Si chiama Gretsch G2655T, laddove la T finale sta ad indicare la presenza di un bel ponte Bigsby. Ma non è solo questa la caratteristica a distinguere questo strumento, che alla nostra prova si è dimostrato un’eccellente macchina da Rock, con un suono che pur rispettando il timbro cristallino della casa madre, si è rivelato assai caldo e corposo.
Ascoltiamola nel video sopra grazie alle sempre ottime mani di Giacomo Pasquali!
Vediamo quindi le caratteristiche di questo strumento.
Innanzitutto, nel video lo vedete in colorazione Phantom Metallic, ma è disponibile anche in Fairlane Blue e Imperial Satin, quest’ultima praticamente una finitura natural con venature del legno bene in vista.
Il body a doppia spalla mancante fa uso del Center Block che oramai abbiamo imparato a conoscere anche negli scorsi video test, anche i legni sono gli stessi che troviamo in gran parte della serie Streamliner, cioé acero laminato circondato da un binding bianco anticato.
Anche nel caso di questo strumento il corpo è bombato sia sul top che sulla parte posteriore, il che dona anche una certa “pancia” al suono finale.
Infine, le classiche buche a F che rendono semiacustico questo strumento e il classico battipenna nero con logo dorato.
Il manico set-neck in Nato (legno asiatico simile al mogano) ha un profilo fine a U e scala 24,75″.
Su questo poggia la tastiera in Laurel (essenza indiana simile al palissandro) con raggio di curvatura di 12″, 22 tasti medium jumbo e capotasto in osso sintetico.
Nel reparto elettronico troviamo due pickup Broad’Tron™ BT-2S, dal suono caldo e potente (relativamente agli standard Gretsch), che vengono controllati da un selettore a 3 posizioni e, come da tradizione, 2 volumi separati, un volume generale e un master tone.
L’hardware è tutto cromato, come dicevamo la prima cosa che salta all’occhio è il Bisgby B50, che si unisce al solito Anchored Adjusto-Matic.
Le meccaniche sono quella della casa.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale Gretsch.
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