Molto del nostro immaginario medievale si basa su fantasie ottocentesche. Gli stessi film lo hanno rivisitato attraverso nuove immagini, suoni e consuetudini. Oggi parleremo dei Giullari, e anche loro non sono stati risparmiati da riletture fantasiose. Ma fino a che punto?
Con questa puntata proveremo ad analizzare quanto c’è di vero sul fiabesco universo del Giullare medievale. Con particolare attenzione alla musica, la danza e lo spettacolo.
Partiremo da lontano. Durante il dominio romano infatti esistevano già forme teatrali riconducibili al nostro discorso. Mi riferisco alla Pantomima e al Mimo. Il lungo periodo medievale erediterà tale fardello scenico convertendolo in nuove forme di danza e di musica.
L’avvento preponderante del Cristianesimo si porrà in maniera ambivalente con la figura del saltimbanco: da un lato attuerò un dissenso per via del la condotta dissoluta, le acrobazie, l’idolatria… nonostante ciò alcune forme sceniche giullaresche verranno inglobate nelle azioni religiose.
Il giullare prima di entrare nelle corti trecentesche era denominato “istrione”. L’ingresso nei palazzi principeschi porterà delle novità, benché i giudizi dei contemporanei manterranno sempre un alone di disprezzo nei confronti di questi artisti ambulanti.
Come potete immaginare non abbiamo testimonianze concrete di che cosa intonassero e suonassero questi individui. Le prime imprecise notazioni di cui abbiamo parlato erano utilizzate e conosciute unicamente per il mondo liturgico.
In ogni caso il giullare ci consente di fare una prima succulenta panoramica sul mondo della musica profana medievale. Per cui vi auguro una buona visione.
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