Dopo aver parlato approfonditamente delle triadi ed aver assimilato le potenzialità che generano nelle due precedenti lezioni (Triadi Maggiori e Triadi Minori che vanno assolutamente affrontate prima di passare a questa), è necessario fare un piccolo ma importantissimo passo avanti verso la comprensione più approndita di queste strutture di potenza illimitata.Abbiamo finora preso in considerazione la struttura delle triadi nella loro interezza e sempre riferendoci al primo grado come punto di riferimento.
Spieghiamoci meglio per evitare incomprensioni…
Abbiamo detto ad esempio che le triadi MAGGIORI sono costituite da Tonica, Terza Maggiore e Quinta Giusta.
Quindi ad esempio avremo un Do più una Terza Maggiore (quindi MI) e lo stesso DO più una Quinta Giusta (quindi un SOL).
Fin qui niente di strano no?.
Ma sappiamo tutto sulle triadi?
Sicuramente no !!!
Ad esempio non conosciamo l’intervallo esistente tra la Terza Maggiore e la Quinta Giusta e nemmeno quello tra la Quinta Giusta e la Tonica.
Conosciamo quindi sostanzialmente solo al struttura in senso assoluto, ma non quella più “viscerale”.
Dunque… tra la Terza Maggiore e la Quinta Giusta avremo un intervallo di Terza minore.
Tra la Quinta Giusta e la Tonica abbiamo invece un intervallo di Quarta Giusta.
Tutto questo può sembrare ad una prima lettura inconsueto, macchinoso e soprattutto ostico e privo di un fine, ma con un po’ di pazienza, arrivando alla fine di questa pagina, ci accorgeremo che così non è =).
Sostanzialmente quindi, evidenziando quanto appena detto, potremmo definire una Triade Maggiore non solo con un accordo costituito da Tonica, Terza Maggiore e Quinta Giusta, ma anche un accordo costituito da Tonica + una Terza Maggiore + una Terza minore.
Per semplificare ancora di più immaginiamo di avere un Do come nota di riferimento.
A questa ci aggiungiamo una nota ad una Terza Maggiore di distanza ed avremo un MI. A questa ci aggiungiamo poi una nota ad una Terza Minore di distanza ed avremo un SOL.
Ed ecco apparire ai nostri occhi (o meglio alle nostre orecchie) un qualcosa di nuovo che non conoscevamo fino a pochi minuti fa.
Conoscendo l’organizzazione “interna” di queste strutture magiche chiamate triadi, avremo la possibilità di poter affondare molto più profondamente le nostre “unghiette” verso evoluzioni sonore assolutamente interessanti e potremo soprattutto ampliare notevolmente il nostro orecchio, migliorando sia il riconoscimento preciso del Voicing di una triade, sia la scelta di soluzioni armoniche e melodiche differenti da quelle standard durante l’improvvisazione.
Dopo tutto questo vagone di “chiacchiere” ^__^ (n.d.a.) cerchiamo di chiarirci le idee con un bello schema riassuntivo.
Tanto per cominciare ad affilarci i dentini anche sulle partiture ecco come vedremmo la situazione su uno spartito. Cliccate sulla partitura per ingrandirla
Come si vede dalla partitura, è stata presa in considerazione la Triade Maggiore di DO semplicemente come esempio.
Lo stesso discorso può essere applicato alle triadi succitate nello schema.
Ora viene spontaneo porsi una domanda…
Ma le triadi sono tutte qui o ne esistono di altre?
Come avevamo già accennato nelle precedenti lezioni, abbiamo utilizzato SEMPRE intervalli di Terza Diatonica (cioè interni alla scala che prendiamo in considerazione) per realizzare le nostre triadi.
E se usassimo intervalli differenti?
Ad esempio degli intervalli di quarta? O misti?
^__^ La curiosità è tanta, ma ne parleremo nelle prossime lezioni =)
Buon lavoro!
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