia un bel metodo per scambiarsi idee fra allievi, quindi eccone una: noto sempre più spesso che suonare davanti a qualcuno è molto diverso rispetto a praticare da soli e non intendo solo fare un concerto su un palco davanti ad un pubblico vero e proprio, ma semplicemente suonare in presenza di un’altra persona.
C’è qualcosa che succede in noi in queste situazioni, probabilmente qualcosa che ci porta a cercare di escludere il più possibile il “brutto”, gli errori e tutta le “zozzerie” che in genere cerchiamo di limare quando siamo da soli con lo strumento in mano.Spesso se si tratta di improvvisare davanti alla gente, magari senza accompagnamento, da soli, può subentrare la classica “ansia da prestazione” che ci fa dimenticare tutto ciò che di buono sappiamo fare e che ci porta a “riempire dei silenzi” in modo non troppo cosciente.La domanda che è sorta in me negli anni è: come posso allenarmi a gestire queste situazioni? Ho trovato due soluzioni che sembrano funzionare per me e spero siano utili anche a voi.La prima è ritagliarsi del tempo nella giornata (ultimamente per me è la maggior parte del tempo che passo con la chitarra in mano) in cui semplicemente suonare. Zero esercizi, senza basi; semplicemente cercare di tirare fuori qualcosa di veramente solido ritmicamente, che abbia un bel suono e una direzione, per quanto sia possibile. Che sia improvvisazione, esecuzione di una melodia o accompagnamento o qualsiasi cosa, fatelo seriamente, come se stesse registrando il vostro disco. Mick Goodrick consiglia di registrarsi e di riascoltarsi l’indomani e io ovviamente concordo col Maestro.La seconda possibile strada (la più “dolorosa” forse, ma efficace) è incontrarsi con altri musicisti e alternarsi nel suonare in solo. Mi capita spesso di farlo, si sceglie un pezzo e mentre uno suona, l’altro ascolta, poi ci si inverte. È incredibile quanto la situazione sia diversa dal farlo da solo e la difficoltà è direttamente proporzionale alla stima per il musicista che vi sta davanti.In quanto a voi vi troverete di fronte ai vostri limiti (capendo quindi su cosa lavorare mentre siete soli) e avrete (si spera) spunti da seguire o meno ascoltando chi vi sta di fronte. Sentitevi liberi di dire la vostra a riguardo, è solo il mio pensiero. Sono cose che sto sperimentando quotidianamente su di me e sembra funzionare molto bene, quindi se potesse essere utile anche solo a uno di voi, per me sarebbe un successo e magari anche per voi.Buona pratica!Dario Trapani
Jazz On! – Performance
Bentrovati a tutti gli amici di MusicOff, questo è il primo di quella che spero sarà una lunga serie di miei articoli per la rubrica JazzOn, non mi sento di certo all'altezza di scrivere autoelevandomi alla carica di Maestro, ma credo che internet sia un bel metodo per scambiarsi idee fra allievi, quindi eccone una:
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