Il Line 6 HX One, che il buon Giacomo Pasquali ha “spremuto a dovere” in questo lungo test, si distingue per la sua tecnologia HX Modeling, che cattura fedelmente il comportamento degli effetti analogici, inclusi quelli difficili da emulare come il fuzz al germanio e i delay bucket-brigade.
La facilità d’uso è garantita da controlli intuitivi e un ampio display OLED, che mostra l’effetto selezionato e i suoi parametri principali. L’HX One consente una personalizzazione profonda del suono grazie alla possibilità di regolare i parametri degli effetti e di salvare i preset.
Uno dei punti di forza di HX One è la sua capacità di adattare i parametri temporali, come il tempo di delay e la velocità di modulazione, tra millisecondi (ms) e divisioni delle note (1/4 di nota, 1/8 di nota puntata, ecc.) con un semplice tocco del potenziometro. Questa caratteristica semplifica notevolmente l’aggiustamento degli effetti legati al tempo, garantendo una perfetta sincronizzazione con la tua musica.
Per un controllo più dinamico dei parametri degli effetti, basta collegare un pedale di espressione (utilizzando un cavo TS) o un doppio footswitch (con un connettore TRS).
L’ampia compatibilità è un altro punto di forza dell’HX One, che può essere collegato a chitarre, bassi, pedali mono e stereo, tastiere, sintetizzatori e altro, offrendo un suono stereo ricco e avvolgente.
Inoltre, la porta USB consente di collegare il pedale al computer per il backup e il ripristino dei preset tramite l’app gratuita Line 6 HX One Librarian e per aggiornare il firmware.
L’alimentatore 9v è incluso ma l’HX One è compatibile con la maggior parte degli alimentatori presenti nelle pedalboard, rendendolo un’aggiunta versatile a qualsiasi setup musicale.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale Line 6.
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