In questo nuovo appuntamento vorrei puntare i riflettori sul grande Nuno Bettencourt, virtuoso della chitarra solista oltre che riff-machine dalla ritmica straordinaria.
Nuno è spesso sottovalutato o non considerato in ambiente chitarristico, spesso non si conosce nemmeno il nome, oppure si è sentito di sfuggita, e ancora più spesso è legato al nome Extreme che a sua volta riporta quasi sempre alla mente “More Than Words”, brano troppo commerciale per contenere le prodezze di un talento della chitarra.
Ed è così che le attenzioni del piccolo chitarrista in erba si dirigono inesorabilmente verso altri lidi, lasciando Nuno Bettencourt nel dimenticatoio, tralasciando allegramente i suoi lavori in studio e dal vivo.
Prima di passare a qualche esempio pratico vorrei ricordarvi che Nuno afferma di essere un chitarrista totalmente autodidatta, prima batterista, cresciuto con gli assolo di Brian May, i riff di Jimmy Page ed Eddie Van Halen, tutto il resto ce lo ha messo Hendrix. Insomma, un chitarrista old school che col tempo ha forgiato il suo stile unico: virtuoso e melodico negli assolo, ritmicamente impeccabile nei riff. Insomma un insieme di caratteristiche fenomenali per un chitarrista, soprattutto per quanto riguarda la questione ritmica.
Photo by dr_zoidberg – CC BY-SA 2.0
Partiamo proprio dal riff di “Cynical” dall’album Waiting For The Punchline: un riff in sedicesimi semplice ma di effetto, un tiro pazzesco oltre che l’incastro meraviglioso con la batteria. La chitarra è accordata mezzo tono sotto e il tutto gira sull’accordo di Db. La parte più interessante resta comunque la scansione ritmica di tutto il riff, intervallato da pause di sedicesimi e passaggi “in levare” che fanno decisamente muovere avanti e indietro la testa.
Il secondo esempio è il solo intero di “Rest In Peace” dall’album Three Sides To Every Stories. Il solo coniuga melodia e tecnica, oltre che la solita vena tecnica di Nuno. Parte con quello che di base può essere definito come arpeggio diminuito di D (battuta 1), o meglio Db considerando l’accordatura, con l’aggiunta della nona E, prosegue poi con una melodia basata sulla scala di A.
Altro materiale interessante lo troviamo nella battuta 6 con l’utilizzo di una pentatonica ibrida la cui sonorità viene spesso collegata al suono tipico di Jeff Beck, e che sui libri di teoria si trova a volte indicata come Hindu Pentatonic Scale, io preferisco chiamarlo arpeggio di dominante settima in questo caso D7. Al cambio di tonalità tutto si muove sulla scala di C.
Lo spezzone successivo appartiene di “He-man Woman Hater”, dall’album Pornograffitti. In realtà questa intro ha un sottotitolo che è “The Flight Of The Wounded Bumblebee“. La particolarità è appunto la sua somiglianza al volo del calabrone, ma viste le variazioni Nuno ha deciso di intitolarla ad un calabrone ferito. Tutta la parte estratta è suonata con la tecnica del tapping ed ogni porzione è l’arpeggio su una sola corda delle sigle che trovate in partitura.
Spero di lasciarvi lo spunto per approfondire il playing di questo guitar hero, non sottovalutate le sue potenzialità, Nuno non è solo un mostro di tecnica, ma un contenitore di melodia, gusto, ritmica, timing. Insomma un chitarrista che varrebbe la pena imitare.
Un saluto da Carlo Romano Grillandini, vi aspetto al prossimo appuntamento con qualche novità nel format della rubrica.
Cover photo by Extreme – Public Domain
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