Ciao a tutti musicoffili, dopo una miniserie di cinque articoli dedicati alle diteggiature delle scale maggiormente utilizzate (maggiore, lidia, misolidia, minore, dorica e frigia), in questi nuovi appuntamenti ci addentreremo nel fantastico mondo delle pentatoniche; per comprendere al meglio questo metodo costruttivo delle forme consiglio vivamente un’attenta lettura di Vademecum Lick of the Week Pt.1 e Pt.2 (vedi link in calce).Ribadisco che il mio intento consiste nell’aiutarvi a ricavare ed analizzare le forme tramite un metodo che prevede l’applicazione di due concetti fondamentali:
- Teoria degli intervalli;
- Accordi e sistema CAGED.
Il cuore della scala resta sempre la forma dell’accordo preso in considerazione. In questa serie analizzeremo la pentatonica maggiore e quella minore nonché il loro rapporto con scale a sette gradi già trattate nella serie “Diteggiature”. Vi renderete conto di quanto sia semplice costruire scale a sei, sette o più gradi a partire dalle sole 5 note presenti in una pentatonica.
Personalmente le considero un elemento chiave ed indispensabile al quale un chitarrista non può assolutamente rinunciare, sia in termini di praticità che di musicalità. In questo primo scritto vi presento le due forme più famose che sicuramente la maggior parte di voi già conoscerà: ovvero la penta minore e quella maggiore in E shape.Come di consueto, per iniziare, ecco la struttura degli accordi:Mi raccomando di visualizzare attentamente la posizione dei gradi formanti la triade poiché corrispondono alle consonanze (perfette ed imperfette) sulle quali solitamente si tende a concludere un fraseggio melodico.Nella seconda fase basta aggiungere ai gradi già presenti nell’accordo (I,III,V) gli altri intervalli che completano le scale: per quanto riguarda la versione minore p4 e b7, mentre per la maggiore ∆2 e ∆6.Tecnicamente il nostro lavoro sarebbe finito, ma la parte interessante è quella che segue.Nella terza fase vedremo come le due forme appena ricavate stanno alla base delle famose scale a sette gradi tanto amate ed utilizzate nella nostra cultura musicale occidentale. Di seguito riporto la tabella delle scale sovra citate e vi chiedo di porre attenzione all’ultima colonna riguardante gli intervalli necessari a costruirle.Come spiegato precedentemente una pentatonica maggiore si ottiene con i seguenti intervalli: 1, ∆2, ∆3, p5, ∆6, mentre per quella minore abbiamo: 1, b3, p4, p5, b7. Voi direte… e quindi?!Non essendo presenti quarta e settima nella forma maggiore e seconda e sesta in quella minore, abbiamo praticamente eliminato le note caratteristiche che creano differenza tra scale.Il concetto è chiaro e lo sarà maggiormente nel prospetto che troverete di seguito:
- la pentatonica maggiore rappresenta la base per ionica, lidia e misolidia;
- la pentatonica minore rappresenta la base per eolia, dorica e frigia.
A mio avviso questo modo di analizzare le scale “a strati” è assolutamente fantastico!Riassumendo:
- si parte dalla triade (maj o min) in una determinata forma;
- si aggiungono due gradi (p4 e b7 per il minore e ∆2 e ∆6 per il maggiore) costruendo così le pentatoniche;
- infine si aggiungono altri 2 gradi (2 e 6 per il minore e 4 e 7 per il maggiore) per differenziare i modi.
Spero di esservi stato d’aiuto e ovviamente vi aspetto al prossimo appuntamento nel quale tratteremo la seconda forma “D shape”.Stefano Maroelli
Vademecum Lick of the Week Pt.1 e Pt.2
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