La nostra catena si conclude con il preamplificatore e l’interfaccia audio, la parte recording fa in modo di catturare il nostro suono nel migliore dei modi possibili.
In questo ultimo articolo concludiamo la catena con gli ultimi due elementi utili per effettuare una registrazione:
- Il preamplificatore microfonico
- L’interfaccia audio
Molto spesso, anche erroneamente, si tende a risparmiare sull’interfaccia audio, molto spesso ho visto budget molto risicati per l’acquisto della scheda audio, per invece spendere cifre decisamente più considerevoli (il doppio, il triplo o oltre) per acquistare pedali, effetti a rack, simulatori o altra strumentazione.
Purtroppo, come in tutte le cose, una catena audio deve essere coerente e omogenea con tutto quello a cui si va a accostare. Comprare un microfono da migliaia di euro e attaccarlo a una scheda audio usb da poche centinaia di euro è una follia, perchè una scheda audio economica non dà una corrente buona quanto una scheda di fascia alta, ha preamplificatori meno pregiati che clippano più in fretta o che fanno salire rumori di fondo, hanno convertitori o uscite cuffie non proprio allo stato dell’arte e quindi quello che sentite vi sembrerà sbagliato, e potremmo continuare ancora a elencare possibili problematiche.
La scheda audio è composta da una serie di opzioni che dipendono molto spesso da modello a modello, come per esempio le uscite digitali, gli insert oppure delle banali Adat che in molti casi possono anche essere superflue se registriamo solo la nostra chitarra e una voce.
Un’altra questione molto spesso è quella dei canali, possiamo dire che, per un chitarrista, il massimo possibile in termini di canali è quattro, perchè putacaso si voglia registrare con quattro microfoni diversi (una soluzione molto costosa, ma fattibile) o se siete chitarristi acustici e volete usare più di un microfono, due soli canali potrebbero andarvi stretti, quindi si passa direttamente a una quattro canali.
Come sempre, a gusto e preferenza di chi scrive, si consiglia di destinare una parte del budget, non dico primaria, ma quantomeno equa al resto della strumentazione per evitare un collo di bottiglia totalmente gratuito e buttare una cifra (seppur piccola) fuori dalla finestra.
Arturia Audiofuse
Prima scheda audio del marchio francese, un interessante connubio di portabilità e di completezza tecnica, su cui viene equipaggiato un doppio sistema di gestione dell’input, capace di suddividere se l’input arriva da una chitarra o da un microfono, e far passare il segnale attraverso la sua DI dedicata o dal preamplificatore, mantenendo il suono meno “inquinato” possibile.
Monta inoltre due prese insert per aggiungere unità effetto esterne, cosa molto rara, un convertitore più che onesto e una reamp box integrata che viene attivata tramite software utilizzando una delle uscite monitor.
Oltre queste opzioni citate ce ne sarebbero ancora altre, ma rimando al sito del produttore per un approfondimento, il loro preamplificatore però è molto “cattivo” e fa sentire la sua impronta forse lievemente scura, quindi va fatta pratica nella gestione del gain.
Interfaccia molto completa, estremamente portatile perchè permette la doppia alimentazione (USB o Connettore DC) e permette di essere un buono step per uno studio.
Ancora più interessante il modello Studio che ha una I/O ancora più estesa ma perde in portabilità, guadagnandone però in connessioni e opzioni di word clock oltre che a una potenza di trasmissione Adat superiore.
PreSonus Quantum
Attualmente sarebbero le interfacce audio più veloci del mondo, il loro roundtrip è ancora oggi imbattuto. Scheda audio basate su protocollo Thunderbolt, garantiscono una grande stabilità, un ottimo convertitore e i preamplificatori XMAX di PreSonus, che garantiscono una grande morbidezza senza arrivare in maniera troppo estrema al clipping.
Inoltre la scheda audio permette di avere una serie di plug-in di PreSonus per aiutarvi in fase di mixing.
Per lo studio consiglio la versione a rack (non quella con solo connessioni DB25, quella è per un altro tipo di studio) per permettervi di avere un espandibilità per il futuro (La Quantum 2 è troppo orientata al formato da scrivania e attualmente non risulta nemmeno sul sito ufficiale).
Universal Audio Apollo Twin
Una delle regine indiscusse del recording assieme a RME, Apogee e Antelope, citare la Apollo è doveroso per dovere di cronaca, ma attualmente solo ora mi sto affacciando (e nemmeno in maniera totalmente diretta, non ne ho di mia proprietà) a quell’universo che gira intorno a queste macchine e a questi software.
La Apollo è una scheda estremamente compatta, per molti versi anche molto facile da usare grazie al suo software di comando e permette, grazie alla sua tecnologia Unison, di essere espandibile in maniera software in maniera molto importante, si possono scegliere preamplificatori (simulati) di diversi modelli storici oltre a ulteriori plug-in della casa americana.
Forse unica pecca è il numero di IN/OUT a livello hardware, almeno per quanto riguarda il modello a due canali, siamo molto al di sotto della espandibilità della Audiofuse, ma si suppone che in Universal Audio abbiano pensato a una scheda no-compromise da poter essere messa su una scrivania e basta.
Difficile andare al di sopra con una di queste in studio, di solito si passa a un formato Rack per fare il passo in avanti in avanti anche per produzioni più complesse e anche con altri strumenti.
Unica cosa che mi permetto di aggiungere, è consigliabile prendere la versione dalla duo in poi (ovvero con due o con quattro processori DSP) perché a lungo andare un modello con un solo processore potrebbe cominciare a soffrire il peso di uno o più plug-in caricati (specie quelli da mastering che sono pesantissimi).
Motu Ultralite Mk4
Scheda molto interessante e dal convertitore estremamente preciso, grazie al suo form factor, seppur estremamente spartano, permette di essere posizionata sia su rack che su una scrivania, ma per quanto riguarda le connessioni e l’espandibilità è quella più completa di tutte, permette di effettuare diversi loop per poter collegare hardware esterno e l’uscita cuffie è di qualità.
Gli unici punti che potrebbero far storcere il naso sono i preamplificatori che per molti possono risultare troppo lineari (o freddi volendo usare analogie poco avvezze al mondo dell’audio) e il suo software di controllo che è basato su un controllo remoto tramite browser (almeno quando la provai io), sistema particolare che potrebbe non piacere a molti.
Interfaccia audio che risulta essere estremamente vantaggiosa per soluzioni dallo spazio molto ridotto, che necessitano però di un ottimo ascolto con dei monitor e che permetta di fare anche dei buoni lavori non solo per la parte recording ma anche per la parte mixing.
Focusrite ISA Preamp
Questa è attualmente l’unica soluzione di outboard esterno che mi sento di consigliare, per via di una serie di motivazioni:
- Non è una soluzione a rack o system 500, quindi non necessita di supporti dedicati
- Possiamo definirla una soluzione relativamente economica
- Compressori e unità esterne da studio sono troppo cari per soluzioni home recording
Il preamplificatore esterno ISA di Focusrite è una delle soluzione più utili per avere un sound effettivamente più marcato e controllabile in studio, grazie alla possibilità di gestione del suono in entrata, possibilità di gestire i filtri e livello in entrata e in uscita, permette di imparare tantissimo con una spesa non troppo alta.
Espandibile con una scheda digitale opzionale, permette di avere un suo word clock per connessione master e slave, inoltre permette anche di fare monitoring dalla sua uscita cuffie dedicata.
Soluzione per differenziare i propri suoni in studio, ma solo dopo aver fatto molta pratica in con l’interfaccia audio di cui si è in possesso.
Con questo potete considerare il vostro Home Studio concluso, ora non vi resta che produrre musica fino allo stremo.
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