Quando si comincia a parlare di riverberi, si va a cascare innanzitutto sulle “dimensioni della stanza”, perché esse determinano il tempo di riverberazione e anche il modo in cui il segnale si diffonde all’interno di un determinato ambiente.
Notate bene, parliamo di diffusione, non di ripetizione, perchè nonostante vengano inclusi entrambi nelle unità di ritardo, il riverbero ha un comportamento profondamente diverso rispetto al delay/eco.
I primi due algoritmi che esaminiamo, fanno capo a un simile modus operandi ma in maniera diversa in termini di risposta e dimensioni, infatti parliamo di due riverberi che simulano una stanza virtuale attraverso (appunto) un processo di “convoluzione” del nostro segnale a cui viene applicato il riverbero.
Entrambi parlano due lingue differenti per via di quelli che verrebbero definiti casi d’uso, infatti il primo è chiamato Room per un motivo molto semplice, perchè nasce per restituire la sensazione della stanza piccola o di medie dimensioni molto vicina a quella dello studio di registrazione o di un piccolo club per le esibizioni live.
Vediamo quindi che parametri ha il nostro riverbero Room:
- Parametro 1 – Low End: influisce sulle basse frequenze e il profilo di decadimento. Quando lo si alza, più frequenze basse riverberano creando un riverbero più corposo, il quale è indicativo di un minor numero di bass trap e altri dettagli architettonici che assorbono le basse nella realtà.
- Parametro 2 – Diffusion: attenua le prime riflessioni per creare un riverbero più corposo e diffuso nella parte di attacco dell’effetto, a volte questo può essere “sentito” più facilmente a seconda dell’input e delle impostazioni specifiche.
- Parametro 3 – Size: permette di scegliere una stanza di determinata grandezza, in questo caso abbiamo la Studio e la Club.
Comportamento estremamente diverso avviene con l’algoritmo Hall, anch’esso rientra in quella serie di imitazioni di un ambiente, ma in questo caso la convoluzione avviene su un modello di dimensioni più grandi.
Sono selezionabili due tipi di stanze diverse, che coprono in maniera completa tutto lo spettro di necessità di un musicista.
Vediamo quindi i parametri utilizzabili:
- Parametro 1 – Low End: come sopra
- Parametro 2 – Mid: permette di enfatizzare le frequenze medie o ridurle.
- Parametro 3 – Size: permette di scegliere una stanza già predeterminata in questo caso abbiamo la Concert e la Arena, che sono stanze di dimensioni assai grandi, simulano un teatro o un’arena da concerto vera e propria.
Room, per cosa o chi nasce questo primo algoritmo?
Semplicemente per la necessità più “normale” di tutte, ricreare lo spazio che possiamo avere in uno studio trattato (quindi riverberazioni più controllate e meno diffuse) o di un piccolo locale, questo lo trovo molto utile nella registrazione “silent”.
Questo perchè quando non usi più un microfono “vero” ma vai di carico reattivo e un impulse response, a meno che non lo inserisci in post-produzione attraverso le IR, non hai un riferimento dimensionale della stanza, quindi in questo caso risulta molto utile poterlo utilizzare per avere il proprio riferimento in termini di riverbero quando si sta preparando una take.
Il riverbero Hall è invece il tuttofare per eccellenza, anche per chi suona live, perchè ricrea tutte le situazioni possibili dal vivo, quindi si mette al passo successivo rispetto al plate che è invece molto utile in studio. Restituisce uno spazio molto più ampio dando quel senso di “imponenza” tanto amato dai chitarristi.
Questi sono solo gli assaggi di quello che permette lo Strymon Big Sky, nascono entrambi per risolvere la necessità basilare del chitarrista, ma che non copre però tutta la serie di suoni “vintage” che hanno plasmato i dischi più famosi, ma questo lo vedremo nel prossimo episodio…
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