La tavola armonica nella chitarra Archtop è l’elemento che la differenzia principalmente dagli altri tipi di chitarra. Viene scolpita da una tavola solida di abete rosso che può avere diverse provenienze geografiche.
I più adottati sono l’abete Europeo (famoso quello della Val di Fiemme per il tradizionale uso nella costruzione dei violini), l’Adirondack, di provenienza nordamericana, l’Engelman e il Sitka.
L’abete è un legno chiaro, quasi bianco, molto poroso, leggero e resistente, con caratteristiche strutturali che lo rendono perfetto all’applicazione in campo acustico, tanto da essere utilizzato non solo nella liuteria, ma anche nella costruzione di pianoforti e di moltissimi altri strumenti musicali. Le sue caratteristiche di alta resistenza unite alla leggerezza l’hanno reso il materiale perfetto anche per le prime applicazioni aeronautiche.
La tavola armonica viene ricavata da un blocco solido di abete con taglio radiale aperto ed incollato a libro, in maniera tale che la vena risulti perfettamente perpendicolare alla superficie della tavola, molto stretta, parallela ed omogenea, per ottenere la massima resistenza possibile e permettere quindi di alleggerirla il più possibile.
Lo spessore di partenza è piuttosto alto, intorno ai 30 mm, ed è successivamente scavato fino ad ottenere un top bombato simile al guscio di una noce (da cui il nome inglese Archtop, da arch, curvato e top, tavola).
Successivamente a spessori di pochi millimetri, variabili in base alla zona, alle caratteristiche tecnico-acustiche del legno utilizzato, alla sensibilità del costruttore viene lavorata nella parte interna e portata risultato che questi vuole ottenere.
All’interno della tavola vengono incollate quelle che comunemente sono chiamate catene, fondamentali per la resistenza strutturale alla pressione delle corde e per la produzione e definizione del timbro della chitarra. Sono generalmente due, in abete dello stesso taglio descritto per la tavola armonica, incollate perpendicolarmente al piano.
Anche se non mancano numerosi esempi di variazioni importanti, inizialmente le catene erano incollate parallelamente tra loro. Ora, soprattutto dopo le ricerche di Loyd Loar negli anni ’20 e all’opera del liutaio newyorkese D’Angelico a partire soprattutto dagli anni ’40.
Successivamente a spessori di pochi millimetri, variabili in base alla zona, alle caratteristiche tecnico-acustiche del legno utilizzato, alla sensibilità del costruttore e al viene lavorata nella parte interna e portata un sistema molto usato è quello di incrociare le catene ad “X”, che produce notevoli variazioni timbriche, soprattutto in termini di sustain (la durata del suono nel tempo) e di volume.
Un altro materiale utilizzato per la costruzione della tavola armonica, così come anche del fondo, è il laminato, ricavato dall’incollaggio a caldo di vari fogli di legno molto sottili sotto elevate pressioni in appositi stampi.
Sebbene tale materiale si sia diffuso principalmente tra i produttori industriali grazie al suo costo contenuto, a livello acustico questo sistema produce comunque risultati molto interessanti da cui, tra gli altri motivi, l’enorme successo dello storico modello ES 175 di casa Gibson. Tra i contrabbassisti Jazz, ad esempio, sono più diffusi gli strumenti con fondo laminato che con fondo massello.
La tavola armonica della chitarra Archtop può avere varie misure, generalmente indicate dalla larghezza della cassa nella parte inferiore, nel punto più largo della chitarra, tradizionalmente espresse in pollici.
Sebbene oggigiorno le misure più diffuse siano due, 16 e 17 pollici, non mancano modelli di misure intermedie, più piccole o ben più grandi, da 18 e 19 pollici.
Famose le enormi chitarre del liutaio Stromberg di Boston, con una sola catena trasversale, costruite in particolare per l’uso orchestrale e la Super 400 della Gibson, da 18 pollici.
Questo articolo è tratto dal libro La Chitarra Jazz Suoni e Colori scritto a quattro mani con l’amico liutaio Erich Perrotta.
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