Andrea Ballarin, deus ex machina di Manne Guitars, è una di quelle persone che senza fronzoli si misura ogni giorno con i giganti della grande distribuzione per far conoscere ed apprezzare i propri lavori, frutto di perizia, precisione, fatica manuale e grande spirito di innovazione.
Manne Guitars nasce a Schio ormai 25 anni fa, più o meno quando un altro grande gioiello scledense cominciava la sua ascesa verso il successo, la pluridecorata squadra femminile di pallacanestro. Se la Schio sportiva ha dominato in Italia e si è fatta sentire in Europa, la Schio liuteristica non è stata da meno: gli strumenti progettatti ed ideati da Andrea Ballarin sono conosciuti da tantissimi musicisti, in Italia e all’estero (gli apprezzamenti di Glenn Hughes per il suo basso Manne sono un biglietto da visita inequivocabile).
Certo, come dice Andrea stesso con un po’ di rammarico, le cose sono cambiate molto per quando riguarda la vendita e la distribuzione degli strumenti, oggi è sempre più difficile poterli vendere nei negozi. Per questo motivo Manne, oltre che per essere sempre a stretto contatto con i clienti, ha deciso di vendere direttamente, senza intermediari, in modo da concentrare tutti gli sforzi verso le specifiche esigenze degli stessi musicisti.
“Ci siamo approcciati di recente alla vendita diretta degli strumenti, alla creazione di strumenti custom fatti su misura per il cliente. In parallelo ci sono gli strumenti Manne Design, prodotti in Asia su nostra totale progettazione, distribuiti ultimamente anche in Germania. Fortunatamente le richieste dei clienti ci danno lavoro ogni mese e le idee non mancano per cercare di accontentarli tutti”.
Eh si, perché Manne non è solo sinonimo di chitarra custom dal prezzo (inevitabilmente) elevato, recentemente ha investito molto nella produzione asiatica di strumenti progettati in Italia, la suddetta “Manne design”. In tal modo i prezzi al pubblico rimangono più che accessibili, si parla di una fascia tra i 300 e i 600 euro, e la qualità progettuale resta inalterata. Basta un’occhiata al sito di Manne per accorgersi che stiamo parlando di chitarre e bassi di fattura tecnica comunque qualificata e molto ben controllata: “Gli strumenti sono realizzati seconto il nostro concetto di harmonic globalization che vede nella globalizzazione una opportunità, non per trovare il prezzo più basso, ma una ottima qualità ad un prezzo conveniente”. Il settaggio dello strumento, inoltre, viene fatto in Italia, insieme a un minuzioso controllo qualità.
Caratteristiche che tracciano alla perfezione anche la mission degli strumenti high level di Andrea Ballarin, dal design originale, come lui stesso ci confida: “Manne cerca di fornire strumenti che non sono presenti sul mercato, anche se purtroppo la densità di gente che cerca qualcosa di diverso è spesso paragonabile… alle riserve indiane negli USA”.
La sua analisi è molto lucida e se per un attimo le sue parole possono sembrare un po’ malinconiche, fanno capire che ci troviamo di fronte ad un personaggio che ama il suo lavoro in modo incondizionato. Lo si percepisce quando accenna alla sua ultima creazione, presentata nel 2010, una chitarra di derivazione semiacustica: “Acustica, è il nuovo strumento di derivazione della semiacustica. I suoi caratteri originali sono il pickup piezo elettrico e magnetico miscelabili e la cassa vuota con elementi interni che smorzano le vibrazioni indesiderate”.
La scelta nel catalogo Manne è molto vasta, tra i modelli di chitarra troviamo quelli di concezione totalmente originale, come i già ben affermati “Taos” e “Ventura”, oltre che modelli a 7 e addirittura 8 corde; ci sono poi modelli più tradizionali come la splendida “Raven”, dai lineamenti stratoidi con tutte le migliorie del caso, basti pensare alla speciale giunzione tra manico e sagomatura del corpo che rende molto più accessibili gli ultimi tasti. Le stesse scelte “filosofiche” dette finora sono riportate anche nella produzione dedicata ai bassisti, con strumenti di notevole fattura (in particolare ammiriamo la scelta dei legni, davvero meticolosa e dall’estetica stupefacente) e di ogni tipologia, compresi esemplari acustici.
La chiacchierata con Andrea prosegue in modo molto tranquillo e informale e per un attimo la situazione si ribalta: è lui a farci le domande, ad interessarsi di MusicOff, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere una persona pronta ad ascoltare, sempre curiosa e realmente attenta alle novità e agli spazi dedicati ai musicisti, là dove la musica “vive” e si alimenta quotidianamente.Lo salutiamo invitandolo a scrivere sulle nostre pagine, lui ci lascia con una frase dal significato a nostro parere molto forte: “Bisognerebbe mantener vivo nella gente il gusto di far qualcosa di diverso”. Le sue chitarre e i suoi bassi sono certamente figli di questa riflessione magistra vitae, adesso la vera domanda è: siamo pronti noi a far qualche scelta diversa dal solito?
Aggiungi Commento