Chitarristi su YouTube: sappiamo distinguere?
Non scopriamo l’acqua calda, ma il concetto è tale da rendere utile ogni spunto di riflessione: come può un utente, a maggior ragione se inesperto, distinguere la qualità di un insegnante di chitarra su YouTube?
Chiunque è in grado di rendersi conto che la quantità di canali e di contenuti tematici è ormai immensa. La scelta può variare dal semplice appassionato che decide di condividere la propria esperienza all’artista che ha deciso di trovare nel mezzo in questione una fonte di business diversa da quelle tradizionali del suonare la chitarra.
Uno dei focus del video di Alberto riguarda i parametri di valutazione che la piattaforma YouTube (così come altre, seppur in logiche non del tutto analoghe) offre al più o meno consapevole utente, e in particolare le famigerate visualizzazioni; le quali, pur non essendo un metro di oggettiva qualità del contenuto, finiscono per diventare un parametro a maggior ragione quando sono nell’ordine delle centinaia di migliaia.
L’algoritmo e l’arte del suonare la chitarra
Poi ovviamente c’è “lui”, l’insidioso spettro che infesta più o meno qualunque discussione riguardante determinate piattaforme del web: l’algoritmo.
Un complesso meccanismo di selezione basato su dei parametri che possono essere assolutamente opinabili dal punto di vista della qualità del contenuto, in quanto rispondenti più a logiche di ottimizzazione della forma che di valutazione di ciò che essa cela.
Questo vale ovviamente anche nel discorso specifico dell’insegnamento e dell’apprendimento della chitarra. Certe meccaniche possono penalizzare pesantemente contenuti di assoluta validità, ma che pagano lo scotto di non essere prodotti secondo le suddette logiche di confezionamento.
Viceversa, in questa prospettiva un abile snake oil seller può vedere favorito il proprio contenuto scadente, magari grazie a una thumbnail accattivante o ad altri parametri che nulla hanno a che vedere con la competenza del contenuto del video.
La reale esperienza del saper insegnare la chitarra
Ma alla fine della fiera, cosa ci suggerisce di fare Alberto Lombardi quando ci troviamo di fronte alla nostra brava home page di YouTube, in cerca di video grazie ai quali imparare a suonare la chitarra, tra suggerimenti che forse sono adatti a noi e forse no?
C’è un consiglio che resta sempre validissimo in qualunque contesto che riguardi la valutazione di un insegnante: fare riferimento all’esperienza maturata. Come si può insegnare a stare su un palco vantando un’esperienza on stage pari a zero? Come si può insegnare i segreti del mixing senza aver vissuto una certa esperienza in studio di registrazione? E via discorrendo su questo tenore.
Certo, non sempre è facile vedersela con questo tipo di esercizio: non tutti gli youtuber sono personaggi dal percorso professionale di comprovabile competenza, come ad esempio un Rick Beato.
Va detto però che, per personaggi come quest’ultimo, parla forte e chiaro l’autorevolezza del contenuto proposto, il quale non si limita esclusivamente a una serie di accorgimenti più o meno di furbizia, ma dimostra nei fatti i risultati di un processo di sviluppo musicale estremamente curato nel tempo.
In conclusione potremmo dire: valutare l’esperienza ancor prima dei numeri; a volte i due parametri coincidono nel loro spessore (il buon Rick ne è un ottimo esempio, coi suoi quasi due milioni e mezzo di iscritti), a volte no.
Ed è un vero peccato investire tempo e risorse in un percorso didattico che non ci porterà minimamente a crescere come musicisti, alla faccia delle views.
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