Nelle precedenti lezioni (Introduzione e primi esempi, Eruption) vi è stata presentata la tecnica del tapping ed una semplice applicazione. Ora cercheremo di approfondire tale argomento dal punto di vista tecnico proponendone degli usi avanzati. Prima di iniziare, però, urge fare qualche premessa. Vi consigliamo innanzitutto di esercitarvi su una chitarra acustica (conosciamo bene la morbidezza di quelle corde metallizzate…) o, se non l’avete, usate il canale pulito del vostro ampli senza appesantire il suono con effetti di qualunque tipo.
Non forzate mai l’esercizio oltre i vostri limiti fisici. Se avvertite dolore/stanchezza, è bene riposare. Questa tecnica sollecita parecchio i tendini, quindi è consigliabile anche un esercizio di stretching muscolare (per esempio stringere nella mano una pallina da tennis muovendo anche il polso) prima di iniziare a suonare. Esercitarsi “a freddo” con tale tecnica, infatti, può essere dannoso per il vostro tono muscolare e siccome noi stiamo attenti alla vostra salute… quando piove uscite con l’ombrello! Eh eh…
Altra premessa: riguardo la notazione, può capitare di trovare diversi modi di indicare il tapping, o meglio, la nota da “colpire” con la mano destra (sinistra per i mancini). Il più diffuso è sicuramente la “T” sopra la nota, ma non stupitevi se incontrerete il simbolo “+” o “RH” (che sta per right hand… anche se è poco rispettosa riguardo i mancini). Sappiate però che un buon trascrittore propone sempre una chiara legenda dove vengono spiegati tali simboli. In questo caso, nei tre esempi di questa lezione, sono stati usati questi simboli: T – la nota da “colpire”.
P – Pull-off, ovvero legato discendente.
H – Hammer-on, ovvero legato ascendente. Ebbene sì, il plettro non è proprio stato usato!
Il modo più diffuso (e semplice) di usare il tapping è l’arpeggio su una corda di tre note (spesso triadi), come nel celeberrimo “Eruption” di Van Halen.
Il principio è molto semplice, perché basta concentrarci su una sola corda, inquadrare le note da suonare, “colpire” la più acuta, ovvero, suonarla con l’indice o il medio della mano destra, sinistra per i mancini, (alcuni, come Satriani, usano alle volte anche il plettro per colpire) facendo una decisa quanto rapida pressione sulla corda, per poi rilasciarla cercando di suonare un “legato” con la nota successiva (che sarà sicuramente più grave). Questa è la fase più difficile da spiegare, ovvero il rilascio della nota “tappata”, ma appena realizzeremo i primi videoclip didattici vi sembrerà un gioco da ragazzi… In sostanza dovremo realizzare un legato fra due note, utilizzando entrambe le mani. Le due note successive generalmente si trovano vicine tra loro (al massimo una terza maggiore – 4 tasti di distanza), quindi basta suonarle in successione con un hammer-on o un pull-off (legato ascendente o legato discendente), in base alla posizione più acuta o grave delle due note suonate dalla mano sinistra (destra per i mancini). Qui di seguito trovate un semplice esempio che spero chiarisca quanto fin qui spiegato. Ascolta l’esercizio 1 Bene, fin qui nessun problema, spero. Ma se volessimo applicare la tecnica del tapping per suonare triadi in “verticale” (su più corde) anziché in orizzontale (su una corda)? Eh, beh, riscaldatevi un po’ le mani perché ora suoneremo qualcosa di più impegnativo.La prima cosa da fare è visualizzare non più su una sola corda, ma su tutte (o quasi) le corde, almeno le triadi (in seguito potrete applicare tale tecnica anche per arpeggi di accordi più complessi). Mettete a fuoco due diteggiature (in questo caso) consecutive della stessa triade, ed il grosso è fatto. Quella più acuta la suoneremo solo con la mano “tappante” (che neologismi…), quella più grave con la mano sinistra (i mancini al contrario). L’esempio successivo spero chiarisca la conturbante spiegazione.Ascolta l’esercizio 2 In sostanza ho suonato due accordi, Mi maggiore e Si maggiore, inquadrando per ognuno due diteggiature diverse della stessa triade. Una è stata suonata con una mano, l’altra con la restante mano.
Ed ora il gran finale.
Nel primo esempio abbiamo padroneggiato le triadi in tapping in “orizzontale”, ovvero su una sola corda. Nel secondo, in “verticale”, cioè su più corde. Avete mai pensato di usare entrambi i modi contemporaneamente? Eh eh, alcuni la chiamano la tecnica del polipo, ma non spaventatevi, è solo questione di esercizio, sono sufficienti due mani! Se avete familiarizzato con gli esercizi precedenti, non credo di dover aggiungere molto per presentare l’ultimo, che in sostanza combina quelli precedenti. Ascolta l’esercizio 3 Ho utilizzato ancora il Mi maggiore ed il Si maggiore, per avere un confronto più immediato con il secondo esercizio.
Per concludere, cito qualche “tappatore” formidabile; oltre ai “soliti” Vai e Satriani, cercate materiale (o semplicemente ascoltate), se vi interessa il tapping, su Dave Celentano, Greg Howe, Ritchie Kotzen, Nuno Bettencourt, Jennifer Batten, T. J. Helmerich, Roy Ashen… Van Halen.
Nella prossima lezione troverete usi avanzati del tapping sulle scale (tapping scalare) e… altre sorprese!
Buon lavoro!
Tapping avanzato Pt.1
Nelle precedenti lezioni (Introduzione e primi esempi, Eruption) vi è stata presentata la tecnica del tapping ed una semplice applicazione. Ora cercheremo di approfondire tale argomento dal punto di vista tecnico proponendone degli usi avanzati. Prima di iniziare, però, urge fare qualche premessa. Vi consigliamo
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