Benvenuti in questa nuova rubrica, che chiameremo Jazz Rock Improvisation Techniques, una serie di lezioni dove esporre dei concetti che possano servire nell’apprendimento delle nozioni teoriche, armoniche e tecniche considerate alla base della conoscenza di ogni musicista.
L’intento è raccogliere una serie di argomenti per soddisfare le esigenze didattiche, fondamentali per la crescita e la formazione professionale di un musicista, e mi ha permesso di segnalare quegli argomenti per me fondamentali per il raggiungimento di questo scopo.
Conoscere, cioé, a fondo quelli che sono gli aspetti teorici, armonici o prettamente tecnici, sicuramente uno strumento indispensabile per chiunque voglia intraprendere gli studi musicali, con serietà e con la prospettiva di poter far diventare questa propria passione in un lavoro, che possa col tempo regalare delle soddisfazioni a livello personale e professionale.
In questa rubrica, che mi auguro possa crescere nel tempo diventando un punto di riferimento per ogni chitarrista, saranno esposti in maniera graduale e progressiva quegli argomenti che sono alla base dell’improvvisazione, sia di natura armonica che melodica, evidenziando lo stretto legame che c’è tra la teoria e la pratica sullo strumento.
Diatonic & Chromatic Concepts in Jazz Improvisation
Per il nostro primo appuntamento ho scelto di trattare e condividere con voi uno degli aspetti che, a partire dagli anni ’40, con l’avvento del Bebop e grazie a straordinari musicisti e precursori del jazz moderno, avrebbe influenzato il modo di suonare e rivoluzionato il linguaggio delle nuove generazioni, sia dal punto di vista melodico che armonico con l’introduzione dell’innovazione più importante, ovvero, l’utilizzo delle note di approccio.
È fondamentale ricordare che musicisti importanti come il pianista Thelonius Monk, il batterista Kenny Clarke, il chitarrista Charlie Christian, il trombettista Dizzy Gillespie e il sassofonista contralto Charlie Parker hanno contribuito alla nascita del jazz moderno e, anche se, l’uso delle note di approccio nel jazz, specialmente nel Dixieland è sempre esistito, con il Bebop diventa una vera e propria prassi stilistica.
Il lavoro che andremo a fare in questo percorso, iniziato oggi ma che continueremo nei prossimi articoli, sarà quello di analizzare e studiare in maniera progressiva, minuziosa ed esaustiva questo tipo di approccio, prima diatonico poi cromatico, applicato all’improvvisazione e non solo.
Nei prossimi appuntamenti tutti gli esempi riportati saranno inoltre accompagnati dai rispettivi file audio, utili per ascoltare l’esempio appena esposto.
Linee Melodiche – Suoni o note cordali, tensioni e Note di Approccio
I temi presenti nei brani della tradizione Bebop, chiamati Heads, sono scritti in linea di massima seguendo gli stessi concetti applicati all’improvvisazione. Un’attenta analisi di un qualsiasi tema e non solo Bebop, ci aiuterà a comprendere le tecniche utilizzate per lo sviluppo melodico del tema stesso.
Analizzare una melodia è fondamentale in quanto ci rendiamo conto che alcune note faranno parte dell’armonia sottostante; possiamo incontrare suoni cordali o tensioni, le note che formano l’accordo ricoprono infatti una grande importanza dal punto di vista melodico, soprattutto se poste sui tempi forti della battuta; possiamo incontrare invece altri suoni che non hanno alcuna relazione con l’accordo o la scala, suoni che hanno più una funzione ornamentale, che si muovono in maniera orizzontale e risolvono per grado congiunto sui gradi importanti dell’accordo; queste sono le note di approccio.
Analisi delle linee melodiche
Da questo momento in poi con il termine linee melodiche intenderò sia frammenti melodici che riguardano i temi sia frammenti melodici che riguardano l’improvvisazione, entrambe utili ai fini dell’analisi melodica e lo studio di questa tecnica.
Analizzare una linea melodica non è facile soprattutto in un contesto moderno, ed è per questo che adotteremo un metodo di classificazione delle note che sia il più semplice e chiaro possibile. Di seguito è illustrato questo metodo che prevede la classificazione delle note nelle seguenti categorie:
- Note dell’accordo (I) oppure semplicemente (1 3 5 7)
- Note di approccio diatonico (s)
- Note di approccio cromatico (c)
- Tensioni (T)
- Risoluzioni ritardate (d.r.) “delayed resolution”
- Doppio approccio cromatico (d.c.) “double chromatic approach”
- Tensioni che risolvono scendendo di grado (Hi-Lo)
- Variazioni (Lo-Hi-Lo; Hi- Chromatic-Lo; Lo-Hi-Chromatic-Lo)
Non è detto che quanto esposto sopra sia l’unico sistema di classificazione esistente, ma di sicuro il più completo e se studiato sarà possibile utilizzarlo anche per l’armonizzazione a più voci di una melodia durante la stesura di un arrangiamento. Ma non è questo il caso!
Con questa mia introduzione si conclude la prima parte che riguarda la classificazione e l’utilizzo delle note di approccio.
Grazie per l’attenzione e vi aspetto al prossimo appuntamento della rubrica, buona Musica!!!
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