Il disco è uno dei lavori discografici più importanti del chitarrista di Indianapolis che in quegli anni sta tracciando le sonorità dell’hammond trio e dando sempre più importanza alla chitarra nel Jazz come strumento solista.
Il trio è completato dall’hammondista Melvin Rayne e dal leggendario batterista Jimmy Cobb, che appena quattro anni prima, aveva registrato con Miles Davis in Kind of Blue.
Il solo parte due misure prima del chorus, ovvero al termine del tema, su un turn around che presenta le varie sostituzioni, Ab7(b9) al posto di D7, un Dbmag7 (prestito modale)al posto di Gmin7 ed infine un C7 alt in posizione di primo rivolto che risolve sul primo grado.
L’inizio del solo è estremamente rilassato sia dal punto di vista ritmico che dal punto di vista dalla presenza di poche note. Le frasi interessante notare come dal punto di vista ritmico partano molto spesso in quest’inizio di solo sul battere del 4 tempo o sul levare del terzo movimento della misura.
A misura 8 ecco la prima propria e vera “frase” che parte su Gmin7 dove troviamo un arpeggio di Dmin7 (la somma quindi tra l’armonia e la melodia ci da un accordo di Gmin7/9).
Questa poi continua anche sulla misura dopo dove l’accordo è Bbmin7 (IV min della tonalità) che chiude per poi chiudere sulla misura successiva, dopo aver utilizzato la scala di Bb minore melodica.
Nelle successive tre misure, l’inizio del B, il materiale melodico è sempre incentrato sul centro tonale, sulla scala pentatonica di F maggiore.
A misura dodici la seconda frase composta da semicrome che troviamo all’interno del brano, sempre suonando in tonalità. Interessante notare come gli accordi suonati da Mel Rhine all’hammond riprendano quelli utilizzati da Wes durante l’armonizzazione del tema a dimostrazione di una scelta pre concordata.
A misura 18 dove nel brano originale troviamo un C7, vediamo che qui viene anticipato da un Bbmin7 (come nell’esposizione del tema fatta in precedenza da Montgomery) dove il chitarrista suona molto sugli accordi di Bbmin e C7 alt.
Questa frase prosegue anche sulla misura successiva, ovvero la prima della seconda A del brano. Qui, siamo ancora a semicrome, dove suona una scala di F maggiore, dove l’unica nota “estranea” utilizzata come quarto sedicesimo della quartina del secondo movimento.
Questo permette alla scala che si muove in maniera discendente di “atterrare” sulla quinta nel movimento successivo, e proseguendo a muoversi di grado congiunto , sulla fondamentale.
Questo “far quadrare” una scala diatonica, modificandola da sette ad otto note, è un espediente molto utilizzato nel linguaggio del Jazz. In questo caso molto probabilmente la reazione di Wes Montgomery è stata istintiva, non sapendo probabilmente di star suonando quella che dopo la didattica del Jazz avrebbe classificato come una “scala be bop maggiore”.
Nella misura successiva una nuova frase a semicrome, che vede l’utilizzo dell’arpeggio dell’accordo. Molto interessante notare nelle due misure successive, sopra l’accordo di D7(alt) Wes Montgomery suoni dei piccoli frammenti di scala suonando su ottave differenti, creando un effetto di “botta e risposta”.
Alla fine della misura 22, ancora con l’accordo di D7(alt) come armonia ecco che comincia ad anticipare dal punto di vista melodico l’accordo successivo, cominciando a suonare le note di Gmin7, per poi suonare una frase molto lunga ed articolata che prevede l’utilizzo sweep picking (anche se il termine è improprio in quanto Wes Montgomery usava il pollice, ma l’effetto è veramente vicino a quello a cui siamo abituati con il plettro) e slide mentre dal punto di vista ritmico l’alternanza di sedicesimi e terzine di sedicesimi.
Nelle due misure successive, 25 e 26 ancora utilizzo di frasi costruite su arpeggi , suonate a semicrome. Successivamente ecco che la frase seguente anch’essa è raddoppiata e segue gli accordi, utilizzando la scala di G minore e D minore melodica , dove il settimo grado maggiore è utilizzato come nota d’approccio alla fondamentale dell’accordo.
A battute 29 e 30 una frase molto interessante dal punto di vista del materiale melodico. Infatti questa parte suonando la 6 maggiore e la quarta giusta in relazione all’accordo di Bmin7(b5) per poi continuare con un arpeggio di Dmin7 sovrapposto.
Sul V grado alterato (dominante del terzo grado della tonalità) , invece una frase dal sapore molto più blues grazie alla presenza di 5b, e compresenza di terza maggiore e nona diesis.
Nelle ultime due misure prima del turn around, bellissima sequenza d’arpeggi che riesce a seguire gli accordi, non risulatando mai banale e scontata all’orecchio dell’ascoltatore grazie alla maestria di Wes Montgomery di cambiare le figurazioni ritmiche, pur iniziando sempre dal secondo sedicesimo. Nelle misure del Turn around , vediamo riproposti gli accordi sul quale era iniziato il solo con una frase che alterna varie figurazioni ritmiche a semicrome che seguono l’armonia.
Questo solo di Wes Montgomery è esemplificativo di come si costruisce un solo e di come si possa raccontare una “storia”. C’è una perfezione dal punto di vista della forma, assoluta, un climax che cresce in maniera continua che è visibile non solo ad orecchio ma anche con gli occhi vedendo la parte, che da che è piena di pause e con poche note tende con il passare delle misure a diventare sempre più densa. Insomma una vera perla, lasciataci da uno dei più grandi musicisti di Jazz di tutti i tempi.
Repetita Iuvant…
(Analisi sintetica del materiale ritmico, armonico e melodico utilizzato)
- Arpeggi
- Pentatoniche
- Tecniche derivanti dal blues
- Minori armoniche
- Minori melodiche
- Capacità di suonare sugli arpeggi
- Approcci cromatici e diatonici
- Varietà ritmica
- Grande dinamica, anche all’interno di una singola frase
- Cura della forma e capacità di creare un climax all’interno del solo
Nella speranza che questa trascrizione e questa analisi vi possano essere d’aiuto, non mi resta altro che salutarvi e augurarvi/ci buono studio!
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