In continua competizione con i maggiori rivali, tra l’altro proprio in patria, Gibson sin dalla fine degli anni ’50 ricerca modi per rompere con i propri retaggi classici e proporre ai giovani musicisti qualcosa che li proietti nel futuro.
È il famoso Ted McCarty a prendere le redini di questa nuova visione e Gibson inizia a sperimentare con nuove essenze di legno e nuove forme. Ricordiamo che era anche l’epoca iniziale della corsa allo spazio, della visione del mondo a panorami “sci-fi” per così dire, con un costante sguardo verso le stelle.
Cavalcando l’inizio di quest’onda nascono due chitarre assai particolari, la Flying V e la Explorer, le cui forme sono a dir poco estreme. In questi casi il legno utilizzato è il Korina, legno africano simile al mogano, molto solido e stabile.
Le vendite all’inzio sono però piuttosto scarse, hanno ben altra fortuna una decade dopo, nei tardi anni ’60, quando tanti giovani chitarristi (ma non scordiamoci mai il mitico Albert King!) iniziano a volere questi modelli così appariscenti sul palco.
Uno su tutti: Jimi Hendrix!
Da quest’ultima esplosione di vendita, si arriva a quei decenni più “moderni”, quelli della musica Hard Rock ed Heavy Metal, in cui si fa grande uso di forme così particolari. Sono tanti i marchi che per le proprie chitarre prendono più o meno “ispirazione” dalle progenitrici Gibson.
E, ovviamente, la stessa Gibson non mana di porsi in questo nuovo vastissimo mercato musicale.
Ma ascoltiamo queste chitarre grazie a Davide Tomassone e Moreno Viglione, direttamente dalla bella sala del negozio Sergio Tomassone.
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