Joe Duplantier è il frontman della band technical death metal Gojira, un gruppo tra i più osannati nella scena della musica heavy che è riuscito ad emergere dalla nicchia del suo sottogenere – nonché del Paese di provenienza, la Francia – grazie a prolifiche vene creative e sperimentali. Nel 2017 vennero doppiamente candidati ai Grammy per il loro noto album Magma.
La chitarra che imbraccia Duplantier è stata costruita in ogni dettaglio secondo le sue esatte specifiche, partendo dalla tipologia di body San Dimas® Style 2. Quest’ultimo è realizzato in mogano, legno particolarmente adatto a suoni caldi e corposi, rivestito da una vernice totalmente trasparente satinata.
Inutile ricordare le forme, ma in questo caso, essendo Charvel proprietà di Fender, tutto rientra nei canoni consentiti, come anche la paletta che è appunto una Licensed Fender® Telecaster®.
Anche il manico in scala 25.5″ è in mogano, di costruizione bolt-on e rinforzato con grafite. La tastiera è in bellissimo e scuro ebano, su cui poggiano i particolari e generosi segnatasti rettangolari in madreperla.
Il raggio di curvatura è un moderno e comodo compound 12″-16″, i tasti sono 22 Jumbo. Finitura ad olio per il retro del manico.
Passando all’elettronica, i pickup sono due humbucker, un Joe Duplantier Signature DiMarzio® Fortitude™ al ponte e un DiMarzio® PAF® 36th Anniversary al manico.
I magneti vengono controllati da un selettore classico a tre posizioni, dopodiché tutto si riduce al solo potenziometro per il volume, nessun controllo di tono è presente, segno del volere di Duplantier di non mettere alcun filtro tra pickup e uscita verso l’amplificatore e che il suono dello strumento è stato concepito come già equilibrato in ogni sua frequenza sui gusti dell’artista.
L’hardware vede un ponte fisso con tailpiece Charvel® Fully Adjustable Radius Compensated Bridge e le meccaniche sono delle autobloccanti Charvel®-Branded Die-Cast Locking.
Se può sembrare strano un look del genere, molto anni ’70, e delle specifiche così retrò per una chitarra destinata a un genere che viene chiamato “technical death metal”, è invece la conferma che la differenza sta nelle mani e nella mente dell’artista, che imbraccia uno strumento non perché teoricamente votato a un genere o a un altro, ma perché il suono che ne riceve è quello giusto per i suoi scopi.
In questo caso lo strumento è pronto a scaldare, e parecchio, tutta la tecnica che viene messa nel suonarlo.
In particolare, la scelta dei pickup è stata dettata dal voler un suono robusto, particormente corposo sulle basse frequenze, soprattutto al ponte, il che ha portato all’ideazione del magnete signature. Il PAF al manico è invece un classico che Duplantier stesso ha dichiarato di amare da sempre.
Una bellezza “cruda”, adulta, “raw” direbbero gli inglesi, quella di questa signature, ma che sarà sicuramente apprezzata da tanti chitarristi, a prescindere dal voler emulare o meno i suoni dei Gojira, poiché la chitarra si presta anche ad usi e obiettivi personali pur essendo concepita come signature.
Il tutto a un costo assolutamente lontano dai lidi delle più care chitarre firmate, bensì assolutamente abbordabile da chiunque.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale.
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