Nell’intervista di Mario Giovannini Jean Larrivée racconta una storia che parte nel 1967 e oggi coinvolge l’intera famiglia nella produzione delle chitarre.
Con 50 anni di esperienza alle spalle, il “più europeo” dei costruttori americani ora è un’azienda a conduzione familiare con Jean, sua moglie Wendy e i due figli impegnati direttamente nelle varie attività.
Nonostante la crisi registrata dal mercato nell’ultimo decennio sono riusciti a mantenere la produzione sempre in Nord America senza mai rinunciare al caratteristico suono Larrivée.
E anche l’uso delle macchine computerizzate è solo un modo per migliorare l’efficienza, garantendo comunque la qualità che i migliori professionisti continuano a cercare nelle loro chitarre…
Hai iniziato come artigiano e in trent’anni Larrivée è diventato un ‘marchio’; quanto è difficile tradurre l’esperienza manuale sulla macchina a controllo numerico?
Ho iniziato a costruire nel 1967 e in quel periodo ho lavorato da solo, come molti costruttori, poi lentamente ho assunto un certo numero di apprendisti nel corso del primo decennio. È stata una progressione naturale nel tempo: il negozio si è ingrandito e man mano che abbiamo ricevuto sempre più ordini, il ‘marchio’ si è sviluppato.
Anche quando siamo diventati ‘costruttori’ e, in un certo senso, è iniziata la produzione in serie di chitarre, abbiamo continuato a produrre gli stessi strumenti a mano, allo stesso modo. C’erano semplicemente più mani coinvolte. Nel 1994 abbiamo introdotto le macchine a controllo numerico e sin dall’inizio le abbiamo utilizzate per realizzare manici e ponti, e più in generale parti che ci consentivano una produzione più rapida con tolleranze più strette.
Le macchine a controllo numerico offrono diversi punti di forza, in particolare una resa affidabile per le parti, quindi riducono le lesioni da stress ripetitivo ed eliminano lavori sporchi o noiosi, consentendo di dedicare più tempo ai dettagli più ‘fini’. Nel corso degli anni abbiamo avuto diversi programmatori e, attualmente, mio figlio esegue tutte le programmazioni secondo necessità.
Penso che la differenza tra Larrivée e gli altri costruttori sia che non abbiamo apportato modifiche alla chitarra per adattarci all’uso delle macchine CNC [Computer Numerical Control]. È ancora oggi la stessa chitarra che abbiamo sempre fatto. Usiamo la lavorazione CNC per le parti che sono effettivamente applicabili, ma le parti che non lo sono, a causa del nostro design, continuiamo a farle a mano.
Nei nostri strumenti c’è una congruenza nel corso degli anni. Quando abbiamo iniziato a produrre quelle che potremmo definire chitarre dall’aspetto più ‘americano’, eravamo ben consapevoli dell’uso dei CNC. In sostanza si tratta di differenze estetiche, ma la chitarra è sempre la stessa e produce ancora il suono caratteristico che desidero.
Che impatto ha avuto la crisi del 2008 su Larrivée e qual è stata la tua ricetta per uscirne?
La crisi del 2008 ha colpito tutta la nostra industria e noi non ne siamo fuori. Facciamo un prodotto di alta qualità e gran parte del nostro processo viene ancora eseguita da esperti artigiani.
Mentre alcuni altri produttori si sono recati in Cina o in Messico per cercare di ottenere prezzi più bassi per competere, noi non l’abbiamo mai fatto. Le nostre chitarre sono sempre state realizzate in America del Nord. Per un periodo abbiamo avuto due fabbriche, una in Canada e una negli Stati Uniti, ma alla fine abbiamo trasferito l’intera produzione negli Stati Uniti.
A causa di questi cambiamenti sul mercato e per competere, abbiamo sviluppato alcuni strumenti di fascia bassa, con meno raffinatezza estetica; ma sono tutti prodotti realizzati in Nordamerica e tutti esibiscono il nostro caratteristico suono Larrivée.
Per il nostro settore, non credo che la crisi sia passata. Penso che ci siano ancora molte difficoltà, tra cui il mercato su Internet, la fluttuazione delle valute e l’afflusso di strumenti a basso prezzo dalla Cina e da altri paesi.
L’articolo completo e il test delle chitarre acustiche Larrivée L-10E e D-40R su Chitarra Acustica n.11/2018.
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