Un amplificatore estremamente basico che racchiude tutto il sound di Led Zeppelin I: Supro ripropone uno dei sound più iconici della chitarra rock degli anni ’70.
Nella storia della musica, molti suoni diventano delle icone quasi indelebili, capaci di essere punti di riferimento per le generazioni successive.
Di questi esempi ne abbiamo abbastanza da riempire svariate librerie, a partire dall’uso del wah wah da parte di Eric Clapton e Jimi Hendrix, al sound dell’Alembic preamp applicato a un Hiwatt con David Gilmour, all’organo Hammond passato direttamente in un amplificatore Marshall in saturazione da parte di Jon Lord.
Oggi parliamo di un qualcosa di estremamente “semplice” come routing, che ha fatto parte di un disco estremamente importante per il Rock durante la sua epoca d’oro, ovvero il suono dell’amplificatore Supro Black Magick 25 1695T, lo stesso utilizzato da Jimmy Page per le registrazioni di Led Zeppelin I.
Fin dal primo impatto estetico abbiamo una scelta stilistica che di moderno non presenta assolutamente nulla, per rimanere in linea con quella che è anche la sensazione sonora dell’amplificatore, ovvero il sound rock più classico.
Abbiamo una testata che rimane spiccatamente vintage nel suo design risultando però gradevole e appariscente quanto basta da essere ben riconoscibile sul palco.
La scelta dei colori del tolex rimane estremamente signorile per non rischiare scelte cromatiche infelici.
La plancia comandi e la dotazione tecnica rispecchiano pedissequamente la filosofia costruttiva di questo amplificatore: abbiamo infatti due ingressi per strumento (che permettono anche un collegamento di due strumenti separati e utilizzabili in maniera simultanea), che in specifico si suddividono in ingresso 1+2 e ingresso 2.
La differenza tra questi canali sta nella gestione del volume e delle valvole preamplificatrici: gestendo opportunamente i due potenziometri del volume, infatti, si riesce a ottenere l’intera escursione sonora dell’amplificatore, a partire dal classico pulito, fino alla sua saturazione, fino ad arrivare a un suono prettamente overdrive.
Il resto della sezione controlli è composta da un solo controllo di tono, che lavora principalmente su frequenze superiori a 2kHz, un tremolo con controllo di Rate e Depth e un ingresso per eventuale footswitch.
Non è presente alcun tipo di mandata effetti, mentre invece è disponibile il riverbero sul modello dedicato, questo per mantenere inalterato il concept costruttivo al quale questo amplificatore si rifà, ovvero una testata molto old style. Queste scelte non sono criticabili per il semplice motivo che, operando diversamente, si andrebbe a snaturare il carattere sonoro della testata.
Il comparto elettronico è composto da un quartetto di valvole preamplificatrici 12ax7 e da una coppia di finali 6973; queste ultime garantiscono una saturazione molto particolare e con un grip decisamente più marcato e per certi versi molto meno dolce rispetto ad’ altri competitor.
Il pulito ha abbondante headroom e un tono leggermente scuro, la cosa viene accentuata ancor di più con l’inserimento del tremolo, ma che riesce a tornare gestibile con il solo potenziometro del tono presente sulla testata.
Come possiamo vedere dall’analisi in frequenza, la testata risponde bene allo strumento che viene collegato, riesce a mantenere un suo carattere ma senza stravolgere in maniera invasiva l’intero risultato finale.
Con l’uso di entrambi i potenziometri possiamo arrivare fino alla soglia di saturazione, dove il sound comincia diventare ricco di armonici, restituendo un feeling estremamente naturale e un suono molto classic rock.
Quando si comincia ad arrivare al suono overdrive pieno della testata, si ottiene un risultato che forse per i chitarristi più “moderni” potrebbe sembrare strano o comunque molto particolare, questo per via della scelta delle valvole finali che conferiscono questa particolare risposta particolarmente spigolosa e con un grit decisamente più estremo anche sulle basse frequenze.
Altro fattore da tenere in considerazione è la risposta di questo amplificatore con effetti a pedale, essendo il suo clean molto vicino a livello sia sonoro che progettuale a quello dei primi Fender. Abbiamo deciso di provare a vedere il suo comportamento, sia con pedali di preamplificazione, sia con uno di ambiente.
Ho voluto optare per un parco pedali abbastanza particolare, oltre al classicissimo Tubescreamer, ovvero:
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- Laa Custom PhilX
- Cicognani Echofet Baby
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La motivazione principale è che, nonostante la sua costruzione (overdrive con trasformatore e con equalizzazione ibrida) il PhilX è un pedale estremamente rock che strizza molto l’occhio al suono classico, come lo stesso PhilX, quindi può essere un buon banco di prova per vedere come si può comportare l’amplificatore senza portarlo su lidi a lui non consoni.
Il secondo invece è un pedale echo che riprende il sound del Binson Echorec 2, macchina storica per il suono psichedelico dei Pink Floyd ma utilizzata da tantissimi altri musicisti e diventata col tempo una pietra miliare per il mondo chitarristico.
Data la premessa, è quindi probabilmente l’Echo più adatto per testare questo amplificatore.
Utilizzando il PhilX abbiamo una risposta abbastanza “lineare”, grazie anche all’utilizzo del trasformatore che riesce a mantenere quanto più inalterato possibile il carattere dell’amplificatore, garantendo però un uscita in termini di volume molto più alta rispetto al comune overdrive.
Questo permette di avere una distorsione estremamente cremosa e nitida, assai diversa da quella ottenibile con il solo amplificatore.
Con il Cicognani Echofet abbiamo una risposta leggermente meno lineare per via del preamplificatore Jfet montato nel pedale; questo permette di avere una risposta con delle alte leggermente più pronunciate.
Il tutto avviene anche spingendo al massimo l’echo, che lavora in maniera parallela e il potenziometro Mix non arriva oltre il 55% di miscelazione tra la nostra diretta e il segnale effettato.
La catena audio è così impostata:
Fender Lonestar Stratocaster con pickup Bertozzi > Cavo Linfaudio Platinum Way > LAA Custom PhilX > Cicognani Echofet > Supro 1695T > Torpedo Captor 8 > IR Celestion
In conclusione la testata è un prodotto perfetto per il rocker che cerca le sonorità dei primi anni ’70 (o fine ’60 visto che l’album sovracitato è del ’69 ed è stato registrato a fine ’68), che unisce un suono di tutto rispetto per il genere a un form factor trasportabile e un design in linea con il suo sound.
È un prodotto, però, che trova il suo meglio con sistemi audio minimalisti, quindi utilizzare pedaliere estremamente complesse o dei rack altrettanto complicati tenderebbe a snaturare troppo il carattere di questo amplificatore che dà il meglio di sè anche solo con un overdrive e un echo (o il riverbero).
Questo suo carattere molto “nudo e crudo” è ottimo anche a scopo “didattico”, poichè è una testata che trasmette la mano del chitarrista in maniera quasi cristallina e senza addomesticare alcun errore di sorta, come tutte le testate di livello professionale necessita di un’attenzione notevole in termini di tocco e di dinamica del playing.
Con il prezzo di vendita di circa 1500 euro forse non è un prodotto accessibile ai neofiti, ma si difende bene dai competitor garantendo una qualità sonora ineccepibile.
In un’ottica di utilizzo a lungo termine possiamo definirlo un prodotto utile per il rocker sia da live che da studio, essendo comunque facilmente trasportabile nonostante le dimensioni abbastanza generose ma con un peso tutto sommato contenuto.
Possiamo definirlo un interessantissimo mid-range per il musicista che già viene da un piccolo valvolare (un 2 o un 5 watt per esempio) e cerca una soluzione per il suono rock senza però dover prendere amplificatori estremamente potenti.
Tutto questo discorso vale ovviamente per la sola testata, purtroppo non siamo in possesso attualmente della cassa dedicata (con annesso cono custom), chissà che non sarà argomento di un altro articolo.
PRO
- Grande riserva di Headroom
- Ottima risposta con i pedali
- Abbastanza leggera e compatta
CONTRO
- Nessun Optional
- Saturazione old style molto particolare, da saper gestire con cura
Supro è un marchio distribuito in italia da Mogar Music.
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