Wired è un album di Jeff Beck pubblicato nel 1976 registrato con musicisti di lusso di estrazione funk/fusion come Narada Michael Walden, Jan Hammer e Max Middleton.
Dopo il successo del suo album precedente, Beck mantenne i suoi due musicisti chiave per il seguito, il tastierista Max Middleton e il produttore George Martin. Beck, inoltre, incominciò una collaborazione con l’ex tastierista della Mahavishnu Orchestra, Jan Hammer e con il batterista Narada Michael Walden; il risultato di questa collaborazione fu un suono più sintetizzato di quello presente nell’album Blow by Blow, da ciò il nome dell’album Wired.
Nonostante la band del precedente album appaia in qualche traccia, quattro sono pezzi originali scritti da Walden e uno da Hammer.
Middleton contribuì all’omaggio ai Led Zeppelin, “Led Boots” e Beck decise di interpretare l’ode di Charles Mingus al saxofonista Lester Young, “Goodbye Pork Pie Hat,” da Mingus Ah Um, classico del jazz. Questi ultimi due brani sono rimasti una costante per molti anni nel repertorio live di Jeff.
“Led boots” apre con un intro di tre accordi: Fm-11, Ebm-11 e Bb/C. Dopo l’intro entra prepotentemente il riff portante nella tonalità di GM con le note della pentatonica di Gm aggiungendo la terza maggiore; tale riff viene eseguito con pollice e indice della mano destra.
Il tema principale viene suonato con il pollice e la leva, nel box della pentatonica minore, personalmente la prima parte la suono nel secondo box e la seconda parte nel quarto box.
Le note tenute della strofa normalmente vengono alzate con un mini- banding classico del repertorio blues. Jeff Beck durante l’esecuzione delle strofe si diverte a cambiare le ottave.
La parte dell’inciso è molto particolare poiché il brano va in 7/4 nella tonalità di CM. Come avete potuto notare è caratteristica dell’artista procedere con tanti piccoli riff i quali rimangono ben impressi nella mente.
Come strumentazione di base troviamo sempre un overdrive, delay, compressore e pick up al ponte. Come avete potuto ascoltare la mia versione differisce un po’ dalla versione in studio, mentre si avvicina molto alla versione del Live At Ronnie Scott’s.
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