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Addio a Jim Dunlop, un pezzo di storia della chitarra

Pioniere e innovatore negli accessori come plettri, capotasti, slide e pedali, Jim Dunlop ha creato una nicchia importante nel mercato degli strumenti a corde.

Pioniere e innovatore negli accessori come plettri, capotasti, slide e pedali, Jim Dunlop ha creato una nicchia importante nel mercato degli strumenti a corde.

Se suoni la chitarra, e non proprio da ieri, la domanda non è “se” hai qualcosa marchiato Dunlop ma “che cosa”, perché – anche fosse solo un plettro – qualcosa c’è di sicuro.
Quel marchio è la prova tangibile di quel senso degli affari che negli americani si affianca spesso alla capacità di cogliere le necessità e i desideri di un’intera classe professionale.

Jim Dunlop

La prima volta di Jim Dunlop in una fiera con i suoi capotasti

Jim Dunlop Sr, che ci ha appena lasciato all’età di 83 anni, in realtà era canadese di nascita, ma l’aver passato una vita intera in California ci consente di accomunarlo ad altri visionari a lui contemporanei come Ernie Ball, l’uomo che seppe capire come corde più sottili avrebbero aiutato i chitarristi a forgiare il suono del rock e altro ancora.

Dunlop, sempre negli anni sessanta, ebbe la fortuna di incrociare quello che in seguito venne definito “Folk boom”, un’onda anomala di appassionati cultori della musica tradizionale che finì per strabordare in quel calderone di songwriter che ha partorito ogni tipo di personaggio da Dylan in poi.

Dunlop Toggle capo

Dunlop Toggle capo

Resosi conto che una delle necessità primarie di chi accompagna principalmente delle canzoni è quella di poter cambiare velocemente tonalità senza modificare la forma degli accordi, Jim realizzò quello che all’epoca era il primo tipo di capotasto mobile leggero, efficace e difficile da distruggere.
Il mio (nella foto) funziona ancora dopo una quarantina d’anni dall’acquisto.

Il “toggle capo” in questione, prodotto inizialmente in maniera artigianale e presto reso regolabile, è un successo e lo stesso vale per la produzione di bottleneck adatti alla tecnica slide tornata di moda grazie al revival del blues.
Nel 1965 nasce la Dunlop Manufacturing, Inc. e il neo-imprenditore si guarda intorno con uno sguardo sempre più acuto.

Dunlop

Dunlop bottleneck in vetro, acciaio, ottone e ceramica

In un mercato in crescita dove suonare uno strumento acustico è diventato quasi un obbligo, la seconda mossa rilevante è quella di riproporre i thumb-pick (plettri da pollice) e i finger-pick (per le altre dita della destra) originariamente prodotti dalla National in materiale plastico o metallo.
È un successo commerciale ancora più grande e la conferma di quanta importanza i musicisti diano ad accessori affidabili e ben calibrati.

Il punto di svolta è la decisione di produrre normali plettri per chitarra in varie misure, distinguendoli in base a forma e soprattutto spessore. La rivoluzione segue di pari passo quella realizzata da Ernie Ball per le corde: la possibilità di scegliere il proprio plettro in modo da influenzare direttamente il suono cattura i chitarristi.

Dunlop

Dunlop fingerpicks, plettri Tortex e nylon Jazz

Ormai lanciato, Jim Dunlop inizia a sperimentare vari materiali sintetici arrivando a brevettare il proprio surrogato della vera tartaruga (materiale ricercato ma protetto) con i plettri in Tortex, destinati a conquistare il mercato grazie anche ai variopinti colori, accanto agli altrettanto ricercati plettri in nylon della serie Jazz.

La produzione Dunlop si allarga negli anni ottanta con un’ulteriore nuova avventura, quella degli effetti a pedale. Jim non ci pensa due volte prima di acquisire il marchio Cry Baby e mette in catalogo i famosi wah wah appena usciti dal commercio.
Una ventina d’anni dopo sarà in grado di festeggiarne il primato come pedali più venduti del mondo.

Dunlop

Da qui a inserire nella produzione anche i rinomati effetti MXR il passo è breve e il catalogo odierno della Dunlop vede un ricco settore dedicato ai pedali con un numero notevole di oggetti firmati dai più autorevoli chitarristi in circolazione, se non dedicati a commemorare giganti del passato come Jimi Hendrix.

L’eredità di Jim Dunlop rimane oggi nelle mani dei due figli e soprattutto di Jim Jr. che da molti anni è il motore dell’azienda.