Soulist è un sistema per controllare con una comoda pedaliera senza fili il volume o gain dell’amplificatore memorizzando due livelli facilmente richiamabili.
The biggest invention since the creation… Non sarà il massimo della modestia, ma lo slogan che accompagna l’immagine di un Dio creatore alle prese con quel gran rocker di Adamo va al nodo della questione. Se pensate che variare il livello del volume direttamente dall’amplificatore sia meglio di qualsiasi booster, Soulist è quel che vi meritate.
Progettato e realizzato in Italia, il sistema prevede una specie di cappuccio cilindrico da sostituire alla manopola di volume. Alimentato a rete, contiene all’interno il motore che andrà a ruotare il potenziometro e comunica per via wireless con la relativa pedaliera, fornita di 3 switch.
I due pulsanti laterali, più piccoli, controllano la funzione Down e Up del volume nelle fasi di memorizzazione, quello centrale sarà utilizzato per passare da un livello all’altro durante la performance.
Ambedue gli oggetti sono di costruzione robusta. Il “robottino” da sostituire alla manopola è un lontano cugino del simpatico R2-D2 di Star Wars e la pedaliera sfoggia orgogliosamente la sua livrea di (finto) coccodrillo.
Una volta asportata la manopola originale del controllo di volume dell’amplificatore, la prima cosa che abbiamo fatto – seguendo le indicazioni, essenziali ma precise – è applicare il velcro alla base del potenziometro (regolato a livello 0), per poi fissare l’oggetto contenente il motore con una pressione opportuna. La modifica all’estetica del pannello non è lieve, ma se c’è un vantaggio…
La seconda operazione è collegare un alimentatore standard (attenzione, la polarità è inversa rispetto al classico negativo centrale di tradizione Boss): il relativo cavetto è l’unica vera seccatura, ma basta fissarlo in modo tale che non intralci la mano nell’azione sulle manopole adiacenti.
Il triplo footswitch, al contrario, è alimentato da una normale batteria da 9 volt e si accende con un tastino On/Off sul fondo.
Il passo seguente è quello fondamentale: far comunicare tra di loro i due oggetti. L’operazione di handshaking inizia premendo contemporaneamente i due pulsanti esterni fino ad attivare il lampeggiamento arancione. Fatto.
A questo punto è sufficiente tenere premuto il pulsantino sul lato del Soulist (potrebbe servire la punta di una penna o un minuscolo cacciavite) finché il colore del LED diventa verde, confermando il riconoscimento tra i due congegni. L’operazione è piuttosto facile e non serve ripeterla fin quando l’oggetto non viene rimosso dal perno dell’amplificatore.
Regoliamo il volume base utilizzando il pulsante destro per arrivare al livello desiderato e lo fissiamo premendo quello centrale. Poi saliamo di livello allo stesso modo e memorizziamo un secondo volume. Fatto anche questo.
Ora premendo il pulsante centrale si passa con gradualità e relativa velocità da un setting all’altro, con il piacevole ronzio del motorino a confermare il carattere meccanico dell’operazione.
Se la manopola prescelta è quella del Master Volume è molto facile sfruttare Soulist per passare da un livello di ritmica a quello che serve per l’assolo, ad esempio.
Nel nostro caso abbiamo montato il Soulist sul potenziometro di Gain per aggiungere un buon crunch o aumentare la quantità di overdrive. Decisamente efficace.
Una cosa molto utile è la possibilità di portare a zero velocemente i volumi nei tempi morti, premendo un pulsantino laterale per qualche secondo. Stessa operazione per ritornare alle regolazioni precedenti ed entrare a gamba tesa nella performance.
Soulist è il tipico congegno che a molti non dirà nulla ma per altri potrebbe essere prezioso e giustificare una spesa equivalente al costo di un buon effetto a pedale.
Nel nostro test non ha fatto una piega, svolgendo elegantemente il suo compito. Tra i vantaggi più evidenti c’è quello di poter lavorare a una certa distanza dall’amplificatore grazie alla tecnologia wireless.
Di contro c’è solo l’ingombro sul pannello, legato evidentemente alla presenza del motorino interno, ma se questo non è un problema, l’oggetto non richiede modifiche all’amplificatore e può aiutare a mantenere un rapporto più “fisico” con il suono della chitarra o del basso.
Maggiori informazioni da Sergio Tomassone snc che ci ha fornito l’esemplare del test.
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