Oggi prendiamo in esame uno degli effetti più amati dai musicisti, capace di racchiudere in un solo congegno moltissime tipologie di ambienti in cui poter “tuffare” il nostro suono, il riverbero.
È stato forse il primo effetto associato alla chitarra elettrica, prima in modo del tutto naturale suonando in appositi luoghi (c’é chi in effetti ancora registra in bagno o in qualche lungo corridoio, tra gli esempi storici potremmo citare Rolling Stones, R.E.M. e centinaia di altri artisti), poi incorporandolo, tramite ciò che viene definito “riverbero a molla” (o Spring Reverb), negli amplificatori o in apposite testate esterne (ad es. Fender ’63).
Il passo finale, aiutato dalla digitalizzazione, è stato lo stompbox, il pedale, che ha permesso di portarsi dietro, in scatolette pressoché tascabili, stanze, corridoi, sale da concerto, caverne e quant’altro potesse servire al musicista e alla sua creatività.
Oggi la quantità di riverberi in commercio è impressionante e come ogni effetto d’ambiente non è mai facile decretare quale sia il “migliore”, ognuno dà sfumature e sensazioni diverse, una “credibilità”, per così dire, differente. C’é chi lo usa per abbellire leggermente il suono, chi per adattarsi a generi che hanno un preciso riferimento sonoro a quest’effetto, chi per avere a disposizione tappeti sonori oltre i limiti della psichedelia.
Questo Neunaber Wet Reverb promette un’elevata qualità sonora, dimensioni contenute, tante sfumature in pochi controlli e una “coda” sonora che va dagli usi più classici a quelli più estremi e Sci-Fi.
È arrivato il momento di scoprire insieme se queste promesse sono effettivamente mantenute, buon ascolto Musicoffili!
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