Già solo l’idea di dover lavorare su una Custom Shop è alquanto bizzarra, ma in effetti il mio socio Fabio Gobbi ed io abbiamo dovuto intervenire laddove il Custom Shop, per scelte politiche, non intende arrivare, ovvero: configurazioni elettroniche fuori dagli standard e l’acciaio per i tasti.
Una Ibanez LACS, perlomeno le due su cui Fabio ed io abbiamo avuto la fortuna di lavorare (l’altra è stata realizzata per Marco Sfogli), sono al livello delle top di casa Ibanez, le J.Custom, con la particolarità però di essere pezzi unici.
Scelta dei legni, precisione costruttiva, tagli, incollaggi, assemblaggi e finiture sono al top.
La chitarra sarebbe stata utilizzata da Alessandro dal vivo con i Nine Inch Nails, quindi niente compromessi: tutto doveva essere al massimo della resa sonora, dell’usabilità e dell’affidabilità.
Dopo le magie di Fabio (di cui vi parleremo nel prossimo articolo, NdR), si è deciso di montare tasti in acciaio inossidabile, dei jumbo Jescar #57110-S.
Detto fra noi, li avrei installati anche se fossero stati già installati: niente al mondo mi avrebbe impedito di coronare un sogno così utopico e irrealizzabile che mi si presentava davanti, e di poter dire un giorno “ho fatto i tasti alla LACS di Cortini sfoggiata con i Nails“.
È come boostare il curriculum e l’autostima di un buon +100dB in un colpo solo. Quando ci penso, fatico ancora a crederci.
Ma bando alle ciance: ho proceduto a smontare la chitarra fino all’ultima vite. Non che fosse strettamente necessario, era più per mia personale curiosità nei confronti di uno strumento unico realizzato interamente a mano dagli stessi liutai che costruiscono per i nostri grandi miti: Vai, Satriani, Gilbert, Timmons ecc.
Poi ho estratto i tasti originali (rimanga tra noi: li tengo ancora da parte come feticci, nel cassetto dei miei segreti), livellatina di sicurezza alla tastiera, e via coi tasti eterni.
Una volta rimontato il tutto e incordato con le corde richieste, le Ernie Ball Cobalt 9/46, ho messo a punto un setup decisamente più estremo di quello originale, anche perché comunque Alessandro non è solo il massimo Guru mondiale dei synth e delle atmosfere oniriche che io amo tanto, ma anche un vero shredder patentato al Musician Institute di Los Angeles!
Il massimo dei massimi è stato quando, pochi mesi dopo, Alessandro è stato intervistato nientemeno che sul famosissimo Rig Rundown di Premier Guitar, il non plus ultra per noi fanatici dei segreti e dei dietro le quinte di band e chitarristi ai vertici mondiali. Qui ha mostrato la chitarra e i nostri lavori, menzionandoci come “My italian friends, Fago and Migi: they’re the best“.
Per me, da anni assiduo frequentatore di Rig Rundown, è stata un’esplosione di gioia a livelli siderali, la stessa che ho provato nel lavorare per un Artista che, tra l’altro, quest’anno è stato insignito del prestigiosissimo Rock And Roll Hall Of Fame insieme ai Nine Inch Nails, nonché il mio preferito in assoluto e tra gli amici più speciali.
Grazie Alessandro!
Ed ecco anche lo speciale commento dello stesso Alessandro Cortini sul lavoro effettuato!
Michele e Fabio sono entrati nella mia vita attraverso la comune passione per un mondo chitarristico colorato e tipico dei primi anni ’90… quando io ero un bambino, insomma. Avendo ottenuto un endorsement con Fender ed in questo caso Ibanez, la mossa successiva è stata quella di contattare questi due diavoli per donare un po’ di cure alle mie chitarre.
A parte la professionalità e il chiaro amore e passione per gli strumenti, ho trovato un’amicizia e un legame che sono ancora più importanti del lavoro per cui sono diventati famosi, che comunque parla da sé, in quanto le chitarre che mi hanno “rinfrescato” sono quelle che hanno meno bisogno di attenzione giornaliera e performano come il giorno in cui mi sono state consegnate. Insomma, professionisti sia a livello di liuteria ed elettronica che a livello umano. Più unici che rari!
Nella prossima puntata vedremo più da vicino anche il lavoro effettuato da Favio Gobbi alias F.G.-Cable Pro sulla parte elettronica dello strumento!
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