Ecco un sistema rivoluzionario per studiare le diteggiature. Chissà quali terribili misteri nasconderà la suddetta sigla? Niente di particolare…
In inglese “Caged” significa “ingabbiato”, comunque questa non deve essere solo una traduzione, ma una vera e propria sigla!
Ogni diteggiatura “CAGED” è costruita “intorno” alla posizione di questi accordi… cioè la “forma” di questi accordi, che normalmente utilizziamo e trasliamo su tutto il manico (per ulteriori chiarimenti relativi alla posizione ed alla traslazione su tutto il manico riferirsi alla pagina degli Accordi Maggiori e Accordi Maggiori Derivati).
Dunque… il problema ora è capire come studiare queste “Caged”!
Non bisogna apprenderle come si è sempre fatto con le solite scalette e “cagatine” varie (cioè guardando la tablatura e suonare in senso ascendente e discendente tutte le note allo stesso modo), ma è necessario approfittare della “ben nota”Vis.Approfondiamo un momento il discorso della visualizzazione, che risulterà ai più assai ostico, ma che se ben applicato, permetterà di raggiungere risultati inimmaginabili.
Soffermiamoci a guardare con attenzione la diteggiatura che abbiamo davanti, senza prendere la chitarra. Fissiamola intensamente cercando di renderla un’unica cosa, come un fermo immagine. Non cerchiamo punti di riferimento. Non suddividiamola in righe o colonne. Deve essere solo un’immagine nella nostra mente.
Quando l’abbiamo “fatta nostra”, non è ancora il momento di suonarla (e qualcuno dirà: “ma come no… ancora non si suona?”).
Ora è il momento di far lavorare al massimo la nostra mente.
Iniziamo a “suonare” quello che abbiamo visualizzato prima con tanta cura, non con il nostro strumento, ma in testa!
Sforziamoci al massimo di “vedere” le nostre dita sulla tastiera della chitarra, concentrandoci su ogni singola nota che andiamo a “suonare”.
Tutto questo potrà sembrare altamente artificioso ed inutilizzabile, ma vi possiamo garantire che è un sistema rivoluzionario che, con un po’ di pratica, ci consentirà di avere tutta la musica “in tasca” (o in testa =).
Dopo aver fatto tutto questo lavorone di “immaginazione” (che potrà durare anche diversi giorni), passiamo a suonare fisicamente ciò che abbiamo immaginato.
C’è ancora molto lavoro da fare chiaramente.
Ora che dobbiamo metter le mani sul nostro amato strumento, non suoniamo la diteggiatura come un esercizio sgradevole e poco musicale, ma usando un po’ di “random” (casualità)… facciamola diventare un “esercizio” altamente musicale, prima suonandolo tutto in ottavi Straight e successivamente interpretandolo utilizzando pause, accenti, ecc.
Tutto ricordandosi di NON eseguirla come faremmo abitualmente come una scala, ma con salti di corda (anche molto ampi che permettano al nostro orecchio di percepire degli intervalli piuttosto insoliti che non ascolteremmo con facilità) e ripetizioni, stando particolarmente attenti a non commettere la minima imprecisione… tutto deve essere perfetto e tutte le note devono suonare allo stesso modo!
Evitiamo di usare vibrati, bending, legati, eccetera perché il suono deve uscire più reale possibile.
Quando siamo ormai abbastanza ferrati e la diteggiatura diviene scorrevole nella nostra mente e sotto le nostre dita, possiamo fare un po’ più di musica, utilizzando come suddetto le pause, gli accenti, i glissati, i bending ecc.
Proviamo a suonare anche con gli occhi chiusi, in modo tale da “allenare” ulteriormente la nostra mente nel difficile lavoro della Visualizzazione.
E’ fondamentale ricordare che nessuno ci impedisce di ripetere una qualsiasi nota! (Anzi sarebbe auspicabile iniziare ad utilizzare le ripetizioni, che rappresentano un canale fondamentale nella tecnica improvvisativa).
Comunque lavoriamo sempre con una Drum machine o un metronomo!
Le note in Rosso come sempre sono le nostre benedette toniche!
Buon divertimento!
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