Proseguiamo nell’analisi delle varie modalità per la creazione di un nuovo documento con la seconda fra la scelte possibili: la creazione di un nuovo documento predefinito, detto Documento di default. Il nuovo documento, anche in questo caso, si può creare in due modi: 1. cliccando sull’apposito pulsante nella Launch Window 2. aprendo il menu File e selezionando prima la voce New, poi – nel sottomenu che si apre – la voce Default Document. Questo percorso è valido sia su Mac che su PC. Questo comando apre una pagina di musica vuota, senza titolo, che dovremo salvare alla prima occasione nella posizione desiderata. Per aprire questa pagina, Finale in realtà attinge ad un file di riferimento, denominato Maestro Font Default, il quale – dopo la procedura di installazione del software – viene collocato nella seguente posizione: 1. nei sistemi MacOS in: Home Libreria Application Support Makemusic Finale 2012 Music files Default Files 2. nei sistemi Windows in: C: Programmi Finale 2012 Component Files Questo percorso si può modificare a piacere, ovvero si può spostare il file in altra posizione più facilmente memorizzabile, così come è anche possibile utilizzare un qualsiasi altro documento di Finale come nuovo documento predefinito; ci occuperemo di questi aspetti nella lezione dedicata alle Opzioni del Programma.
Ecco un’immagine del Default Document: Questo documento, come si nota, ha le seguenti caratteristiche: 1. indicazione “Score” in alto a sinistra per indicare che si tratta di una partitura e non di una parte d’orchestra separata; 2. indicazioni generiche per titolo, compositore e copyright; 3. formato di pagina “Letter”, ovvero 21,59 x 27,94 cm; 4. dimensioni pari a 180 EVPUs (1,59 cm) per i margini inferiore e superiore, e 144 EVPUs (1,27 cm) per i margini sinistro e destro; 5. un solo rigo senza titolo in chiave di violino, senza alterazioni in chiave e con tempo 4/4, per 31 battute complessive; 6. Maestro 24 plain come font di default. N.B. – I dati sopra riportati possono leggermente variare a seconda della versione di Finale che si sta utilizzando, ma l’impianto generale è molto simile per tutte le versioni. Naturalmente, la prima logica conclusione è che un tale documento, così come sta, sia ben poco utile alla maggior parte dei nostri scopi, in primo luogo perché il formato di pagina non corrisponde a quello dei fogli di carta che normalmente utilizziamo per le nostre stampanti, secondariamente perché i margini laterali sono troppo piccoli e si rischiano sgradevoli “tagli” in fase di stampa, e infine perché i parametri generali relativi a tempo, tonalità e organico ben raramente coincideranno con le nostre esigenze. Perché, dunque, utilizzare il Default Document per iniziare un nuovo lavoro?
Proviamo a fare alcune valutazioni: a differenza di un normale documento di testo, che nei word processor presenta quasi sempre un’impaginazione di default perfetta per gli usi più frequenti, una pagina di musica può avere una moltitudine di dimensioni e variabili di contenuto, per cui è pressoché impossibile per i programmatori creare una pagina di default che sia davvero valida per tutte le circostanze.
Questo potrebbe quindi indurre l’utente a scartare questa opzione e a orientarsi verso le altre procedure; tuttavia, la Document Setup Wizard, che abbiamo trattato nella lezione precedente, pur aiutando notevolmente l’utente alle prime armi, genera documenti piuttosto grezzi, quasi impossibili da utilizzare per usi professionali senza un certo numero di migliorie al layout e alla forma generale del documento.
Un parziale risposta a questi problemi è data dai cosiddetti templates, di cui ci occuperemo nella prossima lezione, ma anche in quel caso – come vedremo – sarà sempre necessario intervenire piuttosto “pesantemente” sul documento prima di poter inserire anche una sola nota.
Ecco perché dopo tanti anni di utilizzo di Finale, fra tutte le modalità di creazione di un nuovo documento, personalmente continuo a prediligere il Default Document: infatti, poiché si deve intervenire quasi sempre sulla pagina propostaci dal programma, tanto vale – a mio avviso – partire da un documento quasi “vergine”, su cui ciascuno possa creare ad hoc la propria base di lavoro ideale.
Inoltre nulla vieta, una volta individuati i parametri “perfetti” per la maggior parte degli organici e delle situazioni possibili (o quantomeno i più frequenti), di salvare un documento vuoto per ciascuno di questi casi, aggiungendolo all’elenco dei templates in modo da averlo sempre a disposizione per ogni necessità.Giorgio Bussolin[email protected]Movimento FinaleVai alla puntata precedenteVai alla puntata successiva
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