Ciao musicoffili, oggi e nei prossimi due appuntamenti qui su Musicoff prenderemo come spunto lick e frasi estrapolati da miei brani; in questa lezione suoneremo parti del brano “La percezione di se stesso”, uno dei pezzi registrati al Next Recordings Studio di Giacomo Castellano, che oltre ad essere uno dei grandi esponenti della chitarra nostrana, è anche un produttore e naturalmente arrangiatore.
Conoscere Giacomo è sempre stato il mio sogno, infatti lo seguo e ammiro da quando comprai, a 18 anni, i suoi metodi per chitarra. Fu un reale colpo di fulmine: conoscevo i mostri sacri, Steve Vai, Joe Satriani e compagnia bella, ma ero all’oscuro che anche in Italia avessimo dei chitarristi del genere.
Tornando al lato pratico, venni a sapere da amici che Giacomo svolgeva anche l’attività di produttore, lo contattai e presi un appuntamento per parlare del mio progetto; scegliemmo così insieme 3 brani su 10 da incidere. Ascoltandoli Giacomo mi dette dei consigli importantissimi su come eseguire certe parti, uscii dal suo studio bombardato da sensazioni, felicità di averlo conosciuto e la certezza matematica di essere in buone mani, come se ci volesse la conferma del resto! Tornato dopo un mesetto, il tempo di arrangiare le parti di batteria, far incidere le tracce al bassista (Marco Polidori), le parti di tastiera e synth e naturalmente anche quelle scritte da Giacomo, toccava a me!
Mi ero portato la mia fida Masotti X100m classic e tre chitarre: Ibanez AT300, PRS 22 CUSTOM e Fender stratocaster team master build, insomma… ero ben equipaggiato!Per registrare “La percezione di se stesso” abbiamo usato la Masotti, ben pompata con un booster, e la AT300, perché secondo Giacomo è molto “tagliente” (in senso buono) ed esce bene.
In questo brano suona anche lo stesso Castellano nel finale, eseguendo un arpeggio con echo ribattuto fantastico (ho riportato anche l’arpeggio nelle tab). Ascoltiamo il brano interamente per avere un’idea dell’intenzione esecutiva:
Andiamo a vedere quattro parti, che reputo ottimi spunti per approfondire alcune tecniche. Il primo esempio è una scala ionica in D, con nota fondamentale sulla quinta corda in hammer on e pull off:
Nel secondo esempio, inizio la strofa con un bel power chord in B e con il tema del brano raddoppiato, caratterizzato dal pedale di E a vuoto.
Nella battuta 7 scala dorica plettrata e nella battuta 8 una cosa un po’ fuori, infatti la modulazione in E, con il conseguente adeguamento della parte melodica, rende tutto più interessante.
Terzo esempio, una bella serie di bending suonati con il wahwah fin ad arrivare a dei bicordi ascendenti.
Gran finale: l’arpeggio in echo ribattuto eseguito da Giacomo.
Negli esempi ci sono molti spunti che possono essere inseriti nei propri fraseggi, spero che ne possiate fare tesoro!
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