In effetti, questi modelli si qualificano immancabilmente nelle top 10 degli amplificatori più amati della storia.
Tutti noi commettiamo errori. Anche io, nei tardi anni ’90, possedevo un favoloso amplificatore vintage originale Fender Tweed Deluxe 5E3, del 1958 e ne ero perdutamente innamorato.
Purtroppo il cono dell’altoparlante aveva uno strappo che peggiorò dopo alcuni concerti.
All’epoca non c’era ancora internet e non c’erano riedizioni di Jensen: in Italia era davvero difficile trovare un altoparlante vintage sostitutivo appropriato o un recone-kit e le riedizioni allora disponibili non suonavano affatto come gli originali.
La mia esigenza primaria era avere un amplificatore da concerto affidabile, quindi presi la difficile decisione di lasciarlo andare. La decisione oggi suscita ancora più pentimento, considerando che il valore di quell’amplificatore è salito alle stelle nel corso degli ultimi tempi.
Il mio caro amico Giacomo Bagorda mi ha dato l’opportunità dopo 25 anni, di tornare a rivivere l’emozione del tweed vintage Deluxe.
Mi ha prestato un paio di pezzi originali mozzafiato che ha appena acquisito nella sua collezione: una versione 5C3 del 1953 e un modello 5E3 del 1955, con il loro caratteristico rivestimento in tweed ancora in buone condizioni.
I due amplificatori di Giacomo ci aiuteranno a ripercorrere le tappe dell’evoluzione delle caratteristiche dei Fender Deluxe tweed vintage nel corso degli anni ‘50 e a scoprire cosa hanno di tanto speciale questi modelli blasonati.
Lo storico inizio degli amplificatori Fender
A metà del 1946, la linea di amplificatori della Fender Electric Instrument Company, consisteva in 3 modelli: Il “Professional”, il maggiore di casa, con cono da 15”, il piccolo “Princeton” con cono da 8” e il Deluxe – Model 26, di medie dimensioni, con altoparlante da 10″.
Il cabinet di questi amplificatori aveva finitura in legno naturale, senza alcuna copertura, il che portò al soprannome di modelli “Woody“.
Nell’estate del 1948, i modelli “Woody” si evolsero in una nuova serie, con cabinet in legno di pino massello rivestito con un tessuto di valigeria a trama regolare.
Il design di questa nuova linea era chiaramente ispirata ai televisori di quegli anni, da cui il soprannome di modelli “TV front“.
Il Deluxe – Model 26 Woody fu sostituito dal Deluxe 5A3, con speaker di dimensioni aumentate a 12”. 1X12 rimarrà la configurazione di cabinet definitiva per tutte le future versioni del Deluxe.
Nel nome in codice 5A3, il primo numero indica il decennio, nel nostro caso anni ’50, anche se venne lanciato alla fine degli anni ’40, la lettera al centro indica la versione del circuito e il numero finale indica il modello: 1 per il “Champ”, 2 per il “Princeton”, 3 per il Deluxe e così via.
Nel 1949 gli amplificatori TV front ricevettero finalmente l’emblematica copertura in tessuto laccato con trama a linee diagonali: il caratteristico “tweed” rimasto nel cuore di tutti i fenderisti, tutt’oggi considerato marchio di fabbrica della Casa californiana.
Nel 1950 Fender introdusse una nuova versione del Deluxe, siglata 5B3, che apportava solo minime modifiche al circuito della precedente versione.
Alla fine del 1952, il design del cabinet del 5B3 e degli altri modelli Fender subì un altro restyling. Questa nuova generazione di amplificatori in tweed, con angoli squadrati del grill-cloth, è comunemente nota col soprannome di “Wide-Panel“.
Nell’estate del 1953 una nuova revisione del circuito, portò all’introduzione del Deluxe 5C3 “Wide-Panel”: il modello che ho la fortuna di avere qui tra le mie mani. Questo esemplare conserva ancora i caratteristici condensatori originali Astron rossi “a petardo”.
Si tratta probabilmente di uno dei primi modelli usciti dagli stabilimenti di Fullerton con un codice data stampigliato sulla tube chart; “CH” indica l’agosto del 1953.
Il 5C3 è finalmente dotato di un power switch indipendente, mentre nelle versioni precedenti la manopola del tono fungeva anche da interruttore per l’accensione.
Questo modello sviluppa circa 14 watt attraverso il suo glorioso altoparlante Alnico Jensen P12R “Concert Series”.
Il 1954 vide il debutto della variante 5D3, di breve durata, ancora con estetica “Wide Panel”.
Mentre i modelli precedenti montavano valvole preamplificatrici in metallo vecchio stile con zoccolo a 8 piedi, il 5D3 adottava le nuove valvole in vetro più piccole, con zoccolo a 9 piedi.
Nel 1955 la linea di amplificatori “tweed” subì un altro importante restyling. La nuova versione Deluxe, sequenzialmente etichettata 5E3, aveva un cabinet più grande con pannelli frontali più stretti, da cui il soprannome di modelli “Narrow Panel”.
Per il grill cloth venne adottato il familiare tessuto marroncino con trama intrecciata a canestro, tutt’oggi in uso.
Il 5E3 venne prodotto fino al 1960; è l’ultima versione di tweed Deluxe e la più popolare. Il pezzo nella collezione di Giacomo Bagorda risale al primo anno di produzione.
Dopo il 1957 la targhetta del logo mostrerà anche il nome del modello “Deluxe”. Il circuito 5E3 sviluppa circa 15 watt; offre più guadagno di preamplificazione e una minore saturazione delle valvole di potenza rispetto agli altri modelli. Ciò significa più headroom con suono pulito e una distorsione di preamplificazione più aggressiva ad alto volume; in sostanza, al 5E3 viene riconosciuta una piccola dose extra sia di definizione che di spinta.
Il rivestimento in tweed utilizzato negli anni ’50 soffriva il duro trattamento della strada: era soggetto a sfilacciamenti, strappi e macchie, questo portò al termine dell’era del tweed. Con il nuovo decennio, Fender passò al resistente rivestimento in vinile Tolex.
Per far rivivere la leggenda del 5E3, Fender nel 2016 ha introdotto la riedizione Custom Tweed Deluxe 1957 e una versione firmata da The Edge, con cablaggio a mano e un altoparlante Celestion Blue, per un tocco di Great Britain.
La valvola rettificatrice 5Y3 e la coppia di valvole di potenza 6V6, sono rimaste una costante attraverso ogni revisione del tweed Deluxe. Il caratteristico “ingolfamento” della 5Y3, contribuisce alla piacevole compressione, all’ottimo overdrive e alla tipica risposta dei bassi un po’ slabbrata di questi amplificatori.
Un’altra costante degli amplificatori Deluxe dell’era tweed sono i controlli di volume individuali per i 2 canali con semplice manopola di tono singola; un set minimale di controlli che garantisce una flessibilità ed una versatilità insospettabili. Il controllo del volume del canale inattivo e la manopola del tono influenzano il guadagno del canale attivo.
Il The Whizzer di Neil Young
Per sfruttare appieno questa caratteristica, Neil Young, che è probabilmente il più rilevante testimonial del tweed Deluxe, nel 1978 creò con il suo tecnico Sal Trentino, un dispositivo personalizzato chiamato “The Whizzer“. È un telecomando robotizzato, in grado di ruotare le manopole su 4 regolazioni preimpostate. In questo modo Young otteneva gradi di distorsione progressivi senza utilizzare alcun pedale di gain.
In effetti, gli amplificatori Tweed Deluxe possono passare da un eccellente suono pulito e compresso a un overdrive caldo e cremoso e persino a una distorsione grintosa e incisiva, pur mantenendo sempre una risposta dinamica unica al tocco delle dita.
Per comprendere davvero il carattere sonoro dei modelli Deluxe in tweed, dobbiamo tornare ai giorni in cui questi primi amplificatori Fender furono concepiti e comprenderne la filosofia costruttiva.
La sfida principale che Leo Fender e gli altri produttori dell’epoca dovevano affrontare, era produrre amplificatori che mantenessero un suono pulito a livelli di volume elevati. Ciò significa che puntavano alla definizione e alla pulizia del suono anziché a distorsione o saturazione a bassi livelli.
Difatti, la distorsione era ancora strettamente ritenuta un difetto di amplificazione che produceva suono indesiderabile.
I modelli di fascia alta, considerati amplificatori di livello professionale, suonavano più puliti ad alto volume. Il Deluxe saturava a livelli più bassi: aveva una soglia di distorsione bassa ed era quindi classificato come un “amplificatore per principianti”.
D’altra parte, la caratteristica saturazione calda dei modelli Deluxe tweed, ha grande fascino per i chitarristi contemporanei.
Nonostante i controlli arrivino fino a 12, questi amplificatori Deluxe tweed possono offrire una saturazione calda e cremosa a livelli di volume piuttosto contenuti.
Una combinazione vincente
La combinazione vincente tra livello di uscita relativamente basso e overdrive corposo e armonicamente ricco, li rende ideali per esibirsi in piccoli club e per l’impiego in studio; infatti sono stati adoperati per le registrazioni di innumerevoli dischi.
Inoltre, si possono suonare anche in casa a livelli di volume approvati dalla famiglia o adatti ai vicini. Tutte queste caratteristiche rendono il Tweed Deluxe degli anni ’50 molto desiderabile e prezioso, indipendentemente dalle versioni del circuito.
In particolare, il suono di questi amplificatori ha dato origine a una nuova forma di musica che venne chiamata rock‘n’roll. Naturalmente sono anche un classico per le sonorità di blues grezzo in stile Delta, sia con chitarra che con armonica.
Tutte queste caratteristiche di successo, si coniugano ad una costruzione di grande semplicità che si traduce in apparecchi leggeri e facilmente trasportabili; per questi motivi innumerevoli costruttori “boutique” si sforzano di ricreare questi vecchi modelli Fender. In effetti il tweed Deluxe, e in particolare il 5E3, è probabilmente l’amplificatore più clonato di tutti i tempi.
Un suono perfetto?
Questo significa che il timbro del Deluxe anni 50 è perfetto? In realtà molti esperti e tecnici concordano sul fatto che ci sono ancora margini di miglioramento.
Infatti questi amplificatori Deluxe originali possono suonare un po’ “inscatolati” rispetto ai loro fratelli maggiori.
Ad esempio, il tweed Deluxe non sarebbe l’amplificatore di mia scelta per ottenere un timbro super-pulito e comunque il loro timbro può risultare ingolfato in presenza di pickup più potenti o pedali di gain. Inoltre, i vecchi Deluxe, potrebbero trarre beneficio da una resa sui bassi più definita e pronunciata.
Per migliorare questi aspetti, sono state sperimentate alcune modifiche reversibili. Alcuni provano a cambiare la valvola rettificatrice e le obsolete valvole di preamplificazione in metallo delle prime versioni.
Qualcuno si spinge anche oltre, mettendo valvole di potenza 6L6, ma sinceramente non è una strada che consiglio di percorrere.
Infine, si possono sperimentare diversi altoparlanti, il P12Q è generalmente preferito per il suo timbro più corposo rispetto al P12R; personalmente tendo addirittura a preferire il più grande Jensen P12N, originale del Twin, per maggiore chiarezza e volume rispetto agli altoparlanti di serie.
Qualcuno monta la versione con magneti ceramici C12N, che è anacronistica in un amplificatore anni ’50, ma può comunque essere una valida soluzione, se il risultato timbrico è convincente.
Tiriamo le somme: tutto sommato il clamore è giustificato! Il tweed Deluxe è ritenuto un amplificatore leggendario per una buona ragione.
Suono valvolare con inconfondibile timbro caldo, una playability che crea dipendenza, con il giusto rapporto tra suono pulito e overdrive organico e naturale.
Per rendere al meglio queste caratteristiche, ho creato un filmato in cui è possibile ammirare ed ascoltare i due tweed Deluxe di cui ho parlato.
Sono riportate anche tutte le informazioni trattate in modo più dettagliato. Il filmato è in lingua inglese ma è dotato di accurati sottotitoli italiani attivabili dalle opzioni del player.
Desidero ringraziare particolarmente Braingasm Lab Custom Microphones, di Roma, il loro microfono a condensatore da studio “Ferro” ci aiuterà ad apprezzare appieno le caratteristiche timbriche di questi straordinari amplificatori.
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