HomeStrumentiChitarra - DidatticaRubiamo i fraseggi a Charlie Parker con la chitarra

Rubiamo i fraseggi a Charlie Parker con la chitarra

Prima puntata di un eccitante spin off della serie "La chitarra che ruba gli assoli", tutto dedicato al mitico sassofonista Charlie "Bird" Parker.

Ciao a tutti amici di Musicoff, rieccoci ad imbracciare la nostra amata chitarra per esplorare nuove sonorità e soluzioni ritmiche/melodiche attingendo da altri strumenti.
Questa volta faremo un percorso monografico: suoneremo 11 brani (con struttura blues) in tre tonalità (F,C, Bb) del leggendario Charlie Parker.

L’intento di questo viaggio non è quello di “scimmiottare” il modo suonare di Parker o imparare a suonare Jazz ma quello di comprendere alcuni espedienti, melodici e armonici, da lui spesso usati e farli nostri, rielaborandoli ed utilizzandoli a nostro piacimento, anche in altri contesti.
Siamo pronti per entrare nel mondo di “Bird”? 

L’importanza di Charlie Parker

Raccontato anche in un bel film di Clint Eastwood dal titolo Bird, Charlie Parker non è stato solo un grande jazzista e padre del genere stesso, ma è stato un vero e proprio rivoluzionario e una di quelle figure mitologiche che si contano davvero sulle dita o poco ci manca, al pari di colossi quali Louis Armstrong, Thelonius Monk, Charles Mingus, Miles Davis, John Coltrane, Duke Ellington, Dizzy Gillespie etc..

Charlie Parker (a sx) accanto a un giovane Miles Davis
Charlie Parker (a sx) accanto a un giovane Miles Davis

Ma la vera forza di Parker è stata quella di aver portato all’estremo il cosiddetto “Bebop“, sottogenere del Jazz piuttosto vorticoso, vere e proprie montagne russe che lui è riuscito ad accelerare ancora di più, alzando l’asticella a livelli realmente inarrivabili dai più.
Lui stesso, peraltro, raccontava di aver “inventato” il Bebop per caso suonando il brano “Cherokee” di Ray Noble, interpretandolo da un punto di vista totalmente nuovo in merito a melodie, accordi e armonia, suonando su registri davvero molto alti.

Ancora oggi chiunque si avvicini al Jazz è costretto volente o nolente a fare i conti – è proprio il caso di dirlo – con la musica di Parker, cercando di carpirne il più possibile. Si può dire che Parker fosse un vero e proprio virtuoso dell’epoca, tuttavia mai in senso sterile, in quanto esaminando e anche rallentando i suoi fraseggi possiamo spesso scoprire dei panorami bellissimi.

Ecco perché, come abbiamo anche detto nell’introduzione a questa nuova rubrica video, questo mini-corso non è dedicato solamente ai jazzisti, visto che, qualunque sia il genere prediletto, studiare i fraseggi di Bird darà modo di ampliare enormente la propria visione sull’improvvisazione, abbandonando le geometrie sin troppo spesso imposte dalla chitarra.

Il brano di oggi, Now’s the Time

Per la prima puntata è il turno di “Now’s the Time“, brano composto da Parker nel 1945. Cominciamo a capire qual è l’idea di fondo che Parker utilizza per la creazione delle sue frasi.

Alla base del pensiero di Parker c’è la sovraimposizione degli arpeggi, ovvero, la costruzione di arpeggi partendo dai diversi gradi dell’accordo sottostante, aesempio: su un accordo di RE minore settima (re, fa, la do) si può suonare l’arpeggio di RE minore, di FA maggiore, di LA minore, DO maggiore, in modo da mettere in risalto le estensioni dell’accordo (prova la sonorità).

  • Arpeggio di FA maggiore: fa la do mi (rispetto al Re minore saranno: 3,5,9)
  • Arpeggi di LA minore : la do mi (rispetto al Re minore saranno: 5,7,9,)
  • Arpeggio di Do maggiore: do mi sol  (rispetto al Re minore saranno: 7.9.11)

Come tradizione dei miei articoli troverai qui sia la tablatura dei fraseggi per esercitarti. Buono studio!

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