Oggi mettiamo sul piatto della bilancia un’Ibanez di produzione industriale e una bella chitarra semiacustica di liuteria.
Aldilà del titolo “a effetto”, sono molto contento di come sia stato compreso e apprezzato l’articolo “La sfida: Ibanez AKJV90D vs Gibson ES-165 Herb Ellis“, perché è sì un impossibile confronto a parte il sound, ma la sintesi è che una chitarra non esclude l’altra!
Ibanez non vuole neanche entrare nel merito di una sfida con una L5 del 1964 o con un raffinato liutaio, come tanti ne abbiamo in Italia. Io, da felice rappresentante in qualità di endorser per il marchio nipponico, sostengo in egual misura la liuteria e se il portafoglio può permettere lo sfizio, anche il vintage purosangue ha un suo perché.
Quello a cui tengo veramente, è la cultura del suono per realizzare la propria musica. Uno strumento industriale oggigiorno viene seguito passo passo da abili mani e attenti occhi e per questo motivo ha raggiunto standard di suono e credibilità assolutamente eccellenti.
Stando su strumenti industriali, con un alto rapporto qualità prezzo, si possono comprendere perfettamente le differenze sonore nei vari modelli (hollowbody, archtop, semi-hollowbody), le morfologie costruttive, i tipi di legnami, etc.
Allo stesso tempo, l’opportunità di stare in laboratorio con il liutaio a discutere e confrontarsi su legni, tasti e tastiere, meccaniche, buche a effe, elettronica e amplificazione, forma, verniciature, intarsi da maestri ebanisti o da gioiellieri…
Tutto questo rimane un’esperienza impagabile, a patto di avere le idee chiare sullo strumento che andremo a farci costruire!
Senza dimenticare che in molti casi i liutai offrono la loro personale visione, fondando un vero e proprio brand di forme e modelli: e qui invito a frequentare le grandi fiere dedicate alla musica, per poter toccare con mano questi strumenti e poter discorrere di ogni particolare che compone la chitarra.
Si tratta quindi di un percorso musicale dentro e fuori lo strumento.
Al neofita che mi chiede un consiglio sull’acquisto di una prima semiacustica, non mi sentirei di consigliare necessariamente uno strumento di liuteria o vintage. Cercherei di fargli capire che non potrò essere io a decidere se è meglio una Gibson o una D’Angelico, una Ragghianti rispetto a una Ran De Gal.
Insomma, è una cosa troppo personale!
Mi sentirei di consigliare uno strumento che possa arrivare a essere senza compromessi come il modello Pat Metheny o all’opposto in versatilità la George Benson.
Per il resto deve essere un percorso che possa far capire che, come la musica, sarà lo strumento a scegliere te, se saprai ascoltarlo e non il contrario!
Nel video suono un’Ibanez AFC95 di produzione indonesiana e sono poi il felice possessore dell’altra chitarra, una Ran De Gal (liuteria di Verona) modello 16′, pickup Bartolini, tastiera in ebano con un livello di rifinitura dei tasti davvero impeccabile.
Uno strumento di liuteria davvero eccellente, la differenza c’è nel suono e si sente nell’imbracciarla e suonarla, ma con questo non affermo che quindi l’Ibanez industriale, suona male o è scomoda da suonare. Potremmo dire che la chitarra “della festa” può essere accompagnata dallo strumento “per tutti i giorni”, che sia anche un valido percorso per il neofita che in uno strumento economico cerca sempre un alto valore di qualità prezzo.
Certo, se la passione musicale mi porta a voler riprodurre pedissequamente il sound bebop del 1960, arrivando a vendere un rene per la L5, poi non vuoi amplificarlo con un ampli degno di uno strumento così?
Posso anche vestirmi come mio nonno e farmi i baffetti come Django, ma comunque vivo nel 2018 e cerco di prendere il meglio di ciò che mi offre, come strumenti che mi porto su e giù dall’autobus con la custodia morbida “perché sta in spalla”, senza contare jam session, prove o lezioni al volo.
Lo strumento “economico” è ormai accettato anche dal super insegnante di conservatorio o dal rinomato concertista. Rimane un fattore di cultura, di percorso musicale e non dimentichiamoci sfizio, ego, portafoglio… Biglietto da visita!
A ognuno la personale considerazione e conclusione: ma perché per forza c’è sempre di mezzo l’uovo e la gallina?
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