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Eventide Timefactor, un classico ancora attuale

Nonostante sia una macchina con qualche anno sulle spalle, l'Eventide Timefactor riesce ancora a essere uno standard di alto livello per i musicisti.

Nonostante sia una macchina con qualche anno sulle spalle, l’Eventide Timefactor riesce ancora a essere uno standard di alto livello per i musicisti.

Come abbiamo visto spesso in queste pagine e anche nelle mie rubriche (da quella della costruzione della pedaliera fino a quella del Guitar Home Recording ancora in corso), spesso alcuni nomi di hardware che utilizziamo per i nostri suoni diventano sempre più ridondanti, e per una buona ragione.

Eventide Timefactor

 

Abbiamo spesso visto il nome di Strymon, di Mesa Boogie e di Eventide (cito tre nomi, ma la lista è molto più ampia) e molte volte il successo di una determinata macchina e di un determinato brand non dipende dal solo risultato sonoro, ma anche grazie a:

  • Ingegnerizzazione
  • Design
  • Facilità di utilizzo
  • Possibilità di uso

Quindi, prenderemo in esame in maniera dettagliata una macchina come il Timefactor, pedale che rappresenta un must have per moltissimi chitarristi e non solo (come vedremo tra poco).

Iniziamo a prendere in esame il solo design: parliamo di un pedale dalle dimensioni tutto sommato contenute, pari a due stompboxes collegati insieme, volendo fare un paragone è grande quanto un Tubescreamer e un DS1 messi insieme.
Sulla carta avrebbe potuto essere ben più grande, basti pensare a un Korg SDD 3000 ad esempio, e va preso in considerazione che il pedale è un doppio delay (quindi con comandi doppi per time e feedback).

Eventide Timefactor

 

L’unico neo potrebbe essere la posizione delle uscite MIDI, messe di lato, ma è una scelta quasi obbligata visto che sulla parte posteriore abbiamo:

  • Input
  • Output 
  • Selettori per I/O (se di linea o direttamente dello strumento) 
  • Entrata per il pedale di espressione
  • Entrata per un Aux Switch per creare dei preset con uno switch meccanico

Eventide Timefactor

 

Molto gradito è il selettore che permette di scegliere se i nostri I/O sono di linea o per amplificatore e chitarra, questo permette al Timefactor di poter essere utilizzato non solo come pedale per chitarra, ma anche come pedale per tastiere/synth (o per voci).

Per quanto invece concerne il reparto dei controlli dell’intero pedale, abbiamo ben undici potenziometri, che vanno dalla regolazione del mix del segnale, del mix dei due delay A e B, dei controlli classici di time e feedback, quelli della modulazione, filtro, navigazione tra i vari algoritmi e per concludere la Xknob.

Eventide Timefactor

 

Quest’ultima è un controllo “personale”, che dipende cioé dall’algoritmo in uso, che permette di controllare un parametro speciale, come per esempio la saturazione nell’algoritmo TapeEcho.
Per quanto riguarda invece i footswitch li trovo estremamente morbidi e responsivi (ad esempio non si riscontra nessuna difficoltà nel settare il tap tempo) e il resto dei comandi sono per il bypass e il controllo del looper.

Ovviamente, come tutte le macchine di questa fascia di prezzo e qualità, per quanto l’utilizzo possa essere abbastanza plug and play, necessita comunque di un periodo di prova abbastanza lungo.
Prendere mano con gli algoritmi è un lavoro non indifferente perchè le possibilità sono moltissime e si può passare un giorno o due a lavorare anche su uno solo (come sta capitando a me con il Digital Delay).

Infatti, da qui in poi vedremo insieme tutti gli algoritmi principali di questa macchina, e fino a dove possiamo spingerci.
Alla prossima puntata!