Abbiamo fino ad ora considerato gli effetti della sostituzione di tritono sulla dominante primaria; possiamo considerare adesso tutto quello finora detto anche per le dominanti secondarie. Abbiamo già detto che queste dominanti risolvono un semitono sotto.
Gli accordi di settima di dominante costruiti sul tritono delle dominanti secondarie prenderanno pertanto la dicitura di:
1) subV7 / I
2) subV7 / II
3) subV7 / III
4) subV7 / IV
5) subV7 / V
6) subV7 / VI
Abbiamo aggiunto così una moltitudine di accordi di settima di dominante extra/tonalità, che sposteranno parecchio il nostro senso di gravitazione tonale, allontanandoci a volte così tanto da farci dubitare di essere partiti da quel famoso Do maggiore, fino a quando non sarà l’intervento una risoluzione significativa a ricordarcelo!
Come già detto in precedenza, tutti gli accordi subV7, dal punto di vista improvvisativo, vengono solitamente trattati con l’ausilio della lidiab7.
Accordi di settima di dominante che non risolvono
Ci sono numerosi esempi di accordi di settima di dominante che non risolvono, ovvero che non scaricano mai il loro carico tensivo su una risoluzione. Sono chiamati quindi dominanti statiche .
Troviamo largo uso di queste dominanti in pezzi dal carattere modale, come ad esempio nel brano “Cantaloupe Island“ di Herbie Hancock.
In Cantaloupe Island, dalla quarta alla settima battuta notiamo la presenza del Db7, che si appoggia successivamente (ottava battuta) su un Dmin.
Ora, per esperienza, sappiamo che il Db7 potrebbe essere o un V7 (primario o secondario) di un Gb o che potrebbe essere un subV7 di un V7 (G7), che dovrebbe poi portare ad una risoluzione un semitono sotto, quindi su C.
Come vediamo però, non si manifesta nessuna delle risoluzioni prospettate, né su Gb né su C. L’accordo, semplicemente, non risolve; viene susseguito da un Dm, lasciando nell’aria il retrogusto della sensazione tensiva, mai risolta!
Un altro esempio di accordi di settima di dominante che non risolvono ci viene fornito dalla famosissima sequenza di accordi di “Take the A Train“ di Duke Ellington, da cui:
“
In Take the “A” Train, viene utilizzata una notissima sequenza di accordi che troviamo presente in tantissime composizioni dal sapore Latin (come “The Girl From Ipanema“ o “Desafinado“ di Antonio Carlos Jobim ad esempio), così come in numerosi Standard Jazz.
Nel nostro esempio troviamo il primo grado C e, a seguire, il secondo (D7 battuta tre), che però non si presenta sotto forma di un min7, ma di un settima di dominante. L’accordo non risolve direttamente, ma in un certo senso si sgonfia del suo potenziale tensivo (in questo caso possiamo parlare di cadenza ritardata) e, a battuta cinque, ritorna ad essere Dmin7.
Chiaramente il richiamo al D7 che si forma sul quarto grado della scala minore melodica è d’obbligo, e questo ci suggerisce l’idea che possa essere proprio la scala derivante da questo accordo (la lidia b7) a fare al caso nostro.
Dagli esempi possiamo trarre la regola che è quindi prassi comune per tutti gli accordi di settima di dominante che non risolvono, l’utilizzo della scala lidiab7 (1 . 2 . 3 . #4 . 5 . 6 . b7). Questo colore non è da considerarsi come eccessivamente alterante, anzi, è molto più vicino alla neutralità del Misolidio (le due scale si differenziano solo per il quarto grado) più che al carattere marcatamente alterante della Superlocria .
Anche per questo motivo l’utilizzo della Lidia b7 trova grandi consensi in ambito “modale“, in cui il perdurare di accordi di settima di dominante, con la successiva mancanza di risoluzione (come in Cantaloupe Island per intenderci), può dare luogo alla necessità di interpretazioni “più colorate” rispetto al “normale” uso del Misolidio.
Interpretazioni più colorate quindi, ma mai così tanto da consentirci l’utilizzo di quelle scale (ad esempio la Superlocria) che, invece, possono poi scaricare la loro carica tensiva su una netta risoluzione.
Per questo una scala come la Lidiab7, che ha 9ª e 13ª maggiori, e che presenta come unica alterazione la #11 (sonorità questa facilmente riconoscibile, dal sapore vagamente esotico) è la scala ideale per “suonare” questo tipo di dominante.
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