Con le sue migliaia di visitatori – una cifra record se la rapportiamo al difficilissimo momento attuale e all’essere stata la prima fiera musicale europea ad aver riaperto fisicamente le porte dopo un anno e mezzo – il Guitar Show di Luca Friso ha spazzato via in un colpo solo tutti i dubbi che potevano circolare nel settore, portando alla luce che musicisti e appassionati vogliono tornare davanti agli stand e ai palchi.
Prima di continuare a leggere, godetevi il video qui sopra realizzato da Gaspare Vaccaro, che ha ben riassunto in poco meno di 4 minuti tante emozioni e momenti da pelle d’oca.
Le fiere, quelle degli odori e delle sensazioni forti
Sembra quasi ironico dire “degli odori”, ma ci siamo resi conto, durante le interviste nelle due lunghe giornate di diretta dalla fiera sui nostri canali, che moltissimi hanno sottolineato il “tornare a sentire l’odore degli strumenti“.
Ebbene sì, quell’odore tipico delle fiere, molto vicino a quello che percepiamo quando apriamo la custodia del nostro strumento nuovo di zecca.
In fondo, molto della nostra vita e della nostra memoria è dettato dai sensi e si può dire che qualcosa in noi si è prepotentemente svegliata dal letargo una volta compiuti i primi passi tra i tanti banchi pieni di strumenti.
Chitarre, bassi, amplificatori, pedali, accessori e quant’altro, tutte cose che nell’ultimo anno e mezzo molti di noi erano abituati a vedere solo sullo schermo di un computer o di uno smartphone. Per troppo tempo l’unico movimento delle nostre dita sulle novità del mercato è stato quello del pollice impegnato nello “scroll” di una schermata, fino allo scorso fine settimana, in cui non sembrava vero poter avvicinarsi davvero agli strumenti e in alcuni casi toccarli con mano, con tutte le necessarie procedura di sicurezza.
In più, è stata anche una fiera di sensazioni fortissime di fronte alla musica, sia quella suonata negli stand di produttori e rivenditori, sia quella che arrivava dal grande palco esterno, attrezzato in modo iper-professionale.
Per tutto il weekend sul palco si sono alternati musicisti di prim’ordine, soprattutto chitarristi ovviamente, e la sera del sabato c’è stato spazio per un maxi evento che ha lasciato tutti di stucco, ma andiamo per gradi…
Strumenti musicali davanti al naso, finalmente!
Come dicevamo, prima di ogni altra cosa c’è stata la possibilità di trovarsi a tu per tu con tanti strumenti, uno più bello dell’altro, di sentirne i suoni, di apprezzarne da vicino ogni singola particolarità.
Qui arriva la prima rassicurazione agli addetti ai lavori del settore musicale: abbiamo visto molte persone uscire dalla fiera con una chitarra, un basso, un pedalino o altro sotto il braccio, segno che il mercato è ancora attivo, come del resto confermato dai dati del 2020, che nonostante il covid hanno fatto registrare notevoli aumenti di vendite, in alcuni casi addirittura il 30% in più dell’anno precedente.
Questi sono feedback importantissimi, soprattutto per chi non c’era!
Come abbiamo detto durante le nostre dirette, nonostante l’ottimo panorama di espositori, sono mancati alcuni nomi del settore che forse potevano osare di più e dare un segnale forte, al di là dei pronostici e/o timori.
Da un lato perché si trattava di supportare un’importante fiera italiana che ha sempre mostrato di voler crescere e diventare un punto di riferimento non solo nazionale, e in un momento così i progetti ambiziosi vanno sostenuti, poiché alimentano tutta la filiera.
Dall’altro lato, ma proprio legato a quest’ultimo discorso, essendo la prima fiera in Europa post-lockdown, ha attirato tanti giornalisti dall’estero, che hanno così portato fuori dai nostri confini la risonanza dell’evento e dei suoi partecipanti.
Alcuni distributori si sono comunque organizzati con i rivenditori presenti per portare i propri marchi negli stand e bisogna riconoscere che ai grandi importatori si richiedeva di uscire dal business plan annuale con un “extra”, cosa non per tutti attuabile in tempi brevi.
Ma detto questo, speriamo che il segnale arrivi forte e che la prossima edizione possa ospitare tutti coloro che per vari motivi non hanno potuto esporre, prima di tutto perché, come suddetto, il pubblico ha dimostrato di reagire con entusiasmo.
Due giornate di diretta non stop con Musicoff
Parliamo adesso di noi, anche perché era davvero impossibile non vederci una volta entrati in fiera, visto che occupavamo il palco principale con una serie di attrezzature degne delle grandi emittenti televisive, sormontati da un maxischermo 6×4 metri su cui veniva proiettata la diretta web che andava in onda sui nostri canali YouTube e Twitch.
Sul “palco Musicoff” si sono alternati musicisti e produttori, intervistati in due differenti postazioni da Salvatore Pagano e Antonio Cangiano.
Il tutto era ovviamente gestito in regia da Thomas Colasanti, anche lui in video oltre che in “modalità piovra” sui millemila pulsanti delle apparecchiature.
Per non farsi mancare nulla sul lato professionale, alla gestione dell’audio c’era il nostro grande amico Giacomo Pasquali, che ha contribuito egregiamente alla riuscita della diretta spesso facendo i salti mortali viste le tante differenti situazioni musicali che potevano capitare sul palco, su cui chiaramente non si è solo parlato, ma anche suonato!
Si è trattata di un’organizzazione senza precedenti, la prima volta in assoluto che una fiera musicale è stata tramessa dall’orario di apertura a quello di chiusura in live streaming, con una resa audio/video in alta definizione (passata qualche piccola difficoltà iniziale dovuta alla linea internet della fiera ma ben presto sistemata).
Anche in questo caso si può dire che l’edizione 2021 del Guitar Show ha stabilito “un prima e un dopo”, mostrando quali sono le potenzialità per il futuro, avere cioé un pubblico non solo fisico ma anche virtuale.
Oltre 15.000 persone hanno partecipato virtualmente all’evento multi-stream e queste, sommate alle migliaia in presenza, hanno reso questo appuntamento uno dei più importanti di sempre a livello internazionale!
A questo proposito, visto che le voci corrono più veloci delle gazzelle ma spesso trasportano informazioni travisate, ci teniamo a precisare che tra Musicoff e Guitar Show non è avvenuta alcuna “fusione” in senso imprenditoriale.
Tra noi c’è una “collaborazione” sorretta da ideali e intenti comuni, le nostre mission si sono incrociate e si sono mostrate complementari, il tutto per un unico fine, smuovere il più possibile il settore musicale prima di tutto dal punto di vista culturale.
Come lo stesso Luca Friso ha ribadito più volte durante la sua intervista, alle fondamenta di tutto ciò che è un evento fieristico, sta la cultura musicale e la sua divulgazione.
Avvicinando le persone ad essa, e quindi di riflesso a uno strumento musicale o a un live show, si fa del bene a tutto il settore a 360° e in un ambito sorretto dalla passione e dall’arte non si può pensare di portare una qualsivoglia operazione di natura commerciale se dietro di essa non c’è una motivazione culturale.
Noi di Musicoff, che da oramai due decenni facciamo cultura online, non potevamo che trovarci a nostro agio su queste basi, oltretutto rese ancor più solide da un rapporto umano di condivisione e supporto reciproco ai massimi livelli.
L’incontro con i ragazzi di Musicoff Young
Una fiera non è solo l’occasione di osservare da vicino gli strumenti e ascoltare musica. Anzi, osiamo dire che forse questi due aspetti, assolutamente di primaria importanza, risultano comunque secondari di fronte a un fatto “supremo”: incontrare altre persone!
Incontrare altri musicisti, appassionati, scambiare idee, parlare di musica e strumenti davanti a uno stand o sorseggiando una birra o un caffé, magari jammare insieme… e poi ancora, incontrare da vicino i grandi professionisti della musica, sentirli suonare a pochi passi da sé, scambiare con loro opinioni e magari carpire qualche consiglio dalla loro vasta esperienza.
In una sola espressione: fare community!
Fare community è da sempre l’obiettivo di Musicoff e non a caso durante l’anno di pandemia è stato creato il progetto Musicoff Young, che ha portato alla luce e messo in contatto decine e decine di giovani musicisti under 26 da ogni parte d’Italia, che altrimenti difficilmente avrebbero stretto amicizia o addirittura vere e proprie collaborazioni in progetti musicali.
Li abbiamo accolti nelle nostre dirette, sentiti in performance musicali che ci hanno lasciato a bocca aperta, abbiamo poi creato per loro uno spazio sul nostro server Discord in cui hanno dato vita – e stanno continuando a dare vita – a brani e collaborazioni musicali di vario tipo, senza competizione ma con un sano spirito di comunione e condivisione.
La fiera è stata l’occasione di passare dal virtuale al reale, di eliminare i tanti chilometri che li (ci) separano e finalmente potersi incontrare di persona. Com’è stato detto in alcune delle loro interviste sul palco, quest’anno è servito per ancorare delle solide cime e pian piano percorrerle fino a toccarsi le mani, a incontrarsi realmente.
L’entusiasmo che hanno portato questi ragazzi al Guitar Show è pari a quello dimostrato online, anzi, forse ancora di più visto che quando ci si vede di persona è comunque tutta un’altra sensazione. Non solo entusiasmo hanno portato sul nostro palco e in giro per la fiera, ma anche la loro bravura, visto che alcuni di loro hanno suonato per noi in maniera incredibile!
Anche questo è l’ennesimo tassello che dimostra come la dimensione fieristica e in generale gli spazi dove si ha un contatto fisico reale siano proiettati verso un futuro in cui c’è ancora molto da godere e sperimentare, una nuova dimensione che aspetta solo di essere rivelata e potenziata.
Una super jam chitarristica di altissimo livello
La sera del sabato, poi, è stato forse uno dei momenti più emozionanti. Sul grande palco esterno è salito il grande chitarrista Giuseppe Scarpato con il suo poderosissimo trio (a cui rinnoviamo i complimenti, quando un trio è davvero “power”!) ed ha aperto una super jam in cui si sono alternati davvero tantissimi chitarristi, di tutte le età ed esperienze.
Abbiamo visto professionisti con decenni di musica alle spalle insieme a giovanissime leve, tutti animati dalla stessa allegria e tutti capaci di sfornare performance strepitose.
La direzione di Scarpato è stata impeccabile, un lavoro sicuramente non facile che ci ha regalato tanta buona musica, pescata dai più grandi successi della storia.
Sul finale, tutti i partecipanti sono saliti sul palco per un ultimo brano al fulmicotone, in cui ognuno ha potuto esprimere la propria personalità, il tutto al riparo da situazioni di caos, senza insomma “suonarsi adosso o addosso agli altri”.
Un gran finale insomma con – come direbbe il nostro Thomas – i “botti a colori”!
Lo stesso organizzatore della fiera, Luca Friso, è salito sul palco con palesi brividi sulla pelle, emozionato non solo per il concerto ma anche per aver visto avversarsi un evento – la fiera in generale – così difficile da organizzare di questi tempi e su cui lui in prima persona ha scommesso moltissimo.
Bisogna avere il coraggio di scommettere a volte, soprattutto nei periodi più complicati, ma la scommessa diventa meno rischiosa quando supportata dall’esperienza e da una risposta di così tanti professionisti.
Guardiamo al futuro con ottimismo
In mezzo a tanti dubbi e un’atmosfera mondiale che certo non è esente da timori, non si può non tentare di raccogliere l’invito del Guitar Show 2021 a guardare al futuro con un po’ più di ottimismo.
Bisogna “provarci”, sicuramente non senza fatica e non considerando solo il ritorno economico come unico fattore discriminante. Lo abbiamo detto prima, il nostro Paese ha bisogno di azioni concrete che diano dei forti segnali e riportino fisicamente la musica e i musicisti là dove sono i loro spazi più naturali.
Se questa missione viene abbracciata da tutti i protagonisti del settore, sarà più facile dimostrare anche alle istituzioni che esiste un mondo di importanza fondamentale, da salvaguardare.
Abbattere i campanilismi, mettersi al servizio dell cultura, educare le nuove generazioni dandogli un’alternativa all’assuefazione ad altri mezzi tecnologici discutibili, sono tutti temi che non si risolvono a parole, ma con i fatti.
Complimenti al Guitar Show, a Luca Friso e al suo staff e, concedetecelo, complimenti anche a tutto il nostro staff che si è davvero dimostrato all’altezza di fare la differenza, di proporre qualcosa di nuovo – tecnologicamente e umanamente parlando – in un ambito forse da troppo tempo fermo ai soliti schemi.
Rompiamo gli schemi, ripartiamo da qui, ripartiamo dalla Cultura.
Aver partecipato e incontrato amici , vecchi e nuovi, mi ha fatto sentire protagonista di un sano rinnovamento, una ripartenza senza mezzi termini di quel mondo che mi accompagna fin da molto giovane.
La chitarra e la musica sono sapori mai scontati, sempre all’apice del piacere.
Parole sante, caro 🙂
E siamo solo all’inizio!