HomeStrumentiStoriaLa composizione polifonica nel 1200 (e come ricordarla a memoria!)

La composizione polifonica nel 1200 (e come ricordarla a memoria!)

Comporre e memorizzare ricche Polifonie a Memoria? Forse nel Duecento era una prassi! Ultimo episodio dedicato alla Polifonia di Notre-Dame, tra memoria e formule prestabilite.

Sembrava conclusa la piacevole carrellata orbitante alla musica di Notre-Dame, ma permettetemi di aggiungere un tassello davvero interessante.

Ricapitolando…

Nel primo episodio abbiamo fatto la conoscenza con i due compositori della Parigi del XII secolo, ovvero Leonino e Perotino; nella seconda puntata abbiamo analizzato le basilari forme musicali sorte da questa esperienza, su tutte il Discantus, il Conductus e il Mottetto; nell’ultimo video invece abbiamo introdotto la Notazione Modale, ovvero una possibile modalità di lettura ritmica con cui i cantori si interfacciano per l’esecuzione. Quindi i prolegomeni dei segni di durata.

Cos’altro si potrebbe aggiungere?

Tutti i discorsi che abbiamo intrapreso sono dislocati nel tempo. Nel senso che da un lato abbiamo il periodo del racconto reale, all’incirca tra l’anno 1100 e il primo 1200, lasso di tempo in cui i due Magister Leonino e Perotino operarono come cantori e compositori; dall’altro abbiamo le fonti che ci hanno informato di tutto ciò, le quali – indovinate un po’? – sono tutte più tarde.
Le notizie principali sui due musici provengono da un resoconto ricordato come Anonimo IV risalente all’incirca al 1280, così gli stessi documenti con notazione che abbiamo imparato a riconoscere sono tutti postumi. Dal manoscritto fiorentino a quelli tedeschi. La stessa Notazione Modale non è coeva a Leonino e Perotino.

Ciò ha portato alcuni musicologi a porsi qualche domanda in più; tra le tante ne ricordiamo una: il celebre Magnus Liber Organi, ovvero il manoscritto contenente le polifonie di Notre-Dame, esisteva già durante il periodo raccontato, o è stato trascritto successivamente?

Potrebbe sembrare una domanda di poco conto, ma ciò favorirebbe in parte un’ipotesi audace, ma molto curiosa, ossia che tutte le prime polifonie di Notre-Dame sono state tramandate oralmente.
Possibile? La notazione musicale non esisteva già? Sì, esisteva eccome, ma era ancora in parte di supporto alla memorizzazione. Qui tuttavia parliamo di brani troppo colossali per ritenere che fossero composti e tramandati solamente a voce.

Un trattato fondamentale…

Tra gli studi che si sono fatti in tal senso un manoscritto sembra corroborare tale ipotesi, mi riferisco al Trattato Vaticano sull’Organum.
In questo manuale vengono forniti moltissimi esempi sul come comporre una polifonia: ad ogni intervallo della voce più grave vengono forniti due o più direzioni di come far muovere la voce superiore.

Tali formule prestabilite potrebbero esser state utilizzate dagli stessi Leonino e Perotino, il cui operato, a questo punto, andrebbe riletto sotto una diversa prospettiva.
La letteratura ottocentesca infatti li ha consacrati come primi compositori leggendari in senso stretto, il loro modello compositivo aprì una fortunatissima pista sconfinata che porterà a Palestrina, Monteverdi, Bach, Mozart ecc.
Se essi partirono da schemi esistenti, probabilmente qualcosa di questa storia andrebbe rivisto, o semplicemente rielaborato sotto una luce diversa.

Ciò che racconteremo oggi rimane una teoria, ma essenzialmente aiuterà a carpire altri segreti ed anfratti di questa centrale vicenda musicale.
Buona visione!

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