Prima di continuare ad esaminare le parti che costituiscono un amplificatore, sarà bene spendere quattro chiacchere sulla definizione d’impedenza, visto che molti spesso la confondono con il significato di resistenza nel senso stretto della parola senza sapere la reale differenza che esiste fra i due termini.La resistenza al passaggio di correnti continue può essere realizzata in un solo modo, e questo è il compito dei componenti noti come resistenze, che assorbono una certa quantità di potenza che viene ceduta all’ambiente sotto forma di calore.
Nel caso delle correnti alternate si possono impiegare oltre alle resistenze, altri tipi di “ostacolo” noti con il nome di reattanze che, a differenza delle prime, hanno la particolarità di non dissipare potenza; ciò significa che non alterano la potenza elettrica che circola in esse.
L’ impedenza, quindi, è il risultato della composizione delle resistenze e delle reattanze e si misura in Ohm.
Esistono due tipi di reattanze: la reattanza induttiva e la reattanza capacitiva.
La prima è l’opposizione che una bobina offre alla circolazione di una corrente alternata e il suo valore dipende dalla frequenza della corrente e da un altro fattore che si chiama induttanza che dipende a sua volta dal numero di spire della bobina e dal materiale impiegato per il nucleo. Il suo valore si calcola con la seguente formula: Reattanza induttiva Xi = 2¶L dove ¶ = 3,1416 = frequenza L = induttanza La reattanza capacitiva è l’opposizione offerta da un condensatore al passaggio di corrente alternata e si calcola nel seguente modo: Reattanza capacitiva Xc = 1/2¶C dove ¶ = 3,1416 = frequenza C = capacità Si può notare che mentre la reattanza induttiva aumenta con la frequenza, la reattanza capacitiva diminuisce. Questo comporta che le bobine presentano una forte opposizione alle alte frequenze mentre i condensatori alle basse frequenze. Entrambi gli elementi possono essere combinati per controllare determinate bande di frequenze ed è proprio quello che accade nei filtri o cross-over.
L’ impedenza, in pratica, si calcola con la seguente formula: Impedenza XXX = XXXYYYZZZ dove Z = impedenza R = resistenza Xi= reattanza induttiva Xc= reattanza capacitiva E’ quindi chiaro che quando la reattanza induttiva e uguale alla reattanza capacitiva, l’impedenza sarà solo resistiva ed è quello che avviene nei circuiti cosiddetti risonanti.
Alla luce di quanto detto se colleghiamo ai capi di un altoparlante un semplice Ohmetro (strumento che serve per misurare le resistenze), questo non ci darà mai il valore dell’impedenza dell’altoparlante (che è poi il valore che è stampato dietro l’altoparlante stesso 8Ohm, 4Ohm ecc.) ma ci darà il valore della resistenza della bobina dell’altoparlante e potremo solo sapere se questa è interrotta (nel caso di lettura infinita) o se ancora funzionante.
Quindi, in conclusione, l’impedenza dell’ altoparlante sarà data dalla resistenza della bobina al quadrato più la reattanza della bobina al quadrato. Facendo poi la radice quadrata si otterrà il valore dell’ impedenza.
La reattanza capacitiva in questo caso non è stata presa in considerazione in quanto trattandosi di una bobina essa sarà uguale a zero.
Come si può vedere, la misura di un’impedenza e’ una cosa un po’ più sofisticata che misurare una semplice resistenza.
Nella seconda parte tratteremo tutte le problematiche inerenti l’interazione casse-amplificatori, per un corretto funzionamento.
Sperando di essere stati esaurienti (e di non avervi confuso ancora di più le idee), vi ringraziamo per le vostre domande e vi diamo appuntamento alla prossima.
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