Da sempre i chitarristi si sono trovati di fronte alla necessità di interfacciare il proprio ampli con degli effetti esterni, mentre non vi sono mai stati problemi per pedali quali wah, overdrive, fuzz e distorsori che, come abbiamo visto, possono tranquillamente lavorare in front, qualche problema in più si è rivelato con effetti quali modulazioni e ambienti: chorus, delay, riverberi etc…
La necessità di far lavorare nel miglior modo possibile questi effetti ha portato alla creazione di un punto di inserzione specificamente dedicato, nella catena del segnale, al trattamento del suono generato dalla sezione preamp. Proprio in questo punto infatti, tra la sezione preamplificatrice e la sezione finale di potenza, è possibile processare il suono con la pulizia richiesta e con il miglior rapporto segnale/rumore.
Da una parte è fondamentale che, soprattutto in amplificatori che generano la distorsione dalla sezione preamp, come nel caso di Riccardo, il processamento da parte di delay e riverberi avvenga in un punto in cui non si abbia più saturazione, altrimenti si avrebbe la compressione, la distorsione e l’appiattimento dell’effetto; dall’altra è necessario che il nostro set-up resti silenzioso per un pratico utilizzo live e studio.
Vi sono due possibilità per processare in un loop effetti il segnale, il modo seriale e il modo parallelo. Nel primo caso abbiamo un processamento in serie del nostro segnale e la bontà del risultato è affidata alla qualità del trattamento da parte dell’effetto stesso. Spesso, per ottenere delay e riverberi, si processa il suono in digitale e la scarsa qualità dei convertitori in entrata (A/D) e in uscita (D/A), può creare problemi di degradazione del nostro suono rendendolo più freddo e meno dinamico.
Per ovviare a questi problemi si è arrivati alla soluzione di processare il segnale in parallelo: in pratica va previsto nel signal chain un sommatore (mixer) dedicato alla miscelazione del suono dry (diretto) e wet (effettato). In questo caso è necessario e fondamentale che l’effetto lavori 100% WET, cioè invii al mixer solo l’effetto, visto che il segnale diretto è già presente, pena una somma o una sottrazione di segnali diretti, quello dry e quello proveniente dall’effetto, e, nel peggiore dei casi, un orribile “effetto citofono” dovuto a cancellazioni di fase tra i due segnali.
È questo uno dei motivi per cui spesso non è possibile processare in parallelo con dei pedali delay o riverbero, visto che in molti casi non hanno il dry escludibile. Tra l’altro, nel processamento con gli ambienti a pedale, è opportuno verificare che possano accettare al loro ingresso il segnale proveniente dal send, anche 20 volte superiore a quello inviato dalla nostra chitarra (e per l’interfacciamento con la quale il pedale è stato progettato), altrimenti si mandano in overload i convertitori in ingresso al pedale, con fastidiosi crepitii e brutte distorsioni digitali.
Questo perché i pedalini lavorano nella maggior parte dei casi con livelli a -20/-10db (instrument level) e non sono adatti a processare il segnale in un loop effetti che è a +4db (line level). Quindi bisogna fare attenzione all’interfacciamento e, nel dubbio, chiedere ai più esperti.
Nel caso di set-up complessi, che prevedono più multieffetti, è opportuno invece usare dei mixer di linea dedicati che permettono il processamento in parallelo con degradazione nulla. Almeno se si fa riferimento a dei prodotti di qualità!
La scelta di Riccardo Onori, fin dal Tour di Buon Sangue (2006), è ricaduta su un Masotti MXM, un mixer di linea che permette il richiamo dei loop in seriale e/o in parallelo, tutto via MIDI. Abbiamo quindi customizzato questo Line Mixer in modo da avere un loop seriale a monte del sommatore, dedicato ad un Noise Gate (ISP Decimator), richiamato via MIDI per ottenere il completo silenzio necessario in alcuni punti dello spettacolo, quando anche il semplice fruscio termico delle valvole del canale overdrive o la somma di questo con il fruscio naturalmente indotto da qualche pedale di overdrive, potrebbe dare fastidio.
Si è deciso di piazzare il Noise Gate in questo punto per dare un segnale già pulito ai multieffetti, evitando allo stesso tempo che possa interferire, se posto invece in cascata ad essi, con le code dei della o dei riverberi.
Abbiamo poi cablato nella zona mixer un Fractal Axe FX (usato solo per gli effetti) e un Line 6 Echo Pro a rack.
Il tutto è stato poi inviato, per la massima semplicità di utilizzo live, al Rack Interface di cui alla puntata precedente.
Il risultato è sempre notevole in questi casi: massima trasparenza e dinamica, con il vantaggio della miscelazione di più effetti tra loro.Per ottimizzare il rapporto segnale/rumore abbiamo previsto una complessa rete di alimentazione di tutto il rack e dei pedali posti nel rack.
Il risultato è quello che avete nei diagrammi più sotto, un alimentatore a rack con 9 canali di alimentazione perfettamente stabilizzati e galvanicamente isolati che permettessero di alimentare nel modo corretto, e senza loop di massa, tutti gli effetti a pedale presenti nei cassetti a rack estraibili.
Vediamo come si presenta il pannello anteriore:
Tutto il cablaggio è stato realizzato con connessioni di tipo militare che garantiscono sempre un’affidabilità superiore, sia per il tipo di contatto, sia per far fronte ai numerosi trasporti a cui sarà soggetto un setup del genere.
Ecco quindi l’organizzazione dei canali di alimentazione sul pannello posteriore dell’alimentatore a rack.
Tutte le altre unità a 230V sono state invece cablate su una ciabatta a rack, con interruttore di accensione.
Passando infine all’organizzazione del segnale MIDI del rack di Riccardo, abbiamo provveduto ad installare un T8 MIDI Solutions: un MIDI buffer attivo a rack, con 1 input e 8 output, che permette il cablaggio in parallelo di tutte le macchine. Evita quindi ritardi sul segnale MIDI ed inaffidabilità di vario genere, come spiegavamo nella seconda puntata dedicata a questo setup.
Il Canale 4, per la precisione, viene inviato alla testata “Master” esterna, una Masotti X100M Classic, che funge da sezione preamplificatrice per l’intero sistema, con i suoi canali Clean, Crunch e Lead, richiamati via MIDI in uso live sia in Program Change che in Control Change.
Il segnale audio, poi processato in stereo nella sezione loop effetti tramite l’MXM, viene poi inviato ai finali delle due X100M Classic presenti sul palco, quella Master che funge da lato Left, ed un’altra, che funge solo come lato Right dell’intero setup e fornisce solo la sezione power amp.
Il tutto viene infine a pilotare due Masotti X412M cabinet, ognuno con 2 Celestion Greenback e 2 Celestion Vintage 30.
Questo setup è rimasto praticamente identico, se si ignora qualche update, per l’attuale Backup Tour di Lorenzo, che sta girando tutti i più grandi stadi italiani.
Squadra che vince, non si cambia…
Siamo quindi al termine di questa serie di articoli relativa al setup di Riccardo Onori per l’Ora Tour di Lorenzo Jovanotti. È tempo di salutarci ma spero di fare cosa gradita nell’annunciare che nel prossimo appuntamento si parlerà del setup di un altro grandissimo chitarrista italiano: Giacomo Castellano.Rock on!
Pierangelo Mezzabarba<<<< VAI ALLA TERZA PUNTATA
Aggiungi Commento