Dopo aver passato in rassegna i due più importanti modelli Fender, Stratocaster e Telecaster, in questo articolo concentreremo la nostra attenzione su un’altra chitarra protagonista anch’essa della storia moderna e contemporanea della Musica: molto utilizzata in vari generi, dal pop al blues al rock passando per la fusion e il jazz, il suo nome è Les Paul!
La Les Paul nasce sotto lo storico marchio Gibson dalla mente geniale e dalle mani di Lester William Polfus noto a tutto il mondo come Les Paul, da cui la chitarra prende il nome. Oltre a inventare una tra le chitarre più belle, Les Paul è stato anche un grande chitarrista e i più fortunati hanno potuto godere della sua Musica fino agli ultimi anni della sua vita quando ancora aveva l’energia e l’entusiasmo di esibirsi in qualche club new yorkese.
Le origini del progetto risalgono già agli anni 40 mentre la nascita vera e propria avviene nel 1952.
La Les Paul in mio possesso è una Custom nera del 1977 con doppio humbucker in alnico e wiring 50′, in quanto, come per tutta la mia strumentazione, prediligo un suono di base vintage da modellare e adattare anche ad ambiti più moderni a seconda delle necessità.
Nell’articolo sulla Stratocaster avevo messo in risalto la versatilità, mentre della Telecaster il suo essere uno strumento diretto senza fronzoli, dalla personalità e dal sound immediatamente riconoscibili. Anche la Les Paul ha una sua personalità e un suo sound ben riconoscibili ma ovviamente distinti.
L’utilizzo personale che faccio di questa chitarra, come per le altre, è molto vario e tocca diversi ambiti. Passo da suoni clean a suoni leggermente saturi più bluesy in situazioni ad esempio da trio o ad accompagnamenti e soli più compressi e distorti in situazioni pop e rock dove serve spingere di più.
Come dicevo prima la coppia di pickup che monta attualmente la Les Paul in questione è composta da due Suhr in alnico V con un’uscita leggermente superiore a quella delle repliche paf in commercio, il che non è propriamente tipico di modelli vintage. Nonostante ciò suonarci un buon vecchio blues o qualche passaggio country, magari alternando plettro e dita, è sempre molto soddisfacente.
Sono degli humbucker che riescono a conferire calore, con dei bassi definiti, dei medi ben presenti ma non invadenti e degli alti mai aspri seppur argentini, molto vocali.
Uscire dal mix, o come si suol dire in gergo “bucare il mix”, è veramente semplice. Come per la Stratocaster e la Telecaster lo strumento suona bene e si adatta ad ogni tipologia di ampli con il quale ho potuto utilizzarlo. Passando da un Fender Twin al Vox ac30 all’Hiwatt custom100 o al Masotti X100M, per citare quelli che uso maggiormente, la chitarra dà sempre il meglio di sé, mantenendo la sua personalità e la sua voce.
Sia nelle collaborazioni con artisti e band in vari progetti inediti, sia negli spettacoli dove mi trovo ad eseguire brani di vario genere, la Les Paul restituisce quel sound sempre molto presente, distinguibile e carico che diventa irrinunciabile quando occorre eseguire determinate parti.
Se diamo uno sguardo ad alcuni tra i musicisti più illustri che hanno utilizzato questo strumento, si pensa ad artisti che hanno segnato la storia del Rock e del Blues e ad altri che ancora tutt’oggi hanno come loro marchio di fabbrica il suono devastante ma allo stesso tempo dolce e sensuale di una Les Paul.
Famosissimo il riff di “Whole lotta love” di Jimmy Page che io qui eseguo con il pickup al ponte e una saturazione da fuzz, abbastanza spinta, per avere un suono grosso ma allo stesso tempo un po’ acido.
Altrettanto famoso il tema principale del brano “Still got the blues” di Gary Moore che ha saputo far cantare la sua Les Paul come forse pochi altri. Nell’esempio da me suonato il pickup è quello al manico per un suono più “lirico”, caldo e rotondo rispetto al pickup al ponte. Qui inoltre ho aggiunto un leggero riverbero e un pizzico di delay per dare più sostegno e durata alle note.
In questo esempio occorre fare molta attenzione ai bending, che variano da un semitono a un tono e al vibrato, entrambi importanti per l’espressività e la bellezza di questo tema.
Ultimamente ho utilizzato in registrazione la Les Paul per eseguire due brani in un videoclip girato in un teatro nel cuore della splendida Ortigia, a Siracusa, per una band con la quale spesso mi esibisco. All’interno del videoclip che è un collage di più brani ho utilizzato anche la strato e la tele ma i brani in cui ho usato la Les Paul sono “Man i feel like a woman” di Shania Twain, al minuto 2:26, per eseguire il riff principale, la ritmica ed anche l’assolo che però nel video non è presente e “Labyrinth” di Elisa, al minuto 4:45, per eseguire tutta la ritmica principale e alcuni passaggi di abbellimento.
Nell’esempio successivo potete ascoltare il solo di “Man i feel like a woman” registrato appunto anch’esso con la Les Paul. Il pickup stavolta è quello al ponte, come nel primo sample, ma qui stavolta eseguiamo un solo per cui ho aggiunto sempre un pizzico di riverbero e di delay. Rispetto al secondo file audio il suono diventa meno rotondo e un po’ più tagliente, mantenendo comunque una certa liricità.
La natura del solo è sempre blues ma l’intenzione e l’esecuzione si discostano da quelle del solo del brano di Gary Moore.
Sebbene la Les Paul sia una chitarra conosciuta prevalentemente per quella sua caratteristica “botta” e per quella corposità che spesso altre chitarre non riescono a dare, non è corretto pensarla e definirla come una chitarra poco versatile in quanto anch’essa capace di sonorità che molti penserebbero impossibili per questo strumento.
Il tipico sound “country” da molti associato principalmente alla telecaster, viene fuori alla grande, ovviamente con qualche sfumatura diversa, anche da una Les Paul con dei Paf dell’epoca o comunque con delle repliche ben costruite che, sia con un suono clean che leggermente crunchy, riescono a donare allo strumento quella brillantezza mai aspra, e quel twang tipico del genere.
Concludo l’articolo citando la famosa diatriba tra chi usa l’articolo “il” rivolgendosi a questo strumento (il Les Paul) e chi invece l’articolo “la” (la Les Paul). Leggendo probabilmente avrete capito a quale schieramento appartengo!
Beh, immaginate di trovarvi su un palco ad eseguire un bellissimo brano blues o rock, dove ad un certo punto arriva un solo che sembra far urlare “la” vostra chitarra, dove il pathos e la simbiosi con il vostro strumento sono totali… come si fa a non dire che la Les Paul è donna!?
Alla prossima! Stay here, stay MusicOff!
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