Il microfono è uno strumento molto importante nella vita di un musicista, da lì passano le frequenze del nostro suono: costruzione, qualità, tipologie, modelli e posizionamento, sono parametri di cui tener conto.
Poi c’è l’ambiente in cui è immerso il nostro suono e quindi la sua relativa registrazione attraverso il microfono: come viene preamplificato e il cablaggio sono alcuni degli aspetti apparentemente secondari, ma non per questo di minor importanza.
Quindi vediamo un po’ di capire meglio il suo funzionamento e soprattutto di cosa potremmo aver bisogno se decidessimo di fare un acquisto mirato per la chitarra.
I microfoni si suddividono in due principali categorie: dinamici e a condensatore.
Il microfono dinamico al suo interno ha un diaframma inserito in un campo magnetico, che trasforma il movimento di questo diaframma (dato dallo spostamento d’aria) in un segnale elettrico. Il suo funzionamento è molto simile a quello del pickup attraverso il principio del magnetismo.
Questa categoria di microfoni è particolarmente indicata per i live (ad esempio, il classico Shure SM58) o per microfonare il cono dell’amplificatore che riproduce il nostro suono (registrando anche qui con il classico Shure SM57).
Questi microfoni hanno la caratteristica di poter reggere grandi volumi e con il distanziamento dalla fonte sonora si ha un drastico, ma proporzionale, abbassamento di volume.
Quindi con la voce si possono creare diverse sfumature semplicemente allontanandolo dalla bocca, mentre con la chitarra si possono ottenere diversi sound sperimentando attraverso piccoli spostamenti di massimo un centimetro per volta, sia come distanza, che con il posizionamento dal centro al bordo del cono. Senza contare inoltre l’inclinazione rispetto al cono.
Il microfono a condensatore, invece, è principalmente indicato per un impiego in studio di registrazione. Questa categoria di microfoni, infatti, è molto più delicata, cattura il suono con meno enfatizzazione di certe frequenze (medio alte) rispetto ai microfoni dinamici e anzi, cattura uno spettro di frequenze molto ampio.
Con un condensatore il suono è più naturale e la gamma in frequenza viene rispettata nella sua totalità. Particolarmente indicati per la voce e per gli strumenti acustici, ma vedremo come possono essere utilizzati anche per la chitarra elettrica. Costano un po’ di più rispetto ai dinamici.
Nell’esempio video, facendo la dovuta premessa di dotarsi di un buon ascolto (no cellulare e simili), si può sentire la differenza di colore del suono tra un microfono e l’altro.
L’SM57 è decisamente più pronunciato sulle frequenze medio alte e il condensatore risulta più aperto come suono.
Come primo acquisto per il chitarrista neofita che si dedica all’home recording di qualità, ma non ha necessità di esibizioni live e vorrebbe registrare la solid body attraverso un combo o un testata e cassa oppure registrare il canto o la chitarra acustica, un microfono a condensatore sarebbe il più indicato.
Se invece si ha l’esigenza di acquistare un microfono personale anche per i live, sarà più utile un microfono dinamico.
Senza dimenticare la leggenda metropolitana secondo cui Robert Plant (Led Zeppelin) in un album registrò la voce con un SM57 e non sono poche le produzioni in cui sono stati fatti diversi esperimenti con questo microfono, che notoriamente è famoso per riprendere la chitarra ma non la voce.
Questo accade sia con la voce, tanto quanto con la chitarra: per esempio, le due tracce registrate per il video si possono miscelare a proprio piacimento, per ottenere un bilanciamento e singole proprietà dei due microfoni.
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