Per chi si fosse perso gli articoli precedenti (che invito ad andare a riprendere), il filo conduttore di questi articoli sta nel “rubare” piccole idee dalla musica che ci circonda per isolarle, contestualizzarle, espanderle e farle entrare il più possibile nel nostro playing e linguaggio.
In questo processo creativo, riprenderemo comunque concetti teorico-pratici per permetterci di implementare la tecnica di entrambe le mani.
Oggi voglio parlarti di un brano a me molto caro, dove all’interno troveremo un assolo con una caratteristica particolare:
More than a feeling, il successo dei Boston
Bellissimo e famosissimo brano dove da minuto 1:20 fino a 1:45 possiamo apprezzare l’assolo che trovi trascritto qui di seguito.
Come puoi notare all’interno della trascrizione ti ho cerchiato vari punti, questo per farti notare l’elemento che fa un po’ da filo conduttore di tutto il solo e su cui vorrei soffermarmi in queste prossime righe.
Il Trillo
Se non conosci questa tecnica, brevemente posso dirti che non è nient’altro che un movimento repentino ascendente e discendente tra due suoni.
Noti, infatti, che all’interno delle parti da me evidenziate, ci sono sempre solo 2 note che, partendo dalla più grave, si muovono verso la più acuta, per poi tornare alla precedente.
Questi passaggi vengono eseguiti molto velocemente, grazie anche all’utilizzo della legatura di portamento (che riconosci grazie all’archetto sopra alle note e all’indicazione H e P) utile per rendere più fluido e semplice una sequenza di note altrimenti di difficile esecuzione.
Per legatura di portamento intendo la tecnica che, appunto, lega due note di altezze diverse permettendo all’esecutore di suonare più note (in questo caso 3) risparmiando pennate con la mano destra, ma facendo risuonare la corda grazie a tecniche come l’Hammer on (legatura ascendente) e del Pull off (legatura discendente).
Un ultimo aspetto, dei trilli in questo brano, che trovo molto interessante è che spesso coinvolgono note distanti un semitono l’una dall’altra. Cosa singolare perché a prima vista, essendo il trillo una tecnica che coinvolge 2 suoni sulla stessa corda, quale miglior scala possiamo usare se non la pentatonica.
Problema che quest’ultima manca completamente di note distanti un semitono! La scala diatonica, invece sarebbe perfetta. Allora proviamo ad usarla!
Scale maggiori ostinando un intervallo di 2a e uno 3a
Ricapitolando, quindi, stiamo cercando di visualizzare per poi “trillare” le scale a 3 note per corda visualizzandole, quindi, per coppie di note sulla stessa corda. Eccoti i diagrammi:
Analizziamole partendo dal primo box , completamente diteggiabile, di C maggiore. Le prime 2 note che abbiamo a disposizione sono Fa e Sol (Per ora non vado alla prossima coppia Sol-La ma ti spiegherò successivamente) scendendo di una corda le due note evidenziate sono Si e Do, poi Mi e Fa ecc.
Ora analizziamo gli intervalli che intercorrono tra ogni nota:
- Fa – Sol intervallo di seconda
- Sol – Si intervallo di terza
- Si – Do intervallo di seconda
- Do –Mi intervallo di terza
- Mi – Fa intervallo di seconda Ecc…
Stiamo quindi eseguendo una sequenza di suoni distanti prima una seconda e poi un terza in modo ostinato, usando le note della scala diatonica.
Muovendoci sul box scalare successivo noti che, applicando lo stesso schema, è un po’ come suonare la seconda metà del primo box. Ti possono aiutare a capire, inoltre, anche le note in grigio chiaro che ti ho comunque inserito nei diagrammi, per lasciarti in background la diteggiatura completa della scala.
Noti che questo ostinare intervalli di seconde e terze sulle diteggiature ci fa ottenere proprio il risultato che cercavamo! Delle “scale particolari” sempre a 2 note per corda!
Perché è così interessante? Perché in questo modo tutte le geometrie, le routine delle mani, i lick e le idee che hai sulle pentatoniche le puoi sfruttare anche su questo nuovo materiale, ma il sound che ne ricaverai sarà molto diverso ed inaspettato!!
Di seguito provo ad eseguirti in modo lineare tutti e 7 i box dell’immagine precedente, andata e ritorno.
Torniamo ai trilli! Abbiamo, ora, un sacco di materiale nuovo su cui applicare tale tecnica, ma come ti dicevo prima, ormai i trilli sono solo una delle tantissime idee che queste nuove scale mi permettono di suonare!
Quindi quale miglior modo di salutarti, se non quello di proporti alcune mie frasi e licks applicati su questo materiale, all’interno di una breve improvvisazione focalizzata su questo tema.
Ti invito a mettere in pratica questi consigli e, perché no, dandomi un feedback, se ti sono stati utili o meno, qui di seguito o venendomi a trovare sui miei canali social.
Buono studio e buona Musica!
Un ringraziamento particolare a Miky Bianco e Tony De Gruttola direttori dell’Accademia Lizard Torino e produttori dei metodi didattici da cui sono tratte le basi musicali su cui hai sentito i miei esempi.
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