Siamo quindi all’inizio del IV secolo (313 d.C.), momento storico in cui coincidono le edificazioni delle prime grandi basiliche cristiane.
Nel precedente episodio abbiamo visto attraverso gli esempi di Agostino e Ambrogio di come il canto fosse già presente nelle chiese (fine IV secolo). Esso deve aver fornito un collante speciale per i fedeli. O per dirlo con le parole di Agostino: “cantare affratellati”.
Bene, di questi canti non conosciamo l’esatta intonazione, ma possiamo trarre degli spunti per mezzo delle descrizioni coeve, oltre a cogliere qualche suggerimento attraverso i canti che verranno in seguito. Non dimentichiamo che in Europa, sotto la Rinascita Carolingia, si svilupperà il Canto Gregoriano.
Oggi, prima di impelagarci in queste fondamentali trame della storia, vorrei porre l’accento sull’edificio che ospiterà i canti, ovvero le Basiliche, che proprio con Costantino inizieranno ad avere spazio e licenza.
Acustica e riverberazione
Bene, la puntata di oggi si pone un dubbio speciale: visto che i canti liturgici si basano sulla Parola biblica, i fedeli riescono ad ascoltarla e comprenderla in queste basiliche? Non mi riferisco tanto al problema della lingua latina, del resto siamo ancora sotto l’Impero Romano, piuttosto parlo della riverberazione dell’edificio. Fino a quel momento i cristiani si radunavano in clandestinità in case e ville romane. Le dimensioni di queste certamente non destano preoccupazioni per l’acustica, ma la sontuosità delle basiliche certamente sì.
Da questa particolare domanda sorge l’episodio. Si parlerà quindi di acustica, di riverberazione, ma in particolare della spettacolarizzazione della Messa.
Attraverso questi discorsi troveremo l’occasione per interrogarci anche sulla presenza o meno degli strumenti musicali.
A questo punto vi invito a vedere il video. Buona visione!
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