Ti sei mai chiesto cos’è un buon suono di chitarra? Quali qualità timbriche rendono una chitarra, una grande chitarra? Sembrano domande semplici ed ingenue, ma in realtà troppo spesso le risposte vengono date per scontate.
Molti video di confronto su Youtube tendono a dare valutazioni superficiali e affrettate prediligendo il sensazionalismo ad un approccio ponderato e ragionato.
Non rendono insommma affatto giustizia agli strumenti di qualità: generalmente sembrano ridurre il divario o annullare le differenze timbriche tra una chitarra economica e uno strumento di fascia alta.
Anzi, alcuni video sembrerebbero addirittura dimostrare che la qualità non è davvero importante. Dunque, i video di confronto sono davvero affidabili? La qualità conta davvero in una chitarra?
Inoltre: armoniche e risonanze sono davvero desiderabili? Cosa c’è di così speciale nelle chitarre vintage? In questo video ho cercato di dare una risposta a tutte queste importanti domande.
È finalmente arrivato il momento di discutere di questi aspetti di fondamentale importanza: questioni di interesse generale, sia per i principianti che per i più esperti.
In particolare, vedremo 7 caratteristiche tipiche di un ottimo suono di chitarra.
Mi riferirò in gran parte alle solid body elettriche ma la maggior parte del contenuto vale anche per bassi, chitarre acustiche e classiche.
I paragoni automobilistici
In molti video di strumenti, troviamo paragoni e affermazioni che giudicheremmo semplicemente inaccettabili se, ad esempio, si parlasse di automobili.
Per fare un semplice parallelo, sappiamo tutti benissimo che una Ferrari serve a poco se rimane bloccata nel traffico o se deve districarsi tra anguste strade cittadine.
Un’auto di prestigio rivela appieno il suo valore aggiunto rispetto ad un’utilitaria, su strade extraurbane; tanto meglio se alla guida c’è un pilota esperto.
Allo stesso modo, una grande chitarra storica richiede un musicista esperto e un orecchio allenato per mostrare appieno il suo valore. Strimpellare una semplice progressione di accordi e qualche svisata non rivelerà necessariamente un’enorme differenza timbrica.
Questo è uno dei motivi per cui molti video di confronto non rendono piena giustizia a strumenti di qualità.
Da ragazzo, ebbi occasione di vedere Albert Collins in concerto suonare a distanza ravvicinata e imparai una cosa molto importante.
Nelle tabs o intavolature per chitarra e negli spartiti moderni, notiamo che la maggior parte delle note sono semplicemente contrassegnate come “note ordinarie”. In aggiunta, alcune note sono contraddistinte da simboli che indicano particolari tecniche esecutive.
Il musicista è invitato ad abbellire quelle specifiche note con particolari “effetti” quali vibrato, staccato, palm muting, hammer-on, pull-off, glissato, slide e così via. Questa è una semplificazione didattica.
Nella realtà, Albert Collins non suonava alcuna “nota ordinaria” ma, per così dire, suonava solo “note effettate”. Collins aveva un tocco unico: ogni singola nota che suonava, aveva una sua storia speciale da raccontare. Ogni singolo suono poteva presentare un attacco folgorante, un vibrato mozzafiato o un glissato sentito col cuore, uno dei suoi tipici effetti “slide” e così via.
Mai una sola nota che usciva dalla tastiera della sua chitarra, era soltanto “una semplice nota”. Collins sapeva davvero “far parlare” la sua chitarra.
Con queste straordinarie abilità esecutive, una chitarra altamente espressiva fa la differenza. Infatti, Albert Collins era molto affezionato alla sua inseparabile Telecaster Custom del 1966. La ricca espressività del suo strumento ispirava e supportava il suo stile e valorizzava ogni sfumatura del suo “tocco magico”.
Più espressivo è il tocco del chitarrista, più i suoi virtuosismi traggono beneficio da strumentazione di alta qualità; proprio come un pilota esperto dà il massimo con un’auto vincente.
So che tutto ciò può sembrare ovvio ma, quando si parla di chitarre, questi principi di base vengono regolarmente ignorati.
Overtones
Venendo al punto: vediamo quali sono le qualità che prediligo in una chitarra e cosa per me è un “grande suono di chitarra”.
Quando suoniamo una nota, la nostra chitarra non produce soltanto la nota che abbiamo pizzicato; il nostro strumento produrrà anche altri suoni aggiuntivi o frequenze in risonanza.
La nota che suoniamo è la nota fondamentale, le frequenze in risonanza sono più alte della nota fondamentale e vengono quindi definite “Overtones”.
Queste frequenze aggiuntive possono essere note casuali o possono essere allineate ordinatamente con la nota fondamentale. In termini semplici, gli overtones possono essere “buoni” o “cattivi”.
Come regola generale, quando gli armonici sono note casuali, sono indesiderabili; quando hanno stretto rapporto con la nota fondamentale, suonano musicali e desiderabili e vengono promossi al rango di “Armonici naturali” o “Armoniche”.
Per chi ama un approccio scientifico, le armoniche dal suono gradevole hanno generalmente una frequenza che è un multiplo pari della frequenza della nota fondamentale; vengono difatti denominate “armoniche di ordine pari”. D’altra parte, le risonanze che risultano sgradevoli all’udito hanno un rapporto dispari o irregolare con la nota fondamentale.
Armoniche e risonanze giocano un ruolo chiave nel definire il timbro della nostra chitarra, ovvero il suo carattere sonoro. In effetti, queste note secondarie determinano sostanzialmente la qualità dello strumento.
Le 7 virtù
In particolare, ho individuato nelle chitarre che amo 7 caratteristiche comuni. Ovviamente non sono regole universali ma, per quanto siano valutazioni del tutto soggettive, sono ottimi indicatori di qualità. Infatti sono tutte caratteristiche generalmente apprezzate dai musicisti e che pertanto vanno ad incidere sensibilmente sul prezzo di mercato dello strumento.
Nitidezza
La prima qualità che cerco nel suono di una chitarra è nitidezza o limpidezza.
Gli “overtones cattivi” fanno danni. Difatti, alcune chitarre hanno un eccesso di risonanze e di vibrazioni anarmoniche che offuscano o inquinano il timbro nel suo complesso.
In diversi punti della tastiera si verificano vibrazioni simpatetiche delle corde, che impediscono un suono limpido; il timbro tende a diventare gonfio, torbido e confuso. Le note hanno “un contorno sfumato”: non sempre suonano ben definite.
Ad esempio, questo tende ad accadere con alcune chitarre con costruzione neck through body, specialmente con legni di scarsa qualità, oppure questo problema può essere causato anche da hardware scadente. In casi estremi, si ottengono frequenze che risuonano in contemporanea e che, entrando in conflitto, creando un effetto di cancellazione.
Al contrario, in assenza di “overtones cattivi”, le note suonano in modo secco e preciso.
Le mie chitarre preferite sono caratterizzate da un timbro snello e asciutto, che è sempre focalizzato sull’esecuzione, senza vibrazioni indesiderate. Questo si traduce in un suono definito e aperto.
I cantini nella solistica sono affilati e hanno attacco potente, mentre le corde dei bassi suonano nitide ed espressive, mai torbide e gonfie.
Complessità armonica
Se da un lato gli “overtones cattivi” sono dannosi, dall’altro gli “overtones buoni” o armoniche sono nostri alleati. Infatti, la seconda qualità che rende grande il suono di una chitarra è un ricco contenuto armonico. Gli armonici naturali fanno suonare “double stops” e “power chords” corposi, rotondi e caldi.
Una chitarra con una risposta armonica articolata avrà un suono florido, espressivo, grintoso e incisivo. È interessante notare che molti musicisti pensano che una chitarra debba essere necessariamente giudicata con suono pulito.
Al contrario, una chitarra distorta ha un contenuto armonico più ricco e riempie lo spettro delle frequenze in modo decisamente più denso rispetto a un segnale pulito, quindi questa qualità è ancora più evidente e importante in distorsione.
Equilibrio tonale
Il terzo fattore, estremamente importante, è “l’equilibrio tonale”. Le armoniche non vengono percepite separatamente e non sono riconoscibili come note distinte; anzi, si fondono con la nota fondamentale formando un timbro composito. Al contrario, gli “overtones cattivi” non si fondono con la nota fondamentale; rimangono ben distinti come suoni separati, senza integrarsi.
Ciò significa che nelle chitarre di livello alto, tutte le frequenze sono uniformemente miscelate: nessuna frequenza emerge in modo preponderante, formano tutte un amalgama omogeneo ed armonioso. Questa miscela dal suono caldo e avvolgente, ha l’importante qualità di rimanere dolce e definita anche con pessima acustica ambientale.
Ancora una volta, questo è tanto più evidente in distorsione: più uniforme e definita suonerà la nostra chitarra, più otterremo una saturazione gloriosa, rotonda e cremosa; quella che Lou Reed chiamava “suono distorto pulito” (clean distorted sound).
Un buon equilibrio tonale è prezioso anche quando si registra in studio: con una chitarra di alta qualità sarà possibile emergere dal mix in modo più distinto.
Le frequenze del tuo strumento si integreranno comodamente nel suono dell’intera band. Ad esempio, nell’ultimo album che ho registrato, il producer non ha nemmeno avuto bisogno di toccare l’equalizzazione delle mie chitarre, ha semplicemente fatto affidamento sulla loro curva di equalizzazione naturale, in flat, in ogni canzone.
Sustain
Un’altra qualità che apprezzo in una chitarra è una buona dose di sustain “acustico” e “naturale”, dello strumento. A beneficio dei neofiti, il sustain è la durata del suono di un accordo o di una nota dopo la pennata; solitamente, in una chitarra di buona fattura, il suono resta udibile per qualche secondo prima di estinguersi.
Ѐ uno dei motivi principali per cui sono state inventate le chitarre solid body; un corpo solido assorbe meno vibrazioni delle corde e garantisce un sustain più lungo, il che è particolarmente desiderabile per supportare il fraseggio nella solistica.
Sensibilità e Dinamica
Altre qualità che considero fondamentali in una chitarra sono sensibilità al tocco e reattività al bending e alle dinamiche dell’esecuzione.
Questi fattori influenzano direttamente la qualità della nostra performance. In una chitarra reattiva, ogni minimo cambiamento della pennata o del tocco, ha un’azione sensibile sul suono, ispirando nuove sfumature nell’esecuzione.
Ecco perché quando si suona una grande chitarra, si prova quella bellissima sensazione di non riuscire a staccarsi dalla tastiera e a smettere di suonare. Si passa agevolmente dal suono delicato dei polpastrelli che accarezzano le corde, all’attacco energico di una plettrata decisa; dal suono più tagliente di una pennata vicino al ponte al suono più morbido e avvolgente di un arpeggio verso il manico. Una chitarra elettrica reattiva e dinamica ha prestazioni eccellenti anche a basso volume.
Queste virtù si devono in larga misura a legni di pregio e costruzione di alta qualità; anche i pickup giocano un ruolo fodamentale.
All’estremo opposto, gli strumenti di scarsa qualità hanno una risposta di volume incostante e irregolare delle note della tastiera; spesso presentano “note morte”, comunemente detti “buchi”, in diversi punti della tastiera.
Timbrica
Un’altra caratteristica che si trova soltanto nelle chitarre di prima classe è l’articolazione o complessità timbrica. I grandi strumenti hanno quasi una componente “vocale” nel loro suono.
Il suono non è mai ordinario e piatto, ha una sorta di trama granulosa e “ruvida”. Alcune note suonano quasi come vocali. Ma probabilmente la caratteristica più importante è la costanza della resa timbrica e purtroppo non può essere mostrata in un video di 5 minuti.
Una grande chitarra suona costantemente bene con qualsiasi impianto di amplificazione, in qualsiasi acustica ambientale, mix sonoro e sound di band: dai locali all’aperto, alle sale interne, agli studi di registrazione. Occorre considerare che quasi tutte le chitarre possono suonare decentemente occasionalmente, in determinate condizioni favorevoli, ma solo gli strumenti di fascia alta suonano sempre, costantemente bene, in qualsiasi condizione, anche con acustica ambientale ostica.
Tiriamo le somme: una migliore strumentazione migliora effettivamente il nostro modo di suonare e rende la nostra musica più interessante.
Le chitarre vintage
Cos’è una grande chitarra? Naturalmente non esiste una definizione univoca e universale; come è giusto che sia, tutti noi abbiamo gusti diversi, inclinazioni stilistiche e riferimenti timbrici diversi.
Tuttavia, abbiamo visto sette elementi di giudizio o qualità che la maggior parte dei musicisti trova altamente desiderabili in una chitarra e che pertanto influenzano il prezzo di mercato degli strumenti.
Nella mia esperienza, trovare tutte queste 7 qualità contemporaneamente in un unico strumento è quasi esclusiva delle chitarre vintage.
Questo difatti spiegherebbe perché gli originali vintage sono così ricercati e ambiti dagli esperti e quotati; tendono ad avere qualità timbriche che è più raro trovare negli strumenti contemporanei.
In tutti i campi, i prezzi sono generalmente buoni indicatori del livello qualitativo, le chitarre purtroppo non fanno eccezione.
Questo comunque non significa che siamo condannati a spendere una fortuna; difatti nella vita è anche molto importante essere contenti e soddisfatti di ciò che ci si può permettere.
La buona notizia è che alcune chitarre più economiche possono avere una qualità decente e suonare sorprendentemente bene, specialmente con qualche intervento di upgrade.
Dunque, non bisogna mai aver paura di esplorare nuove strade. È importante essere sempre curiosi di ascoltare e sperimentare diversi strumenti e differenti soluzioni timbriche, senza arrendersi mai a soluzioni ovvie. Il punto non è acquisire la chitarra più prestigiosa del mondo ma trovare lo strumento che abbia il suono più appropriato alle nostre esigenze artistiche e stile musicale.
Sfortunatamente, questo non è un compito dei più facili. Anche esperti professionisti, quando valutano una chitarra, sono spesso fuorviati da falsi elementi di giudizio, che io chiamo “i nemici del chitarrista”.
Nel prossimo video vedremo 7 sorprendenti “nemici” o minacce che tendono a distorcere il nostro giudizio quando scegliamo una chitarra.
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