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Tutte le tecniche della chitarra: la plettrata

Ecco a voi il primo articoli di una serie che abbiamo chiamato "Tutte le tecniche della chitarra", in cui condenseremo, con relativi aggiornamenti futuri, tutta la didattica chitarristica presente su Musicoff.

Ecco a voi il primo articoli di una serie che abbiamo chiamato “Tutte le tecniche della chitarra“, in cui condenseremo, con relativi aggiornamenti futuri, tutta la didattica chitarristica presente su Musicoff.

Il primo passo non riguarda, come si potrebbe pensare, la mano sinistra (o destra per i mancini), cioé quella che si muove lungo manico e tastiera dello strumento e che ogni giorno prova a diventare più “funambolica” nei movimenti delle dita.
Prima di tutto dobbiamo occuparci di quello che è il vero e proprio “motore” del nostro suono: la plettrata.

Perché lo chiamiamo il motore? Semplice, se la vostra mano plettrante non funziona come si deve, se non è decisa, precisa, se non è in grado di seguire la ritmica con un perfetto timing, allora è totalmente inutile che con l’altra mano sappiate arrivare a velocità smodate.
Questo perché il vostro suono sarà sempre “muddle” come dicono gli inglesi, cioé un guazzabuglio moscio e impreciso, con una dinamica – termine importantissimo – assai altalenante.

Quando ascoltate un grande chitarrista, ascoltate la plettrata o ancora meglio, se ne avete la possibilità, guardate le singole tracce audio registrate. Nei momenti in cui la plettrata deve essere costante, quasi non vedrete un colpo diverso dall’altro, un po’ come i bravi batteristi sul rullante. Nei momenti in cui la dinamica deve essere dosata con gusto, la vedrete gestita con impressionante consapevolezza.
La mano plettrante, in effetti, non ha dinamiche poi così dissimili da quelle di un buon batterista, con tutte le differenze del caso ovviamente.

Quindi, per non essere una “ferrari con una ruota bucata”, cioé uno di quei chitarristi che sul palco mostrano tanta tecnica da un lato, ma una plettrata a mezzo servizio dall’altro, iniziamo a migliorare con le seguenti lezioni.
Non aspettatevi un ordine in stile “manuale”, mettiamo in luce concetti ancor più importanti degli esercizi meccanici che potete oramai trovare dovunque in rete (e anche qui su Musicoff abbiamo una sezione dedicata al workout giornaliero).

Prima di iniziare, vi ricordiamo che oltre a questi video troverete anche molti articoli testuali con tanti esercizi utili nel nostro archivio, facendo una ricerca sul portale come ad esempio plettrata, hybrid picking, ecc.
Vi invitiamo anche a consultare il nostro Forum di Didattica Chitarra, in cui sono sicuramente molti i topic sull’argomento anche in questo caso da ricercare nei vasti archivi a disposizione.

La dinamica e l’uso del plettro

Prima di tutto: non fate caso alla qualità del video. Si tratta di un filmato che ha oramai quasi 10 anni, torniamo quindi molto indietro nella storia di Musicoff, ma ciò non vuol dire che quello che viene detto nella lezione non sia importante e ancora attuale.
Si parla di plettro e di dinamica. Come vi abbiamo detto sopra, quest’ultima è fondamentale. In tutto. La musica è fatta di dinamiche e se non siete in grado di controllarle, non state suonando musica. 
E, ovvio, ci vuole anche il mezzo adeguato, cioé il plettro stesso, che va scelto in maniera oculata.

Il Funk… che c’entra?

Tra i generi che ci insegnano molto bene a gestire la “costanza” della nostra plettrata, la sua uniformità in situazioni ritmiche, il Funk non ha eguali. Le parti ritmiche di questo genere musicale mettono sulla strada di sciogliere e allenare la mano plettrante come nessun altro.
Anche stavolta siamo di fronte a video piuttosto vecchio, ma come quello sopra, ancora validissimo. A questo link le tablature.

Facciamo un salto nel tempo di qualche anno e parliamo sempre di Funk e di plettrata con Vince Carpentieri, un vero esperto al riguardo. A questo link le tablature.

Sempre di groove e di Funk si parla con Carlo Fimiani, con il quale vediamo prima le divisioni ritmiche della plettrata e poi qualche brevissimo fraseggio inserito durante l’accompagnamento, in modo da allenare al plettrata a coordinarsi tra le due cose.

#1 – TABS

#2 – TABS

Ritmica & Groove

Sciolta la mano, è bene concentrarsi su qualcosa che abbia un po’ più di “groove” (e finalmente incontriamo anche la famigerata plettrata alternata, con movimenti “su/giù” sulla singola corda).
Il termine groove è nato a metà tra una caratteristica musicale (una serie ritmica che si ripete) e un portamento coinvolgente, quello che ti fa battere il piede, che senti nello stomaco, che ti rende impossibile rimanere fermo. È una caratteristica nata dalla black music e poi, fortunatamente, fatta propria anche da molti altri generi.
Inutile dire che la mano plettrante la “mamma” del groove sulla chitarra. E chi meglio di Ciro Manna può spiegarcelo…
A questo link le tablature.

Non si plettrano solo le note

Eh? Già, avete capito bene, esistono anche le cosiddette “ghost note” o forse sarebbe meglio riferirsi a termini più rustici quali “stoppati” o altro. Soprattutto nel playing blues e rock, è importante arrivare a volte a plettrare non solo sulla singola corda o su tutto un accordo, ma anche coinvolgendo alcune corde “mutate”, sempre con l’uso della mano plettrante.
Iniziamo a capire di cosa stiamo parlando con il buon Tommy Dell’Olio.

Siamo tutti figli del Rock-Blues

Anche se non è il vostro genere, è inutile negarlo. Tolti i chitarristi classici e quelli jazz (periodo pre-fusion), siamo tutti figli della rivoluzione chitarristica degli anni ’60 e decenni seguenti. 
Certo, potete emulare Jimi Hendrix o Stevie Ray Vaughan sulle note degli assoli, ma avete la loro stessa ritmica sulla mano plettrante durante gli accompagnamenti? E, a dirla tutta, anche durante i soli?
Ottimi in questo caso sono gli approfondimenti di un chitarrista Rock-Blues al 100% come Vincenzo Grieco.

#1 – TABS

#2 – TABS

#3 – TABS

Non devi sempre plettrare tutto

Usciamo un attimo dalle strette regole della plettrata alternata. Non dobbiamo per forza plettrare sempre tutto. Ci sono altre tecniche, come il legato, che ci aiutano nei nostri fraseggi.
Ciò non toglie, che per fare un buon legato, la nota plettrata deve essere colpita con il giusto metodo e bisogna anche capire quali note plettrare e quali no.
Ancora una volta, ce lo spiega Vincenzo Grieco.
A questo link le tablature.

Chicken Picking/Hybrid Picking

Strani nomi, a tratti un po’ ridicoli. Comunque vogliate chiamare questa tecnica e discutere delle sfumature sulle denominazione, ciò di cui parliamo è essenzialmente un “aiuto” che diamo alla plettrata con le dita restanti della mano. In fondo, sono lì a non fare nulla, perché non usarle ogni tanto?
Così, si colpisce la nota col plettro e intanto si pizzica con una delle dita libere (solitamente il medio o l’anulare). L’estremizzazione della tecnica è il Chicken Picking, usato in maggior parte nella Country Music, che consiste nell’alternare plettro e dita in maniera serrata, producendo il tipico effetto che avrete sentito centinaia di volte dai funambolici chitarristi Country.
Partiamo proprio da quest’ultimo per poi passare invece all’Hybrid Picking.

Chicke Picking by Antonio D’apolito – TABS

Hybrid Picking by Tommy Dell’Olio #1 – TABS

Hybrid Picking by Tommy Dell’Olio #2 – TABS

Hybrid Picking by William Stravato – TABS

Una plettrata bionica

In questi ultimi video ci occupiamo di quelli tra voi che desiderano mettere l’acceleratore a tutto gas. E innanzitutto lo facciamo con il mitico Andrea Martongelli degli Arthemis.
Allacciate le cinture e occhio a plettrare in maniera precisa, non fate polpettoni di note!

A questo link le tablature.

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