Un chitarrista come Wes Montgomery ha difficilmente bisogno di presentazioni, e seppure non siamo amanti del jazz, certamente non possiamo prescindere da un ascolto minimo delle sue imprese.
Per questo oggi vi propongo un brano decisamente avvincente, uno dei più “commerciali” della sua carriera, che ritengo quindi adatto per essere utilizzato come entry-level per chi di jazz è completamente a digiuno. Vi anticipo che però non è un brano di semplice esecuzione, quindi se pensate che il jazz sia tutto fatto di suono pulito e ballad lentissime, buttatevi alle spalle il pregiudizio e preparate il metronomo.
“Four On Six” è del 1960 e si trova su The Incredible Jazz Guitar, che ovviamente vi consiglio di ascoltare, ma la sua versione migliore si trova, a mio avviso, su di un album al quale sono particolarmente affezionato: Smokin’ At The Half Notes, registrato dal vivo nel 1965 insieme a Wynton Kelly.
In ogni caso parliamo di una pietra miliare della discografia di Wes, ricco di frasi ampiamente riutilizzabili e con un riff che vi creerà qualche rompicapo.
Inoltre è già al primo ascolto scoprirete la particolarità ritmica racchiusa nel suo titolo.
Partiamo con la nostra solita analisi della versione in dal vivo:
0:01 Partiamo proprio con il primo, magnificamente incastrato con la ritmica della batteria, ve lo riporto in questo articolo come materiale di studio. Per il momento non siamo in territori eccessivamente impervi. Tenete in considerazione che fondamentalmente potremmo immaginare una successione II – V in ogni battuta, e quindi un Gm7 –C7, per cui in base alle note suonate il riff risulta composta da prima e quinta giusta di ogni accordo.
0:13 Arriviamo al primo “stacco”, e qui se non siete pratici di certi voicings troverete già qualche piccola difficoltà. Considerando che si tratta di voicings decisamente riutilizzabili, vi consiglio di memorizzarli e trasportarli in altre tonalità: trovate tutto nel secondo PDF.
0:17 Un riff nuovo dopo l’altro, e infatti parte subito il tema centrale, che forse è quello più ostico di tutto l’insieme, soprattutto per una questione di diteggiatura. Quindi puntate a suonare in maniera composta e organizzata, altrimenti non riuscirete ad ottenere lo stesso sound di Wes (ovviamente scherzo, non ci riuscirete comunque 😀 ).
0:22 Attenzione a questi accordi, anche qui ci vuole un po’ di esercizio per farli suonare decentemente.
0:32 Dopo avere ripetuto parte del riff, la batteria lancia il solo di chitarra, che evolve in una marea di frasi che hanno definito il ruolo della chitarra nel jazz, che hanno ispirato una marea di chitarristi successi, che hanno fissato un termine di paragone ancora oggi irrangiungibile, fatto da un fraseggio geniale che in pochissimi hanno saputo imitare in maniera esaustiva. Spero vi stupisca, e non dimenticate che è tutto dal vivo.
2:30 Wynton Kelly non è decisamente da meno con il suo assolo di pianoforte.
5:27 Dopo una serie di assolo, che includono anche il contrabbasso e la batteria, si torna sul Riff, che chiude il brano esattamente come l’ha iniziato.
Insomma, un viaggio velocissimo, una toccata e fuga nel mondo del jazz, sfruttando l’opera di uno dei più grandi, se non il più grande chitarrista passato su questa terra. Spero possa essere di ispirazione per il vostro prossimo studio.
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