Abbiamo testato il nuovo pedale della casa giapponese che inaugura il restyling della linea dedicata all’acustica in una filosofia dedicata interamente all’essenzialità e alla praticità. Il preamplificatore/DI accontenta anche l’occhio con un look accattivante e offre tutto ciò che serve per ottimizzare il suono amplificato dello strumento.
La parola d’ordine è “acoustic remodeling” e indica il lavoro fatto dai tecnici della Zoom per analizzare 16 tipi di chitarra acustica, scelti fra quelli più noti e diffusi, e ricavare dei preset digitali in grado di rispecchiarne le caratteristiche sonore.
È praticamente impossibile non trovarne uno adatto al proprio strumento tra quelli in lista. C’è persino un preset per il contrabbasso.
Modelli di riferimento
- Round Shoulder – chitarre simili alla serie Gibson J
- Square Shoulder – simili a Gibson Hummingbird
- Jumbo – simili a serie Gibson SJ
- Parlor – a cassa piccola come Gibson L
- Single Cutaway – con riferimento a tipici modelli Taylor
- Resonator – chitarre resofoniche
- Upright Bass – contrabbasso
- Mold – con cassa in resina in stile Ovation
- Dreadnought – serie Martin D
- Orchestra – Martin OM
- Triple 0 – serie Martin 000
- Double 0 – serie Martin 00
- YMH – particolari casse jumbo come Yamaha serie LL
- Silent – chitarre prive di cassa risonante
- 12 Strings – strumenti a 12 corde
- Nylon Strings – chitarre classiche
Una volta prescelto il modello più plausibile per la nostra chitarra comunichiamo al pedale anche il tipo di amplificazione, potendo scegliere fra pickup magnetico, piezoelettrico e neutro. Infine, regoliamo il volume e ritocchiamo – se necessario – l’equalizzazione su bassi, medi e acuti.
È a questo punto che potremmo incappare in un bell’ululato dall’altoparlante, il fastidioso feedback innescato da una specifica frequenza che varia di chitarra in chitarra.
No problem. Senza toccare altro, sopportiamo il fastidio il tempo necessario per premere il tastino Anti-Feedback e in un secondo l’ululato scompare senza intaccare troppo il suono. Decisamente efficace.
Risolto il problema, possiamo aggiungere la giusta dose di riverbero dosando l’effetto gentilmente messo a disposizione dalla Zoom e scopriamo che è piacevolmente naturale, privo dell’asetticità o delle “scorie” di tanti riverberi digitali.
Un punto in più per AC-2 che in uscita offre un XLR mono o doppio output da 1/4″ (anche per le cuffie).
Rimane da effettuare un controllo dell’accordatura, inserendo il pratico Tuner con l’apposito switch che mette automaticamente in Mute (comodo…) il segnale in Output e, eventualmente, settare un livello conveniente per il clean Boost attivabile con il secondo pulsante, utile per un assolo o per pareggiare il volume di parti con dinamica diversa aggiungendo fino a 9dB.
La cosa interessante da fare, a questo punto, è usare il selettore Pre/Post (attivo solo su uscita XLR) per mettere a confronto il suono processato con quello originario della chitarra. Si mette in evidenza la zona d’intervento del processore e si aprono scenari interessanti.
Nessuno vieta, infatti, (e anzi è decisamente consigliato) di sperimentare accoppiate teoricamente prive di senso. Ad esempio, in certi contesti potremmo scoprire che la nostra dreadnought crea meno problemi scegliendo un preset di cassa più piccola e meno risonante (Triple, Double 0 o addirittura Parlor).
Lo stesso vale per il caso opposto. Mai dare nulla per scontato.
Suonare, suonare… Collegato il pedale direttamente a uno speaker amplificato ci siamo divertiti a usare diversi tipi di chitarra. I risultati sono subito notevoli sia con una cassa di dimensioni generose con piezo passivo che una piccola Parlor con preamplificazione on-board.
Anche una resofonica reagisce bene al suo preset, mantenendo il carattere essenziale del suono.
Giocando per un tempo sufficiente con il selettore verifichiamo che ognuno dei 16 modelli ha una propria personalità pur senza offrire differenze così radicali. Il rapporto moderato con il suono originale dello strumento sembra studiato su un ragionevole compromesso che fa perdonare l’assenza di un controllo per regolare il mix fra suono dry e processato.
Per non farci mancare nulla e soddisfare fino in fondo la curiosità proviamo a collegare altri tipi di strumenti al pedale. Ottimi i risultati per le corde doppie di un bouzouki con pickup magnetico e notevoli anche con uno strumento di piccole dimensioni come il mandolino con il suo piezoelettrico. In ogni caso AC-2 si dimostra un oggetto utile e di veloce utilizzo che non altera mai troppo il suono originale.
Manca solo l’ultima follia e contro ogni logica inseriamo il jack in una chitarra elettrica. Il segnale dei pickup humbucking è un po’ eccessivo per l’input dell’AC-2, saturando soprattutto il MI basso, ma sospettiamo che in studio un bravo manipolatore potrebbe tirar fuori qualcosa d’interessante dal nostro amico.
Conclusioni
Il pedale è abbastanza compatto da entrare in un astuccio rigido e bello anche da guardare. Sarà anche infantile (siamo chitarristi, no?) ma le venature del legno fanno piacere anche se finte, soprattutto su forme così morbide.
Non è economico ed è giusto: il prezzo corrisponde a qualità e prestazioni niente affatto “economiche”.
AC-2 può essere alimentato con due batterie AA da 1,5 volt, con alimentatore esterno da 9 volt standard o attraverso la presa USB che permette anche aggiornamenti del software.
La scelta di alleggerire il pedale rispetto a modelli precedenti togliendo l’entrata microfonica e il DSP di effetti finisce per risultare vincente perché mantiene l’indispensabile e va a vantaggio dell’immediatezza nell’utilizzo.
Se poi non dovesse bastare, è in arrivo a stretto giro il fratello maggiore AC-3, con un pannello controlli ampliato, 9 tipi di effetto, compressore, In/Out stereo e acoustic remodeling anche in uscita.
Maggiori informazioni sempre dal distributore italiano Mogar Music.
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