Cari amici di Musicoff, con questo primo articolo didattico vorrei rivolgermi a chi non ha mai suonato Rock con la chitarra elettrica e vuole iniziare dalle basi, ossia dalla ritmica e da uno dei più diffusi stili di accompagnamento.
Interessante sarà il confronto con gli articoli “paralleli” scritti da Paolo Anessi e Vincenzo Carpentieri, rispettivamente relativi al Jazz e al Blues.
In questo articolo ripercorreremo idealmente lo sviluppo dell’accompagnamento dal blues all’hard rock utilizzando dei semplici esempi suonati tutti in tonalità di A così da facilitare l’individuazione degli elementi via via evoluti e di quelli invece mantenuti nel corso degli anni.
Ritengo di fondamentale importanza comprendere un genere proprio dall’accompagnamento, attraverso i brani e la discografia, si potranno comprendere artisti, epoche, influenze e contaminazioni. Come sempre, con la didattica si possono toccare i principi di massima, ma poi ogni argomento andrebbe ulteriormente analizzato e studiato attraverso il linguaggio artistico offerto dalle produzioni discografiche, major o indipendenti che siano.
Il Rock, come buona parte della musica moderna, è figlio diretto del Blues (tanto per dirne una Jimmy Page definiva i Led Zeppelin una “blues band”), quindi perché non cominciare dall’origine di tutto?
Esercizio 1
Vediamo qui uno degli accompagnamenti blues più diffusi e dal quale hanno attinto a man bassa tutti i bluesman e buona parte dei rockers. Per semplificare l’ho standardizzato in modo da essere di facile e veloce esecuzione, ma idealmente il brano da cui l’ho ripreso è “Sweet Home Chicago” (forse più nella versione dei Blues Brothers che nell’originale di Robert Johnson).
Il tutto si muove regolarmente in ottavi ma secondo il feeling (portamento) shuffle, tipico del blues.
Ad un certo punto qualcuno (la storia ne attribuisce il merito a Chuck Berry) dev’essersi accorto che togliendo il feeling shuffle (e quindi suonando gli ottavi in modo “dritto” o “straight”) e aumentando la velocità, i brani blues acquisivano tutt’altro feeling: così nacque il Rock’n’Roll!
In questo esempio ho preso a modello la celeberrima “Roll Over Beethoven” di Chuck Berry, utilizzando però gli stessi bicordi visti nell’esempio blues precendente.
Nel primo esempio ho suonato con una chitarra dotata di humbucker, con il selettore dei pick up in prima posizione (dal basso) e utilizzando la pennata verso il basso.
Nel secondo esempio ho suonato con una chitarra dotata di humbucker, con il selettore dei pick up in prima posizione (dal basso) e utilizzando la pennata verso il basso con la tecnica del palm muting.
Già con il R’n’R ci si è lasciati andare a qualche sperimentazione (di cui non era esente nemmeno il blues) ma è stato sicuramente con i gruppi inglesi e la successiva British Invasion (verso gli USA) che il genere è progressivamente uscito dai canoni e si è trasformato nelle principali mutazioni che consociamo oggi.
Enorme influenza l’hanno avuta i Beatles, gli Who e poi i Led Zeppelin, i Deep Purple e i Pink Floyd (per citare alcuni dei più conosciuti), ma forse la band che è rimasta più legata al R’n’R e che quindi nel corso degli anni ha sperimentato di più nel genere sono probabilmente i Rolling Stones.
Per il prossimo esempio ho preso appunto come esempio la struttura armonica del brano “Star Star (Starfucker)” dei Rolling stones che come puoi vedere ha completamente stravolto la sequenza degli accordi del giro blues standard arrivando addirittura a creare un giro che si ripete ogni 17 battute, se non è originalità questa?
In questo esempio ho suonato con una chitarra dotata disingle coil, con il selettore dei pick up in prima posizione (dal basso) e utilizzando solo la pennata verso il basso.
Quasi tutti i classic rockers sono stati fans di Chuck Berry e del Rock’n’Roll, ma tra questi uno spicca Angus Young degli AC/DC. Si tratta di una band che viene spesso considerata Hard Rock ma che forse verrebbe ancor meglio descritta dal termine Hard Blues.
Questo per via delle strutture armoniche basate sui tre accordi tipici del blues, ma ridotti quasi sempre a power chords distribuiti nel tempo (tra le battute) in un modo che difficilmente risulta riconducibile al blues.
Per questo esempio mi sono ispirato alla celebre “Hard As A Rock“, che si muove appunto sui bicordi in un modo che ormai abbiamo imparato ad identificare come tipico del Blues e del R’n’R.
Ho suonato questo esempio con una chitarra dotata di humbucker, con il selettore dei pick up in prima posizione (dal basso) e utilizzando la pennata verso il basso, nonostante gran parte della parte di accompagnamento sia eseguita in levare (quasi come una ritmica reggae).
Come ho spiegato all’inizio di questo articolo, questa è solo un primo approccio all’accompagnamento Rock, standardizzato e semplificato per ragioni didattiche. Non mancare quindi di immergerti nella musica vera e propria (gli album!) per quanto riguarda l’ascolto ma soprattutto la produzione di musica con la tua chitarra!
E non lasciare nulla per scontato: secondo un detto “il Metal si suona in sedicesimi, mentre il Rock in ottavi“, per questa ragione è indispensabile imparare a suonare bene gli ottavi in tutte le situazioni in cui compaiono.
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