Croce e delizia dei chitarristi dal 1990, questa canzone è un vero terreno di prova per le abilità tecniche di ogni amante della 6 corde, il tutto unito a un tocco e una musicalità ovviamente fuori dal comune, forse uno dei pochi pezzi tecnicamente assai complicati ma allo stesso tempo col tema principale da poter fischiettare sotto la doccia.
Ma su cosa poggia molto dello stile da “pentatonica evoluta” di Johnson?
Innanzitutto su un uso ampio e molto attento delle triadi late (Open Triads), cioè quelle triadi in cui le voci sono disposte su ottave diverse. Rivolti e intelligenti trasposizioni fanno di Eric Johnson un vero maestro in questa pratica, un efficace arrangiatore che non fa mai nulla per caso e che mantiene un’eleganza sempre molto raffinata nella costruzione dei suoi brani.
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