Ai lati del ponte si trovano le aperture cosiddette ad “f“, derivate dai violini, che possono essere considerate il tratto distintivo del costruttore, la firma quasi. Di varie fogge e dimensioni, la loro misura e posizione è fondamentale nella produzione e propagazione del suono.
Oramai uno standard, le “f” hanno soppiantato quasi del tutto la buca circolare, inizialmente molto più diffusa di oggi.
Il fondo è generalmente in acero, insieme alle fasce di solito costruite con lo stesso tipo di legno, la cui provenienza può essere europea o nordamericana. Ci sono molti tipi di acero, distinti tra loro per il tipo di “disegno” che le loro venature creano. Molto pregiati sono gli aceri con numerose marezzature, sebbene questi non abbiano caratteristiche superiori in termini di qualità acustica.
Il fondo viene lavorato in maniera molto simile a quella della tavola armonica. Ricavato generalmente da una tavola aperta e incollata a libro, si trovano però anche fondi da pezzi di legno unici con taglio trasversale, poiché esso non deve sostenere le stesse pressioni della tavola. Ciononostante il fondo è molto importante, a sua volta, nella produzione del timbro della chitarra e nel controllo dell’effetto Larsen, o feedback.
Le fasce, dello spessore di circa 2 millimetri, vengono piegate a caldo ed inserite all’interno della forma della chitarra che ne delimita il perimetro.
La cassa può prevedere un incavo sul perimetro nella zona in cui il manico si innesta alla cassa, chiamato spalla, che serve ad agevolare l’accesso della mano sinistra (per i chitarristi destri!) agli ultimi tasti della tastiera.
Ci possono essere due tipi di spalla, alla veneziana, quella curva e più diffusa, e alla fiorentina, quella appuntita tipica della Gibson ES 175. La presenza o l’assenza della spalla influisce sicuramente ed in maniera evidente sul risultato acustico dello strumento. Si tratta quindi di valutare quanto la possibilità di accedere a un numero superiore di tasti sia necessaria al chitarrista.
A questo punto vengono incollate lungo i due perimetri, superiore ed inferiore, delle listarelle, chiamate controfasce, di vari tipi di legno a seconda delle preferenze del costruttore, che servono ad aumentare la superficie di incollaggio tra la tavola, il fondo e le fasce.
Nella parte superiore ed inferiore, all’interno delle fasce, vengono incollati dei blocchetti di legno, abete, mogano o tiglio, chiamati zocchetti. Quello superiore serve ad accogliere l’innesto del manico, quello inferiore per la giunta delle fasce e per poter inserire il bottone (ed in genere il jack d’uscita della parte elettronica) senza indebolire la zona.
Una volta che fasce, tavola e fondo sono pronte, vengono incollate e la cassa è pronta per essere filettata.
Questo articolo è tratto dal libro La Chitarra Jazz Suoni e Colori scritto a quattro mani con l’amico liutaio Erich Perrotta.
Aggiungi Commento