È un trasduttore di alto livello progettato in Italia e arrivato ormai a una versione definitiva sfruttata da solisti e orchestre, sul palco e in studio. Le caratteristiche del sensore e l’alta qualità del preamplificatore ne fanno un oggetto in grado amplificare con la massima fedeltà strumenti a corde, percussioni e chissà cos’altro.
Se Roberto Fontanot non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, per non lasciar vuoto il suo ruolo di artigiano creativo, liutaio stimatissimo e, soprattutto, visionario capace di ideare e realizzare prodotti innovativi apprezzati in tutto il mondo.
A lui complementare per quanto riguarda Heart Sound è il genio scientifico dell’ingegner Antonio Selmo, progettista di componenti elettroniche di altissimo livello.
Al cuore del loro progetto c’è un trasduttore di nuova concezione, realizzato sfruttando il know how applicato alla progettazione delle sonde spaziali.
Si tratta di un sensore contenente un accelerometro in grado di misurare i movimenti vibratori del piano armonico, simile a quelli che all’interno degli smartphone reagiscono alla rotazione o allo scuotimento azionando determinate funzioni.
Inserito in una minuscola capsula e posizionato con apposita pasta adesiva sulla superficie della cassa di uno strumento, il sensore è in grado di rilevare le vibrazioni prodotte dalle corde e anche eventuali effetti percussivi ottenuti “suonando” la cassa in vari punti, come avviene spesso nella musica contemporanea.
La relativa debolezza del segnale rilevato dal sensore viene amplificata da un circuito di preamplificazione appositamente progettato con caratteristiche ultra-professionali.
Livelli di rumore quasi inesistenti con dinamica del segnale altissima si accompagnano a una risposta in frequenza fuori del comune, 16Hz – 100kHz (con gain flat), sfruttando al massimo l’efficienza dei circuiti grazie all’alimentazione phantom a 48V (6mA).
Il preamplificatore permette di regolare una serie di parametri sfruttando due rack di minuscoli switch interni.
Con i primi quattro è possibile modificare il guadagno nella misura di +4, +7, +10dB o -3, -6, -9dB, andando a compensare eventualmente il volume di suono dello strumento.
Con la seconda fila di DIP-switch, 8 in tutto, è possibile attivare dei filtri passa-alto e alcune curve presettate di equalizzazione.
I primi effettuano un taglio delle basse frequenze a scelta sui 20, 30, 40 o 80 Hz.
Le curve di EQ agiscono, invece, secondo lo schema riportato nell’immagine seguente.
L’idea è quella di avere la massima risposta in frequenza possibile, ma di lasciare allo strumentista la possibilità di tagliare una parte dello spettro sonoro inutile per il suo strumento ma potenzialmente pericolosa.
Ad esempio, tanto vale azzerare la possibilità di intercettare basse frequenze che violini o mandolini non sono in grado di produrre naturalmente.
Il sistema – presentato in un’elegante valigetta nera – funziona esclusivamente con alimentazione phantom a 48 volt per garantire la massima efficienza del circuito. Di conseguenza, il connettore è di tipo XLR.
Il cavo di alta qualità che collega il pickup si innesta con un sicuro connettore a rotazione ed è ulteriormente schermato nel tratto finale da un manicotto in schiuma per ridurre la sensibilità al tocco.
Avvertenza. Proprio per quanto già anticipato, il pickup va usato con oculatezza perché riprende tutto quello che succede nella cassa, compresi urti casuali o strofinamenti inconsulti.
Di conseguenza, se in studio è generalmente più facile mantenere una postura attenta, sul palco vale la pena di valutare un sistema ibrido come il Perlucens Aurum in cui lo stesso trasduttore è miscelato con un ottimo piezoelettrico nel ponte e l’alimentazione è con batteria da 9V alloggiata nella cassa.
Abbiamo testato il sistema Omnia su ogni strumento a nostra disposizione cercandone i difetti con la doverosa cattiveria: chitarre acustiche di varia taglia, strumenti a corda doppia (bouzouki, mandolino), violino, persino un cajon e altre improbabili scatole da percuotere.
Qualsiasi superficie vibrante con una parvenza di cassa armonica ha i numeri per essere… catturata e amplificata.
Il primo impatto è con un suono straordinariamente fedele. Riprodotto da speaker di qualità o ascoltato in cuffia si avvicina molto alla naturalezza di una ripresa microfonica ed è totalmente assente quella componente più o meno artificiale comune ai pickup piezoelettrici.
Stessi risultati registrando in diretta attraverso un interfaccia audio.
Sulla chitarra acustica colpiscono gli acuti “frizzanti” grazie all’alta risposta in frequenza, ammorbiditi facilmente – se necessario – con un piccolo intervento esterno di eq.
La posizione del pickup sul piano armonico varia il bilanciamento tra le frequenze, che in generale vengono riprodotte in maniera piuttosto omogenea.
Il suono è naturale ma molto definito, caratteristica molto utile in registrazione assieme ad altri strumenti, quando è necessario distinguere il suono delle corde nel mix.
In poche parole: un piacere per le orecchie e un bel gusto per le mani.
Heart Sound Omnia è un prodotto di alto livello che dovrebbe essere presente nell’armamentario di ogni studio di registrazione ed è assolutamente consigliabile a tutti quegli strumentisti che non si accontentano del minimo ma cercano la qualità per la propria musica.
Roberto Fontanot è anche il responsabile – con il suo degno partner, Massimo Varini – della rinascita del catalogo chitarristico della Eko, e la sua presenza attiva a Recanati sta per generare nuove sorprese fra cui anche una parziale ripresa della produzione sul territorio nazionale. Li aspettiamo al varco.
Maggiori informazioni sul sito web di Heart Sound.
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