Bentornati MusicOffili in questo quinto appuntamento video della mia rubrica Still Got The Blues, oggi prenderemo in analisi il solo di “It Hurt So Bad”, brano di Susan Tedeschi tratto dal suo secondo album “Just won’t burn” del 1998.
La canzone è stata scritta dal polistrumentista/autore vincitore di diversi Grammy Awards, nonchè produttore dell’album, Tom Hambridge.
Insieme a “Rock me baby”, anch’essa contenuta nel disco, “It hurt so bad” è una delle canzoni che più ha reso celebre l’artista e vocalist nativa di Boston. Il brano è di fatto quasi un tributo alla musica R’n’B anni ’50 con la sua progressione di 8 misure – non standard dunque – in 12/8, in tonalità di A Maj.
Il solo, suonato proprio dalla Tedeschi, parte con una misura di anticipo rispetto al chorus di 8 misure (esattamente come quello della strofa) in cui la chitarra resta da sola.
Dalla seconda misura in poi rientrano gli altri strumenti. Da qui notiamo subito un ottimo espediente sia ritmico che compositivo per costruire i nostri assoli: iniziare la nostra prima frase in levare mentre la band resta in silenzio.
La prima frase è costruita sull’arpeggio di A7 con un cromatismo sulla terza dell’accordo (C-C#) e a seguire ripete quasi la stessa idea variandola con dei bending.
Sul cambio di accordo (da A a E) utilizza un piccolo voicing a tre voci di E7 (D-E-B) che, spostato di tono con un veloce slide, arriva a E13 (E-F#-C#). Di nuovo, ottimo espediente melodico/armonico per sottolineare i cambi.
A dare un ulteriore sapore blues al fraseggio è il bending ripetuto di un quarto di tono alla battuta numero 6: ricordate sempre che nel blues non c’è maggiore o minore ma piuttosto una commistione dei due “mondi”.
Per concludere questo perfetto esempio di solo ben costruito, Susan arriva a sfruttare tutta l’estensione dello strumento suonando un ostinato sul A, triade, in XVII posizione, passando poi a D9 (C-E-A) e concludere nuovamente su A.
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