Le corde sono uno degli elementi più vicini alla mano del chitarrista, non sono solo banali “accessori”: da Gallistrings abbiamo fatto un piccolo giro turistico.
Sotto il Vesuvio esiste una realtà che oltrepassa il secolo di storia nella produzione di corde per strumenti musicali. Tutto comincia nel 1890 quando Tommaso Galli, abruzzese di Salle, dà il via alla produzione di corde ricavate dal budello animale in quella che è ancora oggi la sede della ditta in Via Cupa Santacroce a Napoli.
Negli anni successivi, con il passaggio di testimone da parte di Tommaso prima al figlio Roberto nei primi anni ’50 e poi a Tommaso, suo nipote omonimo, nel 1985, sono stati tantissimi i cambiamenti apportati alla linea di produzione con l’utilizzo di nuovi materiali e con l’introduzione di diverse tipologie di corde per venire incontro alle esigenze del musicista.
Ancora oggi l’azienda ha in produzione tantissimi modelli che vengono progettati e realizzati al suo interno in ogni loro parte, dall’anima della corda al suo rivestimento fino ad arrivare al pallino.
Ma come nasce effettivamente una corda per chitarra?
Tutta la parte produttiva, che viene suddivisa in strumenti elettrici, acustici e classici, è composta da una serie di macchine computerizzate e utilizzate da un operatore, che permettono di ottenere la tipologia di corda che si desidera in base a come viene impostato il macchinario, costruito dall’azienda stessa.
Ogni corda passa per almeno tre macchine differenti per essere sottoposto tutte le lavorazioni necessarie, dalla lavorazione del filo centrale, all’applicazione del rivestimento fino alla lucidatura e impacchettamento finale. Interessante il fatto di mantenere la stessa tensione sia al filo centrale che al rivestimento.
Un esempio lo possiamo intravedere nella Galli Overture:
Ovviamente non tutte le corde sono uguali e il numero di macchinari da utilizzare cambia in base alla tipologia di corda che si ha in produzione: per esempio le corde flat passano per un macchinario apposito che “appiattisce” le spire della corda per renderla, appunto, flat.
Al pian terreno avviene quindi la produzione, l’assemblaggio e l’imbustamento delle corde, suddivise per le diverse dimensioni; al piano superiore insieme al magazzino e agli uffici, in una stanza apposita vengono testate le corde che sono ancora in fase di prototipazione.
Oggi le corde sono molto diverse da quelle che venivano prodotte quasi una cinquantina di anni fa (quando fu presentato il primo progetto delle black nylon per esempio) e il budello animale non viene più utilizzato a favore di corde in:
- Nichel (per adesso)
- Acciaio
- Bronzo
- Nylon
- Titanio
Questo solo per citare quelli più comuni, poichè le metodologie di lavorazione di una corda cambiano radicalmente da strumento a strumento, garantendo un feel non solo sonoro ma anche tattile profondamente diverso.
Molte cose sono cambiate soprattutto nei gusti dei musicisti, nascono mute di corde adatte allo scopo grazie alla collaborazione con i musicisti, esempio lampante sono le D tuned, nate dall’esigenza di dover suonare con accordature più basse senza avere perdite sonore di alcun tipo per generi più estremi.
Quantificare in termini di ore di lavoro il risultato è molto difficile, perchè non va tenuto conto del tempo di produzione della singola corda o del singolo pacchetto, ma del tempo che ci vuole per sviluppare una corda che:
- crei un determinato risultato sonoro
- abbia un feeling piacevole per il musicista
- non abbia un costo estremamente alto
Dietro un pacchetto plastificato si nasconde non solo un periodo di ricerca e sviluppo, ma anche un lavoro molto più ampio di quanto ci si possa aspettare, il saperlo può far riflettere quando si crede che alcune corde costino tanto senza un motivo ben preciso.
Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale di Gallistrings.
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